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Demezzi sul caso-cavalcavia: «Il buon senso dovrebbe consigliare l'Amministrazione a prendere atto del proprio errore e a correggere l'intervento»

Il dibattito casalese dell’estate agostana – quello riguardante l’ormai famoso dosso di strada Cavalcavia – prende nuova vita con l’intervento del consigliere comunale Giorgio Demezzi (Forza Italia).
Dopo le prese di posizioni di qualche giorno fa di Luca Servato (Mdp) e Federico Riboldi (FdI), è ora l’ex sindaco casalese a far giungere la propria reazione all’opera pubblica che – lo ricordiamo – fa tanto discutere per il metodo di realizzazione: un dosso così alto da far raschiare le auto e, se preso poco più che a passo d’uomo, compromettente per le meccaniche stesse.
 
Demezzi, nella sua requisitoria, parte dalla presa di posizione proprio del Comune. L’assessore ai Lavori Pubblici Sandro Teruggi, infatti, aveva così commentato le lamentele dei cittadini: «Capisco tutto ma francamente non mi sembra che l’attraversamento pedonale rialzato del Cavalcaferrovia risulti troppo alto. Se non facevamo nulla, ci criticavano, qualcuno ha voluto che realizzassimo questi due attraversamenti e le critiche ci sono comunque. Pazienza, vorrà dire che la prossima Amministrazione provvederà a ribassare questo attraversamento». E sulla “soluzione”, ovvero andare piano, Teruggi aveva aggiunto: «È stato progettato per il limite dei 30 km/h».
 
«Casale, in estate, è una città calda – ironizza Giorgio Demezzi nella sua replica – e questo fatto, innegabile e ampiamente convalidato quest'anno, comporta alcuni inconvenienti: uno tra tutti il crescente senso di insofferenza. E proprio dall'insofferenza, non certamente meteorologica, sono probabilmente nate le risposte dell'assessore ai Lavori Pubblici al sollevato (mai termine fu più appropriato) problema del limitatore di velocità di strada Cavalcavia».
Entrando nel merito, per l’ex primo cittadino, «il fatto che lo "scalino" sia troppo alto ed inclinato lo dimostrano le ormai decine di righe lasciate dagli chassy e probabilmente dai paraurti delle auto; la spiegazione è semplice, secondo l'assessore "basta andare piano". Parole piene di saggezza, ma un conto è andare piano, altro è doversi fermare per affrontare senza danni l’ostacolo, tra l'altro con una segnaletica scarsa, praticamente invisibile all'imbrunire. Aggiungendo dislivello a dislivello si crea una rampa per il salto in alto, raggiungendo l'effetto opposto in termini di sicurezza. Veicoli che si fermano, in viabilità, significa creare code, forse non se ne sentiva il bisogno in una arteria essenziale per l'accesso in città».
 
Sul lungo periodo, per Demezzi, i disagi non potranno che aumentare: «Strada Cavalcavia è già messa duramente alla prova dalla coda nella rotonda che si crea ogni mattina grazie alla improvvida gestione del semaforo di via Cavour. Possiamo immaginare quale sarà l'entità della coda creata dal nuovo ostacolo appena questa si mescolerà con la coda della rotonda e con la coda che si creerà da parte delle vetture che tenteranno di raggiungere la zona industriale».
 
Stoccata finale da parte dell’ex primo cittadino: «Una via di uscita esiste. Infatti, dice Teruggi, “vorrà dire che la prossima Amministrazione provvederà a ribassare questo attraversamento”. Qui siamo alla perfezione! Un’Amministrazione, che ricordiamo spende denaro pubblico, improvvisa soluzioni sperando che quella successiva risolva i problemi creati non si era mai vista! Il buon senso dovrebbe invece consigliare l'Amministrazione a prendere atto del proprio errore e a correggere l'intervento in modo da evitare pericoli e disagi ai cittadini».

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Michele Castagnone

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