Camino e sei frazioni: sessanta caduti per la Patria
di Luigi Angelino e Dionigi Roggero
Venerdì in una giornata di gran sole (ma l’afa è finalmente mitigata dalla brezza che arriva dai laghi) appuntamento davanti al municipio di Camino con l’assessore Renato De Piccoli (non dimenticato impaginatore de Il Monferrato a Villanova...)e con Gilberto Delladonna, presidente della Pro Loco, per ricordare i 60 caduti nella prima guerra mondiale residenti a Camino e nelle sei frazioni. E’ anche un Viaggio nel verde di una zona ancora incontaminata (ma quelle strade dissestate con cui lotta il bilancio comunale...).
Sull’auto comunale con la doppia guida (automobilistica e storica) dell’assessore iniziamo il tour.
Un breve tratto di strada tutta curva ci porta a Zizzano, la più piccola delle frazioni del comune con la chiesa dei Santi Rocco e Stefano. Del luogo ci resta il ricordo di Villa Corrado.
Poi proseguiamo per Brusaschetto. Scendiamo a valle, alla nostra destra i famosi lagoni (area naturalistica con aironi e cormorani), di fronte la centrale Enrico Fermi di Trino.
Prima tappa nella piazzetta davanti ai murales di Sandro Perucca (v. foto notizia), poi sosta davanti al monumento originale privo, per ordine di Mussolini, della statua in bronzo del soldato che lo sovrastava. La chiesa del luogo, dedicata a Sant’Emiliano, è gravemente lesionata.
Proseguiamo per Rocca delle Donne, frazione nota per la storia di un convento di clausura femminile un po’ allegro. Ora il produttore di miele Marco Bianco è alle prese con le sue arnie. All’ingresso del cimitero una lapide ricorda i due caduti della prima guerra mondiale (Modesto Peretti e Oreste Siccardi). Dal secondo conflitto, invece, grazie ad un voto fatto sono tornati tutti a casa, tranne tre ebrei che avevano soggiornato in paese: Guido Norzi (nato a Vercelli nel 1886) arrestato a San Remo con la figlia dodicenne Anna Luciana (nata a Casale nel 1931) e Marco, ingegnere, nato a Torino nel 1918 e arrestato a Gaggiolo (Varese). Vennero deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, da cui non fecero più ritorno. I loro nomi sono ricordati sul monumento davanti al ristorante Billybau, poco distante dalla chiesa di Santa Caterina. Sulla lapide verrà aggiunta la stella di David. Ripartiamo mentre da una delle porte scorrevoli aperte dell’auto comunale esce velocissimo un gatto.
Lasciamo da parte la vecchia strada che portava alle Porte del Po, dove c’era il traghetto, e raggiungiamo Castel San Pietro, la più popolosa delle frazioni e fino al 1929 comune autonomo. Lasciata la chiesa di Santa Liberata arriviamo al monumento ai caduti delle due guerre, con in elenco anche quelli di Isolengo. E’ di fronte alla canonica, sotto la chiesa di parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Raggiungiamo Piazzano, passando sotto il voltone storico, poi a fianco della casa natale del Profeta Mansur (personaggio cui abbiamo dedicato un Viaggio d’autore, vedi sito internet) sosta sul piazzale della chiesa di San Giorgio. Sul monumento originale è stata posta una lapide coi nomi dei caduti dell’ultimo conflitto con i due dispersi in Russia. Di fronte il bed&breakfast la “Canonica dei Templari”.
Poi Isolengo, davanti alla chiesa di San Martino, anche qui il monumento originale è stato modificato con l’aggiunta dei caduti della seconda guerra mondiale. Siamo di ritorno a Camino mentre le campane della chiesa parrocchiale di San Lorenzo suonano il mezzogiorno. E’ d’obbligo una sosta per ristorarci alla “Fontana dei cento comuni”, costruita su progetto dell’ing. Aldo Rondelli e inaugurata nel 1940 a ricordo della costruzione dell’Acquedotto del Monferrato. Era prevista la realizzazione contestuale del monumento ai caduti, che invece fu eretto tra il 1946 e il 1951. Sul piedistallo, con elenco dei caduti, è collocata la statua di bronzo di un soldato senza elmo e con fucile a tracolla. Il monumento è stato spostato davanti al cimitero, al cui ingresso sono murate le due lapidi originali coi nomi dei caduti del paese.