Dall'Avogadro un grido d'allarme per l'Università italiana - La lettera del Consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia
di Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia
Nell’iniziare questa sessione di esami di profitto/di laurea i docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale esprimono tutta la loro preoccupazione per la gravissima situazione in cui versa l’Università italiana.
Al Disegno di Legge per la riforma universitaria, in via di approvazione, che colpisce alle fondamenta l’Università italiana, la manovra finanziaria ha recentemente aggiunto pesanti tagli, che penalizzano soprattutto i ricercatori e i docenti più giovani. Tali misure arrivano al termine di numerosi anni durante i quali a promesse di fondi per la ricerca hanno al contrario fatto seguito sistematiche riduzioni di finanziamento.
Vogliamo qui di seguito limitarci ad elencare alcuni dei principali effetti che, indirettamente e direttamente, ricadranno su di voi, così come sugli studenti di tutte le Università italiane:
- Riduzione numerica dei professori, attraverso una forte limitazione del turn over, e drastico taglio dei finanziamenti per contratti di insegnamento.
- Riduzione di fondi per dottorati, assegni di ricerca, borse di studio.
- Riduzione dei progetti didattici e/o di ricerca che potranno essere finanziati dalle Università.
- Riduzione delle possibilità di aggiornamento di molte strutture (biblioteche, aule informatiche, ecc.).
Riteniamo che gli studenti, così come tutta l’opinione pubblica, debbano essere consapevoli del fatto che i tagli ai finanziamenti inevitabilmente ridurranno la possibilità per i docenti di svolgere efficacemente attività di ricerca di alto livello e avranno quindi ricadute negative sulla qualità della didattica che dalla ricerca trae linfa vitale.
Il discredito in cui si è voluto far cadere l’Università italiana è largamente immotivato, ed è anche mosso da precisi interessi di chi vuole indebolire la crescita culturale del Paese attraverso un sistematico attacco alla ricerca di base, che sola può permettere vera autonomia e libertà di pensiero. Mentre le nazioni più economicamente e culturalmente avanzate reagiscono alla crisi rafforzando gli investimenti per la ricerca, l’Italia si muove esattamente nella direzione opposta, come se fosse possibile far fronte alla globalizzazione del mondo attuale promuovendo un modello di società in cui la cultura di alto livello è per un verso screditata, per l’altro irraggiungibile, se non a prezzo di sacrifici personali e mettendo in conto un futuro sempre più incerto. Si tratta di una visione fortemente miope e stigmatizzata da seri studi di istituzioni indipendenti (per es. la stessa Banca d’Italia) che mostrano come la spesa statale per l’istruzione costituisca la forma più redditizia di investimento. Oltre che aiutare la formazione critica dei cittadini, l’istruzione è quindi economicamente conveniente.
I docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia si sono per il momento, e per non danneggiare gli studenti, astenuti da forme di protesta come il blocco degli esami e delle tesi. Per le ragioni sopra esposte, chiedono tuttavia agli studenti stessi una decisiva solidarietà. Se la situazione complessiva non muterà, si riservano di avviare, anche in forma concertata con altre Facoltà e Atenei italiani, più decise e radicali forme di protesta.