Il mare di Capo Sounion - La Costa Pacifica natalizia
Lunedì ecco il Pireo. Sbarco ad Atene con salita all’Acropoli (patrimonio dell’umanità
Unesco, come il Parco-Santuario di Crea). Partenza con tempo discreto poi dieci minuti di pioggia e vento (la disegnatrice ci rimette l'ombrello mentre cerca il tempio dedicato alla fecondazione, come promesso alla dottoressa Grazia Mansueto).
Un bell'arcobaleno rinfranca al culmine dell'Acropoli.
Poi parentesi allo Stadio Panatenaico ed al Parlamento per fotografare gli Euzones, che però non uscivano dalla garitta (causa gocce di pioggia?). C’è anche chi nel pomeriggio ha raggiunto il capo Sounion premiato da sole limpido, mare blu e coste ancora incontaminate.
Perfetta la guida, Aspasia Lakafosi, per puro caso, siamo fortunati (su una cinquantina di pullman) la stessa di Olympia.
Ritorno al tranonto. Imbarco sulla nave, la grande Costa Pacifica nel suo interno ha incimincaito ad addobbarsi per Natale, il grande salone-foyer di ingresso brilal con mini alberi di Natale, sugli ascensori panoramici parti in mezzo a mile luci. Chi ci segue in video da casa (il capo di gabinetto del Comune....) nota una falsa partenza da Atene, dopo mezz’ora di slalom nel grande bacino portuale il comandante annuncia che deve rientrare per un’emergenza sanitaria (che non riguarda, fortuntamente, nessuno del nostro gruppo). Tutto bene.
Luigi Angelino
PER SAPERNE DI PIU'
Capo Sounion (in greco antico Άκρον Σούνιον - Άkron Soúnion e in greco moderno Aκρωτήριο Σούνιο - Akrotírio Soúnio, in latino Sunium promontorium; chiamato sotto la Repubblica di Venezia "Capo Colonne") è un promontorio situato sulla punta meridionale dell'Attica in Grecia, a circa 69 km da Atene.
Su di esso si trovano i resti di un tempio greco dedicato a Poseidone, e di un secondo tempio dedicato ad Atena.
Secondo il mito sarebbe il luogo dal quale Egeo, re di Atene, si sarebbe gettato nel mare al quale venne dato il suo nome (mar Egeo). Il primo riferimento letterario è nell'Odissea di Omero: doppiando il capo, muore il nocchiero della nave di Menelao, e sulla spiaggia sottostante vengono tenuti i suoi funerali.
Il sito era frequentato sin dalla fine dell'VIII secolo a.C., come provano i rinvenimenti archeologici, ed Erodoto[2] ci informa che nel VI secolo a.C. vi si teneva una processione, nella quale i capi ateniesi si recavano al promontorio via mare su una barca sacra.
Il tempio arcaico fu probabilmente distrutto durante l'invasione di Serse dell'Attica del 480 a.C. Dopo la sconfitta persiana nella battaglia di Salamina una intera trireme nemica portata nel santuario e dedicata a Poseidone. Il tempio venne ricostruito in marmo probabilmente intorno al 440 a.C. Durante la guerra del Peloponneso, nel 413 a.C., il sito venne fortificato
Il tempio era un periptero dorico esastilo (con sei colonne sulla facciata); del colonnato restano tuttora in piedi 18 colonne delle 42 originarie. La posizione panoramica a picco sul mare lo rese ben noto ai viaggiatori e fu visitato anche da lord Byron, che vi lasciò incisa la propria firma sulla base di una delle colonne e che menzionò il Sounion nel suo poema Don Juan.