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A Palazzolo, chiesa con capolavori

Da tempo Maria Grazia Bertinetti (amica dal concorso letterario di Crova e dalle crociere Monferrato-Stat) ci aspettava per farci ammirare la parrocchiale di Palazzolo già appartenente alla diocesi di Casale e poi aggregata nel 1803 con molti altri comuni a quella di Vercelli e sabato fendendo la nebbia la accontentiamo.Con lei all’arrivo una seconda cortese guida: Lucia Zandarin. Le due signore ci attendono nella piazzetta antistante l’imponente facciata della parrocchiale dedicata a San Germano Vescovo. E’ molto antica, sorta in stile gotico come attestano gli archetti della facciata, venne ristrutturata nei secoli successivi quando l’interno fu ridisegnato in stile barocco e venne aggiunto il pronao, al cui lato si conserva una testa muliebre in marmo, forse appartenente ad una stele funeraria, che attesta l’intensa presenza romana nel territorio. Entriamo per la visita della chiesa, a partire dalla prima cappella a destra dell’ingresso con la Madonna del parto, a seguire quelle di Sant’Antonio con la tela di Gugliemo Caccia e dello Spirito Santo con altare e paliotto in marmo. Dal presbiterio, dietro l’altare maggiore, si accede alla settecentesca cappella con altare dove sono conservate le reliquie dei compatroni del comune, i Santi Caio e Faustina, provenienti dalle catacombe romane di San Callisto. Furono donate nel Seicento dal card. Maurizio di Savoia al Beato, il padre francescano Bonaventura Relli che le portò a Palazzolo. La duchessa Margherita di Savoia fece dono nel 1626 dell’urna in ebano a doppia serratura, le cui chiavi sono conservate dal sindaco e dal parroco. Scendendo la scala leggiamo i nomi dei parroci che si sono susseguiti a partire dai primi decenni del Quattrocento. Proseguiamo la visita con la Madonna lignea della cappella del Rosario; in quella successiva del Suffragio ammiriamo un bell’esemplare di paliotto in scagliola con i simboli del Calvario realizzato da Pietro Solari, artista comasco originario della Valle d’Intelvi, negli anni Venti-Trenta del Settecento. L’ultima cappella verso l’uscita, a fianco del fonte battesimale, è dedicata a San Francesco. Venne eretta e dotata di un lascito per una Messa quotidiana, come ricorda l’epigrafe con lo stemma della famiglia, a spese di Giovanni Pietro Musso, oriundo di Palazzolo e cittadino di Casale, segretario della Camera ducale del Monferrato, e padre, ci dice la nostra guida, del pittore casalese Nicolò Musso. Una breve visita, prima della partenza, anche al vicino oratorio della Confraternita degli Angeli, oggi utilizzata come chiesa invernale. In piazza una terza chiesa, sconsacrata, è dedicata ai Santissimi Pietro e Paolo.

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Michele Castagnone

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