Ingrao: "Perché non ci sono giovani nel PD? Il segretario Muzio pensi a recuperarli. E ascolti le minoranze"
di Calogero Ingrao, medico, ex segretario PD Casale
All’ultimo congresso del Partito Democratico per l'elezione del segretario cittadino, sono stato informato dal mio amico e collega Giovanni della desolante assenza di giovani durante i lavori congressuali. Abbiamo con rammarico constatato che il P.D., nato solo tre anni fa è, in questa città, pressoché costituito da iscritti over 50 che a fatica, ma al meglio delle loro possibilità culturali ed intellettuali, cercano di mantenersi al passo coi tempi della politica e di testimoniare con il loro impegno i valori che questo Partito rappresenta nella società italiana. Ci siamo allora chiesti dove sono finiti i giovani Casalesi? Possibile che un partito come il nostro non riesca ad attrarre interesse- curiosità-entusiasmo-passione tra i giovani? Ci rendiamo conto da tempo oramai che i nostri giovani avvertono un cronico disagio determinato: dall’incertezza per il loro futuro, dalla precarietà psicologica, dalla ricerca di spazi espressivi non facili da trovare, spesso fuori dai luoghi canonici della partecipazione sociale e dalla spinta alla trasgressione e all’evasione. Sono venuti meno nel tempo le figure di riferimento e i luoghi di mediazione tra i bisogni individuali e le istanze della collettività; c’è grande incertezza, nelle famiglie, nelle scuole, nella vita associativa, su quali valori e mete proporre ai giovani, e sovente si interpreta l’azione educativa come semplice accompagnamento, senza far maturare autonome proposte. In passato dalla sfera politica si attendeva la soluzione e la risposta a tutti i problemi sociali, ma la politica, ed in particolare i suoi rappresentanti, sono risultati inadeguati alle aspettative, di qui la delusione sopravvenuta per chi nella politica aveva riposto ogni speranza. Lo Stato è visto con distacco e disincanto perchè dà sempre meno risposte ai bisogni dei cittadini, determinando, soprattuto, tra i giovani, l’idea che fare politica sia una “cosa sporca” e che sia meglio per le persone oneste non occuparsene. Una cosa che accomuna tutti i giovani, qualsiasi sia il ceto e il grado culturale, è la acuta sensibilità con la quale avvertono i difetti della nostra società: si continua a vivere più a lungo in famiglia, non si ha la certezza di un lavoro stabile e di conseguenza si vede sempre più lontano l’inserimento nel vero mondo del lavoro.
Queste ragioni fanno sì che i giovani non cerchino più nei partiti risposte ideologiche e non guardino più come noi (figli delle precedenti generazioni) ai leader della politica come simboli, modelli da seguire con fiducia. I giovani oggi chiedono una visione del mondo nella quale credere, un modello nel quale identificarsi e si apettano risposte concrete e proposte che prospettino certezze. Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo politico, i giochi di potere, il degrado della morale pubblica, oggi più che mai sono le ragioni per cui regna lo scetticismo tra le nuove generazioni di fatto escluse da una politica e da una cultura estranea al mondo dei giovani.
C’è bisogno quindi di una svolta vera, occorre aprire le porte del nostro partito ai giovani e con pazienza ascoltare i loro problemi, le loro richieste e le loro proposte. Rivolgo pertanto un appello al nostro neo eletto segretario Sen. Angelo Muzio ad organizzare al più presto in città un tavola rotonda di discussione sulle tematiche giovanili invitando le famiglie e tutte le associazioni che si occupano dei giovani a Casale; questo passo deve servire per cominciare un percorso virtuoso che riporti alle nuove generazioni la speranza di un futuro migliore, perché i giovani hanno bisogno di riaccostarsi alla politica e la politica, in particolar modo il Partito Democratico di questa città, ha bisogno di tutti i giovani per poter sperare di avere una lunga e costruttiva esistenza nella società italiana e nella nostra città.
E’ auspicabile che a Casale il PD possa rinnovarsi anche nella sua classe dirigente, che deve “ringiovanirsi” e valorizzare tutte le sue componenti interne, accogliendo i suggerimenti di quelle minoranze attive ma poco influenti che lavorano per far uscire il PD dai vecchi schemi di potere, dalla “vecchia politica” avvertita con diffidenza come “casta”. La sfida che attende il coordinatore Muzio è importante e non può essere trascurata, pena la perdita di ulteriori consensi. Ci sarà tanto lavoro da fare e posto per tutti nel nostro PD cittadino; l’aiuto al coordinatore non mancherà se ci saranno segni di apertura e condivisione di intenti, il PD dovrà essere più visibile sul territorio, dovrà tornare nelle piazze, nelle fabbriche, nelle scuole per segnalare con forza i limiti, le mancanze e del governo centrale e di quello locale.