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  • 19 gennaio 2012
  • Casale Monferrato

Eternit: «Senza princìpi siamo destinati all'autodistruzione»

Raramente capita di leggere uno scritto così impregnato di livore e odio politico come la lettera di Matteo Zullo pubblicata sul Monferrato di venerdì scorso: una serie di insulti, per cui tutta quella parte della città che si oppone all’accettazione dell’offerta Schmidheiny è composta da una serie di sfaccendati “perennemente in mobilitazione contro questo o quest’altro… nel rifiuto pregiudiziale di ogni discussione pacata… nell’odio preconcetto riversato sul sindaco”. E i tanti che, pur non essendo subdoli nostalgici del comunismo, si sono uniti alla protesta, non sono altro che una massa di citrulli in buona fede. Il tutto condito da affermazioni totalmente avulse dalla realtà: l’Intellighenzia del paese costituita da “rivoluzionari senza rivoluzione” è ormai da tempo sostituita da magnaccia e veline ; Giampaolo Pansa bandito dalla città, risulta avervi presentato tutti i suoi libri, seppure accompagnato da legittime critiche. Sarebbe forse meglio, nel terzo millennio, anziché rimanere avvinghiati a ideologie sul cui ruolo si esprimeranno gli storici, pensare se non sia il caso di costruire una società che, per dirla con Zullo, scelga se è meglio seguire i principi o il denaro. Personalmente penso che una società basata sull’arricchimento e priva di principi, oltre ad essere profondamente ingiusta è destinata all’autodistruzione, e già da tempo ne abbiamo evidenti sintomi. Ma proviamo pure a dimenticare l’etica, il senso di giustizia, il rispetto per coloro che da questa produzione sono stati uccisi e i casalesi che anche in questi giorni soffrono per il terribile male causato dall’Eternit e ragioniamo, obbedienti al Dio Denaro, in termini strettamente economici. Prima di accettare un’offerta, qualunque persona avveduta avrebbe valutato se l’offerta copriva almeno il danno materiale: la bonifica dei magazzini e della fabbrica, le rimozioni effettuate da edifici pubblici (es. l’Ospedale) e privati, e le bonifiche che ancora aspettano di essere effettuate, tenuto conto che i manufatti di eternit, grazie ai quali Schmidheiny è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo, non sono solo sui tetti, me anche negli acquedotti, nelle canne fumarie, ecc. Ed ancora, visto che il Comune in questo processo rappresenta l’interesse pubblico, il costo delle cure delle 1.700 persone morte di mesotelioma e dei tanti operai Eternit, la quasi totalità, che contrassero l’asbestosi, malattia non mortale ma fortemente invalidante, per questo ancor più costosa, e le relative pensioni di invalidità erogate dall’INAIL. Questo calcolo non è stato fatto, ma la Giunta Demezzi ha accettato l’offerta di Schmidheiny come un mendicante accetta l’elemosina. Peraltro è disonesto stigmatizzare i costi del Sistema Sanitario se, anziché fare prevenzione, si trasmette il messaggio che per denaro e con il denaro si può comprare la salute dei lavoratori e dei cittadini. Aver perseguito con tanta ostinazione, sordi ad ogni ragionamento e ad ogni protesta, questa decisione fortemente impopolare induce al sospetto che la ricompensa al ritiro del Comune dal processo non consista solo nei 18 milioni che finiranno nelle casse del Comune. Per questi motivi nessuna solidarietà al Sindaco Demezzi e alla sua giunta.

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Michele Castagnone

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