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Giovanni Vannicelli

«Futuro? Diventare un violino solista»

Ha studiato e suonato a Milano, Novara e Lugano

Il violino è uno degli strumenti  più complessi e necessita molti anni  di  studio  e  grandi  conoscenze  tecniche  e  soprattutto  un grande impegno. Giovanni Vannicelli, nato a Milano ma ora residente a Camagna Monferrato, ci ha raccontato il suo percorso da violinista, le difficoltà, i sacrifici ma anche le soddisfazioni che ha ottenuto e cosa spera il futuro abbia in serbo per lui ora che è diventato alunno di Sergej Krylov a Lugano. 

«La prima volta che ho suonato il violino prendendo lezioni ero piccolo, avevo cinque anni. Ho scelto il violino perché mi affascinava la chitarra e l’avevo scambiato per quella, però mi è piaciuto subito. 

Provengo da una famiglia molto musicale:  mio  padre  suona  il  pianoforte ed è diplomato al conservatorio e molto appassionato di musica classica anche se poi nella vita fa altro, mentre mia mamma è una cantante lirica. Ho sempre sentito come la necessità di suonare. Inizialmente studiavo in parallelo violino e pianoforte. 

Per un periodo poi a 7 anni avevo scelto di proseguire solo con il pianoforte, però proprio allora ho capito che mi interessava suonare il violino in modo serio. 

Quando avevo 11 anni mi hanno iscritto al conservatorio di Milano e dopo a Novara dove ho avuto l’opportunità di studiare con Ivan Rabaglia. Dal 2021 al 2024 ho anche seguito lezioni private con Rudens Turku, un insegnate tedesco che lavora in Austria. 

Adesso sono stato accettato nel conservatorio di Lugano, dove ho l’opportunità di essere uno dei due alunni di Sergej Krylov, un solista russo.»

«Il violino mi piace particolarmente perché è lo strumento più solista anche in un’orchestra. Può 

fare la spalla ed è primus inter pares. Inoltre è, insieme al piano, uno degli strumenti con più parti suonate da solo mentre gli altri spesso accompagnano. Riguardo a cosa verrà dopo sto ragionando passo per passo, vorrei raggiungere il migliore obbiettivo diventando violino solista. Mi piacerebbe però anche un posto come primo violino in un’orchestra. All’interno di un’orchestra ho già lavorato come spalla a Novara e mi è piaciuto parecchio. La preparazione è stata snervante però ricoprire un ruolo così importante è molto gratificante. Non escludo di dedicarmi alla musica da camera, magari a Lugano troverò colleghi bravi con cui partecipare a concorsi e fare concerti, però delle opzioni è quella che mi interessa meno, perché non me ne sono occupato fino ad ora.»

«Anche quest’anno avevo numerosi obbiettivi, non sono riuscito a portarli tutti a termine, anche perché avevo un anno complicato dal punto di vista scolastico, avendo avuto la maturità. Riuscire a conciliare lo studio con il violino è stato molto complicato, però la scuola mi ha aiutato. Mi hanno permesso di fare alcune scelte  come  il  PCTO  all’Accademia Perosi di Biella che è un contesto che conoscevo già e mi hanno fatto avere il Pdp. Nonostante questo far stare insieme le due cose è stato molto difficile. 

Arrivavo a casa intorno alle due e passavo tutto il pomeriggio a studiare violino. Anche perché è uno strumento complesso e ci si deve allenare di media cinque ore al giorno. La mole di studio era molto grande di conseguenza dovevo studiare la notte. Fare le nottate devo ammettere che è stato provante anche se poi sono riuscito a prendere voti molto buoni. Ce l’ho fatta però in uno dei miei intenti principali ovvero entrare in un conservatorio all’estero, le opzioni erano Lugano o l’Austria. Un altro obbiettivo che ho coronato è stato fare alcuni concerti con l’orchestra del conservatorio di Novara. Il prossimo anno ho intenzione di lavorare molto di più e riuscire a vincere delle competizioni che non solo danno dei premi in denaro, ma permettono anche di incidere dischi e fare concerti»


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