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L'ex assessore alla Cultura Calvo ricorda Giancarlo Ferrero: "Un uomo perbene che aveva un grande rispetto per la memoria"

Ci sono momenti in cui è un dovere scrivere e raccontare la storia che abbiamo vissuto; in cui ti sembra di essere in debito con la memoria di una comunità a non dire quel che sai di una persona alla fine della sua vita. Aggiungo, allora, qualcosa anch’io al bellissimo ricordo di Giancarlo Ferrero tracciato dagli amici durante la celebrazione del suo funerale. Raccontare Giancarlo significa, prima di tutto, per me e per tanti casalesi, narrare la vicenda entusiasmante della costruzione di un ricchissimo, “storico” cartellone del Municipale; dire delle centinaia di abbonati, molti dei quali giovani che fanno di Casale una città “unica” nel suo rapporto con un teatro; un teatro in cui, grazie al suo direttore, stanno da sempre insieme classicità e innovazione, tradizione e sperimentazione, “passato” e “futuro”. Perché Giancarlo Ferrero sceglieva ad uno ad uno gli spettacoli con questo solo criterio: il rispetto assoluto della qualità e del pluralismo culturale in dialogo serrato con il pubblico e con tutti i casalesi che amano il loro teatro. Per Giancarlo la verità del teatro era quella e, con umiltà, tutti i giorni bisognava indagare e cercare, prendere informazioni su cosa succedeva nei teatri italiani, dare voce alle periferie rispetto a Torino e a quel Circuito teatrale piemontese che sempre lo ha considerato un interlocutore privilegiato non solo per la sua grande competenza di settore, ma anche per la sua onestà e coerenza professionale. Perché Giancarlo Ferrero non ha mai seguito facili mode e ha sempre difeso la dignità di una professione pubblica contro cui tanti, oggi, si scagliano forse perché poco conoscono davvero delle capacità di tanti operatori. Con poche decine di migliaia di euro e con uno staff organizzativo minimo, Casale ha sempre offerto nel mondo della cultura teatrale iniziative culturali più che dignitose! Ma Giancarlo non si occupava solo della stagione teatrale. Grazie al suo impegno organizzativo, molto prima della “Notte della Taranta”, a Casale è partita Folkermesse, la città ha aderito al circuito di “Blues al Femminile”, ha portato la residenza teatrale in giro per i paesi del Monferrato nel ricordo della realtà delle “Cave di cemento”…, ha impostato un discorso di ospitalità per decine di realtà del mondo della musica e della danza. Credo che qualcosa del Municipale per tutte queste ragioni debba dire di lui e della sua “fedeltà” alla città e credo, soprattutto, che, in un tempo dei crisi della finanza pubblica come quello che stiamo vivendo, la scomparsa di Giancarlo possa significare un invito rivolto a tutti a privilegiare il teatro e le proposte culturali di qualità e a non decapitare bilanci già ridotti al lumicino. “Perché la cultura – diceva un celebre filosofo inglese – rende un popolo facile da governare, ma impossibile da ridurre in schiavitù!” Adesso che ho scritto queste poche righe, viene meno la tristezza e penso al sorriso di un uomo perbene che aveva un grande rispetto per la memoria.

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Michele Castagnone

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