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Un'insegnante: "Perché lo spettacolo non ha reso un buon servizio ai ragazzi"

Il giorno 10 febbraio diventato, con legge dello Stato n° 92 del 30 marzo 2004, giorno del “Ricordo” dei tragici avvenimenti che hanno riguardato l’Istria e la Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945,( più sinteticamente conosciuto come giorno delle foibe), l’amministrazione comunale, attraverso il suo giovane assessore Riboldi, ha offerto agli alunni delle scuole cittadine una “commemorazione” a dir poco inadeguata dei tragici,complessi e comunque esecrabili avvenimenti del periodo. Come insegnante, mi permetto di dire che non si è reso un buon servizio alla memoria perché si è trasferita ai ragazzi una testimonianza “teatralizzata” di un giovane repubblichino che racconta la sua drammatica esperienza, senza la doverosa e seria contestualizzazione storica che sempre ci vorrebbe per onestà intellettuale, specialmente quando ci si rivolge ai giovani che poco ne sanno. Per far comprendere un periodo storico bisogna sempre inquadrarlo, estenderlo nel tempo e nello spazio. Nello spazio: cosa stava succedendo in Europa negli anni ’40, anni delle foibe e dell’ esodo? Si deve ricordare che l’Italia era il paese aggressore, bisogna ricordare che le sciagure che colpirono istriani e giuliani vedevano negli stessi anni esodi e spostamenti di popolazioni (soprattutto tedeschi ma anche polacchi, ucraini, baltici , ungheresi) dell’ ordine di circa15 milioni di persone con un numero di morti fra 1, 2 milioni; non voglio fare una lezione di storia, certamente, però queste cose è doveroso dirle, ma non sono state dette. La recita del giovane e bravo attore è stata accattivante, sicuramente, ha persino suscitato applausi e risate anche in momenti drammatici che forse non sono stati recepiti come tali. Lo “spettacolo” è stato costruito per piacere, per avere consenso, non per far pensare, per informare. Si è scelta la via più facile e “redditizia”per presentare una versione di parte degli avvenimenti; così si sono ottenuti gli applausi dei ragazzi che si sono “ divertiti”, come qualcuno ingenuamente si è lasciato sfuggire. Mi chiedo è questo che si voleva? Così si è svilito il giorno del ricordo che avrebbe richiesto ben altro spessore culturale. La legittima testimonianza del giovane repubblichino poteva essere accompagnata da altre memorie di parte diversa ma poi, cosa che è mancata, doveva essere introdotta meglio, da uno storico vero e non in modo banale e superficiale come è accaduto. Silvia Sorisio, Libertà e Giustizia circolo di Casale

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