Sulla strada del Casale Calcio c'è Goveani: «Sarà dura ma ce la faremo!»
di Alberto Marello
A vederli uscire dalla pancia dello stadio Natal Palli, per qualche istante, sono sembrati gli operai de “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. Ma senza scomodare i mostri sacri dell’arte novecentesca, basti dire che, finalmente, i lavori per salvare il Casale Calcio dal baratro sono cominciati.
E la prova che lascia meno dubbi è stata la visita di ieri, lunedì, del notaio Roberto Goveani che, accompagnato dall’assessore allo Sport, Federico Riboldi, e dal presidente onorario del club, Giuseppino Coppo, ha visitato il Natal Palli e le due sedi della società. Ma prima di guardare al di là del muro per cercare la serenità (si spera) tra le braccia di una nuova proprietà, il Casale deve levare i piedi dalle sabbie mobili in cui si trova per poter tornare se non a correre, almeno a camminare.
La missione comune, infatti, è quella di sbloccare il “tira e molla” con Foppiani raggiungendo l’obiettivo principale: iscrivere la squadra al campionato. Cosa che andrà fatta entro sabato 30 giugno. E sempre entro quella data, il club dovrà depositare la domanda di ammissione, con relative fidejussioni (600mila euro per la Prima Divisione e 300mila euro per la Seconda).
La cordata casalese
Se l’affare si farà, sarà anche grazie ad una cordata casalese composta da Giuseppino Coppo, Federico Riboldi, Ettore Accornero, Gigi Massa, Fabrizio Amatelli e Massimo Barbieri.
Il gruppo sarà alla guida della nuova società “Casale Communication & Marketing Srl” che avrà il compito di sottoscrivere la fidejussione, iscrivere la squadra al campionato e traghettare il “pacchetto” verso l’esperienza Goveani. Un compito non facile visti i tempi stretti ma, ha detto l’assessore Riboldi, «stiamo facendo sacrifici importanti. Ci sono ancora tante problematiche e stiamo lavorando per dare entro il 30 la notizia sperata».
«Nelle varie riunioni - ha detto Coppo - avevo fatto presente che se ci fosse stato l’appoggio di una persona seria e un progetto affidabile avrei dato il mio contributo. Goveani è un mio vecchio amico ed è il massimo che potevamo aspettarci». «Siamo tutti qui per appoggiare Goveani» ha concluso l’ex patron nerostellato.
L’affare sardo
E Goveani parla già al plurale: «Quelli che ci attendono saranno dieci giorni di fuoco ma se saremo in grado di superare questo ostacolo saremo certamente facilitati in futuro. I tempi sono davvero stretti anche se io avevo avanzato la mia proposta il 25 di maggio. Aver ritrovato Giuseppino è stato uno stimolo importante e non nascondo che la copertura di parte della ricapitalizzazione è un’eredità pesante: c’è da soffrire».
Per il momento il progetto sportivo resta sotto un telo nero in attesa di una schiarita. Goveani, infatti, non ha voluto svelare l’entità del suo futuro impegno economico: «Economicamente dobbiamo considerare l’handicap da cui partiremo, successivamente il discorso sarà più semplice. Abbiamo la fortuna di avere conoscenze di alto livello. I nostri progetti sono pronti, dobbiamo solo superare questi dieci giorni».
Le certezze del notaio sardo si basano soprattutto sugli stretti contatti che lui stesso ha con il Cagliari, in particolare con il Direttore Generale Francesco Marroccu che al tempo della Nuorese, guidata proprio da Goveani, ricopriva il ruolo, anche là, di dg.
E l’affare potrebbe essere doppio se, come paventato da molti, il prossimo anno ci sarà un girone unico che racchiuderà in sé le squadre rimaste tra Prima e Seconda Divisione: in quel caso Goveani si troverà a capo di una società che militerà nel terzo torneo nazionale per importanza. L’uomo nuovo del panorama calcistico monferrino lo ha affermato con sicurezza: «Faremo una bella strada insieme!»
Pagati gli stipendi
«Se fossimo tranquilli avremmo detto che la squadra è iscritta» ha voluto sottolineare Riboldi per placare le domande sulla struttura della società che verrà. L’unica cosa certa per ora è che, ieri, gli stipendi sono stati pagati.
E proprio sui contratti è intervenuto Goveani che parla di «tanti rivoli in uscita»: «Non bisogna non considerare il momento di crisi generale, chi rimarrà dovrà sposare la causa e soprattutto dovrà tenere conto di un adeguamento economico. Certi stipendi non hanno senso, non solo a Casale ma in Italia».
La filosofia e il progetto
«Le regole sono molto semplici - ha detto Goveani - Chi arriva da fuori non colonizza nessuno, deve recuperare le radici perché senza le radici la pianta cade. In questo progetto ci deve essere l’espressione della città e proprio con la città si deve instaurare un rapporto più saldo».
E un pezzettino del nuovo progetto se lo lascia sfuggire: «Non potremo mettere in mostra la squadra in città fino al 31 ottobre. Questo vuol dire che il mercoledì faremo delle amichevoli con club blasonati di Torino, Milano e Genova per far conoscere il nostro lavoro».