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  • 15 settembre 2011
  • Odalengo Grande

No Porcellum, sì Mattarellum?

Cari Mariuccia Merlo e Corrado Calvo, abbiamo letto del banchetto che avete organizzato a Casale per la raccolta firme pro referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale “porcellum” che non consente ai cittadini di scegliere i propri candidati per il Parlamento. Bene! Questa legge è una vergogna... Però... Perché non si dice che questo referendum mira a ripristinare la legge Mattarella, che, come scrisse il politologo Giovanni Sartori già nel 2004, prima che entrasse in vigore il “Porcellum”, ebbe come effetto quello di aumentare i partiti? Inoltre, con il ritorno al “Mattarellum” non si ridà agli elettori il diritto di scegliere gli eletti, dato che i singoli candidati (che potevano corrispondere a quelli presentatisi nei collegi uninominali) venivano proposti in un sistema di liste bloccate senza possibilità di preferenze. Col sistema maggioritario uninominale il partito propone”un nome solo” (sistema, appunto, uninominale). Avremmo una sola domanda: perché non avete appoggiato la raccolta firme del precedente referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale? Forse perché era un'iniziativa della società civile, lanciata da un gruppo di costituzionalisti, intellettuali, giuristi, esponenti della stessa società civile ( Passigli, Cheli, Sartori, De Mauro, Piano, Abbado, Umberto Ambrosoli, Benedetta Tobagi, Inge Feltrinelli, Dacia Maraini)? Questo primo referendum prevedeva inoltre l'abolizione dell'abnorme premio di maggioranza (che ha effetti opposti a quelli auspicati, ossia coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee; nessuna stabilità del governo, ma anzi una frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività) e soglia di sbarramento del 4% per i partiti coalizzati, che avrebbe ridotto a 6 il numero di partiti in Parlamento. Per questo primo referendum avevamo iniziato anche noi a raccogliere le firme ad Odalengo Grande, già a luglio, come consiglieri comunali, dato che era al di fuori dei giochi partitici. Anche se questo referendum si era sempre caratterizzato come una iniziativa della società civile, nel corso di questi mesi erano stati tenuti informati i partiti politici di opposizione che, lungi dall’avanzare riserve, avevano espresso grande interesse. Poi è iniziato il fuoco incrociato dei vari partiti contro questo referendum: PD, con ben 60 parlamentari, guidati da Veltroni ( alla quinta legislatura in Parlamento), dal 71nne Arturo Parisi Parisi (leader di un partito che non esiste più da 9 anni: i democratici..) e dal cattolico Pierluigi Castagnetti (in Parlamento dal 1987, prescritto nel 2003 per una corruzione del 1991 di 15 milioni di lire), che hanno dato vita a violente critiche contro l’abrogazione del premio di maggioranza e la reintroduzione della preferenza in luogo delle liste bloccate. Anche IdV di Di Pietro, SEL di Vendola e addirittura il Partito Liberale Italiano, forte del suo 0,29 % delle ultime elezioni politiche del 2008 e l’Unione Popolare (?), si sono uniti contro questo referendum, per paura di non poter mettere “il cappello” su questo referendum come negli ultimi. Ma perché IdV, SEL e parte del PD non hanno avviato una bozza di riforma istituzionale, arroccandosi nella vecchia formula dell’Unione prodiana che diede tristi esiti? Riproporre il “Mattarellum” attraverso un referendum che la Corte Costituzionale ha più volte in analoghi casi giudicato inammissibile e con tempi per la raccolta firme strettissimi (500 mila entro fine settembre), sembra sia la conferma che questo è stato fatto per fermare il primo referendum. Per finire: perché non parlare delle 350 mila firme per una nuova legge elettorale, un massimo di due mandati e nessun condannato definitivo eleggibile, chiuse nello scantinato del Senato da quasi 4 anni (dicembre 2007) raccolte da Beppe Grillo? Perché non dire che lo stesso Prodi che ha firmato per questo referendum nei due anni come Presidente del Consiglio dal 2006 al 2008 non la cambiò e neppure ci provò? Distinti saluti

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