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A tu per tu...
Paolo Pia: «La carta vincente? È il lavoro di squadra»
Amministratore del Gruppo STAT

Un oggetto per me misterioso fa bella mostra di sé sul tavolo della sala riunioni degli uffici del gruppo STAT e mi chiedo come mai sia lì, poi capisco perché. Paolo Pia me ne spiega la simbologia: «È uno strumento rappresentativo della nostra organizzazione: precisione, efficienza, distribuzione di forza. È un differenziale meccanico che, per definizione, riceve la forza e la trasmette differenziata tramite i due semi assi alla ruota di destra e di sinistra per consentire una migliore aderenza in curva sfruttando a pieno la potenza prodotta. È proprio quello che succede nelle aziende appartenenti al gruppo STAT che ogni giorno producono sinergicamente valore, sfruttando la forza dove più necessita, al fine di affrontare e superare le criticità del quotidiano, cogliendo, ove possibile,le migliori opportunità di performance, come un perfetto ingranaggio».
Paolo Pia, imprenditore di successo di 54 anni, amministratore del sopraccitato gruppo STAT, afferma che nel lavoro “fare squadra” sia per un’azienda la carta vincente e vincente la STAT senza dubbio lo è.
Incontro Pia nei suoi uffici di via Motta e come sempre mi succede quando ho di fronte un essere umano positivo sotto tutti i punti di vista provo una forte curiosità di capire il suo modo di affrontare i vari fatti della vita quindi intervisto l’imprenditore amabile e accogliente desiderosa di conoscere la sua storia professionale e personale.
Pia si è sposato con Simona, donna bella e intelligente che lavora nell’azienda e ha un figlio, Alessandro, di 22 anni che si prepara (oggi studia negli USA) al lavoro che dovrà svolgere con il padre.
«La famiglia è il mio punto di forza, poi viene il lavoro che mi appassiona. Sono un uomo fortunato e sereno che non teme le difficoltà perché so che si devono affrontare e superare. Nel corso della vita dell’azienda abbiamo passato anche periodi difficili, soprattutto negli anni ottanta quando è mancato mio padre e c’è stato un cambio generazionale».
«La passione per quello che facevamo ci ha aiutato a superare i momenti critici perché capivamo che i sacrifici erano motivati. Oggi l’azienda nata nel 1919 per una felice intuizione e le scelte giuste del nonno Evasio va molto bene e i dati del gruppo STAT sono tutti vincenti. Abbiamo 110 bus,percorriamo 8 milioni di chilometri all’anno, lavorano in varie città sei agenzie, i dipendenti sono 180, e facciamo 35 milioni di fatturato all’anno con un aumento annuo del 25% e si continua a registrare una crescita».
Pia afferma che bisogna sapere prevedere i problemi ed essere capaci di mantenere una buona reputazione, la stima dei clienti e la capacità di adeguarsi sempre alle nuove realtà: «Ritengo che il futuro sia positivo purché nel mondo ci sia la pace».
Carte vincenti sono per l’imprenditore il saper mantenere la propria tipicità e la capacità di essere attenti alla realtà che cambia.
«Anche i giovani devono imparare ad affrontare le difficoltà, purtroppo i genitori non sempre insegnano a farlo».
Per Paolo il rispetto verso gli altri, l’onestà, la sincerità e l’umiltà sono le qualità che più qualificano gli esseri umani, se queste mancano «prende il sopravvento il male».
«Io cerco di coltivare in me queste caratteristiche, ciò che nel mio carattere eliminerei è l’eccessiva sensibilità. Sono contento, invece, di essere molto curioso per “le cose del mondo” che voglio conoscere e comprendere».
Ciò che più occupa l’interesse di Pia è il lavoro: «Non ho molti hobbies: cammino, leggo libri soprattutto di avventura, mi piacciono tutti i film ad esclusione degli horror e... mangio di tutto, tuttavia non cucino infatti (dice sorridendo) so fare solo due omelettes e la fiorentina».
Pia rimpiange solo di non essere stato uno studente più diligente (ha conseguito la maturità scientifica) e di non aver trascorso più tempo con suo figlio quando era piccolo. Prova sentimenti profondi verso i famigliari, anche scomparsi che - dice - «sono presenti in me ogni giorno e non mi sento mai solo... penso che un giorno li incontrerò nuovamente».
«Ho fede, credo nella vita oltre la morte e non ho paure, solo, spero, morendo di non lasciare problemi irrisolti».
Pia che conosce gran parte del mondo e ha visitato molte realtà ama l’Italia che ritiene il paese più bello, Roma «non c’è un’altra città che la possa uguagliare» e Casale «è bella e tranquilla e a Casale si vive bene purtroppo il calo demografico la penalizza».
L’equilibrio e la serenità di Paolo fanno nascere in chi lo ascolta la curiosità di conoscere più aspetti del suo percorso umano e professionale ma purtroppo dobbiamo lasciarlo non prima però di avere visitato anche l’officina meccanica (di cui è molto orgoglioso) e i depositi dei bus che ci fanno pensare a giganti addormentati pronti a sfrecciare per le vie del mondo.
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