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Moncalvo: la scala degli eroi

Risale alla seconda metà degli anni Venti del Novecento il progetto per la costruzione di un Parco della Rimembranza e del monumento, su disegno dell’ing. Giovanni Chevalley di Torino, da realizzare sul Bricco Fagiani, sulla strada del cimitero di Moncalvo. Ma solo nel 1956, a causa di difficoltà non solo di natura finanziaria, sorse un Comitato pro erigendo monumento formato dalle associazione dei combattenti e reduci, presieduto dal sen. Vincenzo Buronzo, che chiese il contributo dei cittadini ai quali ricordava che “il sacrificio di fare un bel monumento è infinitamente piccolo di fronte al sacrificio di chi ha dato il fiore della sua giovinezza e delle sue speranze: anzi, per chi ha mente e cuore, il generoso contributo per l’erezione di questa opera di squisita civiltà diventa una preziosa occasione di nobiltà e di gioia”. Quattro anni dopo venne inaugurato il Monumento ai Caduti, cui si accede da una lunga scalinata alla cui base sono stati collocati due obici donati dalla sezione degli Artiglieri di Moncalvo il 16 luglio 1973. Ha la forma di un semicerchio con colonne in pietra ai lati delle due grandi lastre di bronzo con incisi i nomi dei Moncalvesi morti per la Patria, dalle campagne risorgimentali fino all’ultima guerra e alla lotta di Liberazione. Al centro un braciere, ai cui piedi si legge questa frase del sen. Vincenzo Buronzo: “Caddero per la Patria con la visione della loro Moncalvo negli occhi e nel cuore”. In quella occasione fu coniata una medaglia in bronzo, di 36 mm di diametro, celebrativa dell’inaugurazione. Nel dritto una veduta del monumento con la scritta in latino: “Civitas Montiscalvi suis pro Patria filiis peremptis” (La Città di Moncalvo ai suoi figli morti per la Patria) e in esergo “MCMLX”. Nel verso la frase dettata da Vincenzo Buronzo. Nella storia del Monumento anche un episodio di inciviltà su cui Alessandro Allemano pubblicava sul quarto numero di “Pagine Moncalvesi” (gennaio 1998) l’articolo “Un sacrificio non inutile”. In esso, dopo aver denunciato la gravità del fatto cui prontamente l’amministrazione comunale ha posto riparo ai danni, ricordava le persone che contribuirono alla realizzazione del memoriale con queste parole: “Svellendo la lastra marmorea si è macchiata la memoria del geometra Giuseppe Fassio, Tenente Colonnello dei Bersaglieri, animatore di tante iniziative per il prestigio di Moncalvo ed il ricordo degli ideali patriottici, propugnatore dell’erezione del Monumento e del suo rifacimento pochi anni or sono. Pure si è offeso il ricordo di Vincenzo Buronzo, combattente decorato della Grande Guerra, Ufficiale superiore di Fanteria, che ai piedi delle due lastre bronzee dettò, supremo epitaffio, queste poche parole: “Caddero per la Patria con la visione della loro Moncalvo negli occhi e nel cuore”. Si è offeso il ricordo del cavalier Francesco Ronco e di Luigi Valevano, che quel monumento hanno voluto e difeso per la civiltà dei loro concittadini”. Fino alla costruzione del nuovo monumento i nomi dei caduti di Moncalvo dal 1848 al 1919 erano ricordati sulla lapide posta nel primo dopoguerra all’ingresso del palazzo municipale. Una scalinata nel verde Scappando dall’afa casalese domenica il sole ci appare più “amico” filtrato dagli alberi del Parco della Rimembranza moncalvese, un tappeto di aghi di pino soffice favorisce i giochi coi legnetti anche del Jack russel in affido... Salendo la scalea verso le lapidi si ammira il campanile della parrocchiale con le sue diverse banderuole, l’imponente abside trecentesca e più avanti quello aguzzo di S. Antonio in mezzo alla Fracia Da una parte il susseguirsi delle colline e dall’altra non bisogna guardare la massiccia cantina sociale che schiaccia una chiesa settecentesca, senza tetto. Il complesso, compresa l’aquila messa dagli alpini, ha un che di sacrale, da Monferrato degli eroi. E’ un peccato rituffarsi a valle.

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Michele Castagnone

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