Dopo le terribili epidemie di peste che nel tardo medioevo e in età moderna avevano decimato la popolazione italiana, altre malattie, allora molto gravi, come il vaiolo, il tifo, la malaria e la tubercolosi, avevano fatto molte vittime nei secoli successivi, ma nessuna di queste aveva coinvolto emotivamente l’opinione pubblica, risvegliando ataviche paure, come il «cholera morbus»: la malattia per antonomasia dell’Ottocento.
Proveniente dall’India, il cosiddetto “morbo asiatico” era comparso in Russia nel 1829 e poi si era rapidamente diffuso in occidente. In Italia era giunto nell’estate del 1835 dalla vicina Francia, per poi diffondersi in molti stati italiani con ondate epidemiche che si ripresentavano regolarmente ogni dieci anni.
Tra le epidemie più gravi per portata e intensità si ricordano quelle del 1854-55 con oltre 250.000 morti e del 1866-67 che provocò quasi 150.000 decessi in Italia. In quegli anni anche molti paesi del Monferrato erano stati colpiti dal morbo asiatico che, soprattutto nei mesi estivi, faceva registrare una elevata mortalità. Dai registri anagrafici di Frassinello, ai 18 decessi dell’anno 1866, il numero sale vertiginosamente ai 58 dell’anno successivo, con una punta di una trentina di morti nei soli mesi di luglio, agosto e settembre.
Era quindi naturale che ancora una volta la comunità di Frassinello si rivolgesse alla Vergine, alla quale fin dal Cinquecento aveva dedicato una cappella votiva, demolita durante le guerre in Monferrato e quasi subito ricostruita “dalla compagnia delle vergini di quel luogo”.
In seguito al voto fatto per la fine dell’epidemia, il santuario della Madonna delle Grazie fu sottoposto ad un’opera di ristrutturazione nel corso della quale comparve sulla volta del presbiterio, a futura memoria, la grande “Madonna dei colerosi” realizzata nel 1894 dal pittore Ferdinando Bialetti nato aMede nel 1864 e morto nel 1958.
Dovette passare quasi un ventennio prima che il “bacillo virgola”, l’agente patogeno della malattia, fosse individuato e isolato grazie agli accorgimenti di Francesco Negri, come ricorda Enzo Greco nel volume dedicato al fotografo casalese.
«Il gruppo di microfotografie del vibrione del colera è il più numeroso, ricco come è di oltre cinquanta esemplari. L’agente eziologico del colera asiatico è scoperto da Koch nel 1882; nel 1884 Negri dà di questo bacillo la prima documentazione fotografica che prosegue anche l’anno seguente».
E poi aggiunge: «Occasione gli viene offerta dalle piccole epidemie coleriche che nel settembre-ottobre 1884 colpiscono Pontestura e Vialarda nei pressi di Casale. Immediatamente [il Negri] affronta lo studio della malattia nei suoi aspetti scientifici e pratici e per questa benemerenza il Ministero della Sanità del tempo lo rimerita con una medaglia d’argento».
A partire dall’unità d’Italia le epidemie di colera ebbero un’intensità minore, fino all’ultima apparizione del terribile morbo nel 1910-11.
Dionigi Roggero
I RESTAURI URGENTI: PARTONO I LAVORI- Dopo il “volo su Vienna”, “viaggio d’autore” a Frassinello, il legame è il Circolo filatelico di cui Mario Cravino è tra i maggiori esponenti e gli consegniamo le cartoline con i timbri degli aeroporti toccati per mandato del suo presidente Ugo Gallo e del gen. Pellegrini.
Cravino nel contempo è presidente del Comitato di San Spiridione il santo protettore del paese (dalla grandine e non dalle trombe d0aria che hanno appena massacrato l’abitato), per inciso il Santo è onoratissimo a Corfù dove sono conservate le sue spoglie e un giorno si farà un gemellaggio Monferrato-Egeo.
Siamo in Municipio ricevuti dal sindaco Maurizio Scagliotti dall’assessore Patrizia Martinotti dall’amministratore parrocchiale don Samuele Battistella (abitava a casa Maioglio di Fubine) e da Paolo Balconi dello studio Cappa che ha progettato i restauri della parrocchiale dell’Assunzione di Maria Vergine quanto mai urgenti, come vedremo. Al più presto (probabilmente venerdì 12) in parrocchia l’arch. Maria Rosa Cappa presenterà il progetto restauro alla popolazione, presenti amministrazione, imprese, fondazioni (relatore storico Cravino che su Frassinello sa tutto).
I lavori inizieranno nella prima settimana ottobre, la chiesa sarà chiusa al culto a metà settembre, la messa sarà officiata al santuario della Madonna delle grazie o a Sant’anna.
Ci si trova di fronte a un lotto unico per una spesa di 233 mila euro.
Il indaco auspica di poter rientrare in parrocchiale a Natale 2009.
Bisognerà coinvolgere le associazioni locali per sponsorizzare il restauro di piccoli arredi, quadri, del preziosoo rgano e a conclusione ricordarlo con una targa dedicatoria. A proposito di quadri ammiriamo una chicca che, restaurata, potrebbe ritornare nella sua cappella primitiva: una “Madonna del Rosario” dell’Alberini oggi conservata in luogo sicuro.
Entriamo nella chiesa di Frassinello dalla piccola scalinata sulla piazza del Municipio, la navata centrale (più elevata rispetto alle laterali) è sovrastata da una cupola al centro del transetto mentre sulla destra troviamo una cappella dedicata alla Madonna, ornata di stucchi e piccole tele secentesche dei Misteri del Rosario (ci ricorda quella di San Paolo di Casale); nell’altra cappella è conservata, sotto l’altare, una pregevole statua lignea secentesca del Gesù Deposto. Dal pulpito ha predicato il genovese Giacomo Della Chiesa prima di diventare papa col nome di Benedetto XV.
Verso la metà del 1800 la chiesa venne abbellita con figure e decorazioni interne, opera del Martini di Robella, ripresi (1974) da Enrico Baffoni a causa del forte degrado dovuto ai gravi problemi di umidità che da sempre caratterizzano la struttura. In quell’occasione fu rimaneggiata anche la facciata. Dalla documentazione reperita, appare evidente che la facciata era decorata da pigne e capitelli, asportati probabilmente nei primi decenni del XX secolo. Le pigne, molto rovinate, sono ora conservate nel giardino della casa parrocchiale, le vediamo tra l'erba.
L’edificio da sempre presenta tracce evidenti e gravi di umidità a partire dalla facciata principale, sulle murature, nelle cappelle laterali (con forti danni a stucchi e altari) e infine nella pavimentazione. Di qui l’urgenza, ripetiamo, dei lavori (per fortuna si sta per iniziare).
Un salto infine a Madonna delle Grazie all’entrata del paese verso Casale. Dalla casa che ospitava il romito esce Giovanni Barberis, ex corazziere, originario di Moleto, dice al parroco che ha appena cambiato 150 tegole volate per il fortunale di ferragosto.
Il Santuario ricorda due voti per la peste di manzoniana memoria e per l’epidemia di colera del 1867 ricordatadalla Madonna del Bialetti, scorriamo alcune lapidi delle famiglie Buscaglino e Desecondi e numerosi ex voto. Tutto da studiare, questi “viaggi” non finiranno mai...
Luigi Angelino
FOTO: Una delle tante parti colpite dall'umidità