Il coraggio di conoscere, il bisogno di andare oltre: al Balbo il laboratorio amianto
di Alberto Marello
«Non è né un cinema né un’aula scolastica».
Carlo Degiacomi ci presenta così, in anteprima, il laboratorio amianto, realizzato all’interno del plesso di piazza Castello dell’Istituto Balbo, che sarà inaugurato sabato 29 alle 10,30.
Lui, che con il figlio Manuele è uno dei progettisti, da quasi un anno scava negli archivi delle famiglie colpite dalla fibra killer, in quelle dei giornali, nelle videoteche e ovunque possa trovare materiale per dare sostanza a questo percorso unico nel suo genere. E ha ragione.
Non è un cinema e nemmeno un’aula. Neppure un museo. Sembra più una scatola che vive di vita propria, in un’altra dimensione.
Le pareti sono nere e le luci guidano a 360 gradi le persone che vogliono conoscere la storia di un rapporto drammatico come quello di Casale con l’Eternit.
Il laboratorio è una terra di mezzo tra passato e futuro. E dentro a quella scatola nera si deve entrare con «il coraggio di conoscere» per uscirne con «il bisogno di andare oltre». Guardare, toccare, interagire, comprendere, elaborare.
È la storia di Casale e del Monferrato, un percorso che la gente di questa terra ha avuto il coraggio di intraprendere per rendere il futuro dei propri figli migliore, più salubre.
«È un tentativo - spiega Degiacomi - di coinvolgere le persone attraverso una vera macchina della divulgazione». La fabbrica, la presa di coscienza del dramma, le bonifiche e, infine, il futuro.
E poi le persone, vere protagoniste di questa storia di riscatto umano.
Un percorso che potrà essere calibrato in base a chi ne fruirà: bambini delle elementari, studenti delle superiori o adulti: «È un’aula molto flessibile - dice Degiacomi - dentro alla quale non mancheranno anche i momenti dove le emozioni d’impatto si faranno sentire».