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La storia

Trifole monferrine nel North Yorkshire con lo chef Giorgio Alessio

Originario di Moncalvo da 47 anni vive e lavora in Inghilterra

Da Moncalvo a Scarborough i tartufi monferrini profumano la tavola della contea del North Yorkshire, sulla costa orientale dell’Inghilterra dove, da 47 anni, vive e lavora il moncalvese Giorgio Alessio. Originario di Moncalvo, all’età di 21 anni Giorgio, con 40 mila lire in tasca e nessuna conoscenza della lingua, lasciò il Monferrato per fare nuove esperienze in Inghilterra.

Dopo quattro settimane vissute a Londra con poco entusiasmo, si trasferì a York e poi raggiunse lo Yorkshire. In quegli anni fece il cameriere presso ristoranti e pizzerie fintanto che, nel 1986, prese in gestione il caffè bar di un camping presso il quale aprì un ristorante con annesso negozio di prodotti enogastronomici piemontesi. Più tardi, nel 1996, riuscì con le proprie forze ad acquistare il primo ristorante italiano fondato nella contea dello Yorkshire nel 1973 e iniziò così la sua carriera di autodidatta, messa in pratica grazie alla preziosa scuola di due anni fatta ai fornelli accanto ad un apprezzato chef svizzero.

Nel 1997 fu il primo a vendere on line i tartufi monferrini provenienti da Moncalvo. In quei tempi i tartufi non erano molto richiesti, ma Giorgio non si arrese e, a distanza di 20 anni, inizia ora ad avere grandi soddisfazioni. Nel suo locale, La Lanterna, gestito con la moglie Rachele, propone solo cucina piemontese e monferrina con incursioni di pescato locale, essendo Scrborough una città marittima.

Tutti gli anni Giorgio, durante la Fiera Nazionale del Tartufo di Moncalvo, chiude il ristorante e rincasa nel moncalvese, per approvvigionarsi di Tuber Magnatum Pico al banco aleramico e tornare in Inghilterra con le fresche pepite di stagione. Tra i piatti più apprezzati in abbinamento al tartufo propone risotti e formaggi. Altra prelibatezza monferrina molto apprezzata sulle coste dello Yorkshire è la bagna cauda.

Nella sua carta dei vini ci sono ben 70 etichette tutte piemontesi; piace molto la Barbera, mentre il Grignolino, gli inglesi, faticano a pronunciarlo. Il suo ristorante ha raggiunto le due forchette e i due cucchiai ed è presente sulle guide Michelin. Non è stellato per scelta: il suo locale ha 30 coperti e la cucina se la gestisce da solo.

La sua filosofia è quella “dalla produzione alla tavola”. «Noi siamo gente della terra. Partendo dalle nostre origini credo che al meglio riusciamo ad esprimere il nostro modo di fare cucina» ci sorride Giorgio mentre ritira con il figlio Zaccaria il premio de La casa del Porcino (nella foto). Alla domanda “rifaresti lo stesso percorso?” Ci risponde: «Esattamente lo stesso, magari anche con più audacia e iniziando anche prima». I tuoi legami con il Monferrato? «Sono sempre molto forti e radicati nella mia cultura di uomo e di cuoco. La mia cucina, al 90%, parla di Monferrato, di sapori, di esperienze e di tradizioni. E’ un punto di forza. Sono molto orgoglioso delle mie origini».


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Enea Morotti

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