Cavallero: Cavallero, Badoglio e la mostra sul colonialismo
di Alberto Costanzo, Pino Carrato e Fabrizio Carpignano
Quando, a novembre 2011, da semplici appassionati della vita politica casalese, abbiamo proposto la nostra breve analisi della vicenda Cavallero (in sintesi: è tutta campagna elettorale, ma condotta dal centro-sinistra rispolverando l’uso politico, strumentale e distorto della storia), abbiamo ricevuto una reazione scomposta e sguaiata, e siamo stati fatti oggetto di accuse gravi ed offensive. Prima, tale Roberto Moretti (su “Il Monferrato” del 25 novembre) ha parlato di giustificazione del genocidio, di propaganda fascista, di negazione dell’Olocausto e delle leggi razziali...!
Poi è stata la volta dell’insegnante Mauro Bonelli perdersi (su “Il Monferrato” del 2 dicembre) in un intervento tanto lungo quanto confuso e contorto, ma in cui faceva ben risaltare improperi gratuiti che un docente, se ha coscienza del proprio ruolo di educatore, dovrebbe evitare. Scriveva che noi come richiamo ideale abbiamo le stragi di donne e bambini, che difendiamo i criminali...
Ci sarebbe piaciuto, dimenticando gli insulti ricevuti, porre a quei due signori qualche domanda concreta. Per esempio chiedere loro perchè mai la memoria di Cavallero debba essere condannata per l’uso dei gas, e quella di Badoglio debba invece essere celebrata (il paese natale che diventa Grazzano Badoglio, il Museo, la Fondazione, la Festa del IV Novembre presso il Centro Culturale Badoglio con ampio coinvolgimento delle istituzioni, ecc.) anche se Badoglio sarebbe colpevole di stragi perpetrate con l’uso del gas infinitamente più gravi di quelle addebitate a Cavallero (battaglia dell’Amba Aradam, c.d. “massacro di Zeret”, ecc.), e, persino, anche se Badoglio firmò il “Manifesto della razza”.
Altro esempio, ci sarebbe piaciuto chiedere a Bonelli se insegni ai suoi studenti, oltre che il colonialismo italiano, anche il neo-colonialismo, e ad esempio se insegni la nostra ultima, sciagurata avventura neo-coloniale, la recente guerra in Libia, accanitamente voluta dal centro-sinistra e dal suo mentore Giorgio Napolitano.
Non sono, questi, esempi di un uso “doppiopesistico” della storia? E quindi di un uso scorretto, secondo la convenienza politica del momento?
Ma la pubblicazione delle lettere su “Il Monferrato” cessò e non ci rimase che attendere fiduciosi la preannunciata assemblea pubblica, nella quale gli storici si sarebbe confrontati: sarebbe stata l’occasione per fare uscire allo scoperto tutte le contraddizioni.
Poveri ingenui. Veniamo a sapere ora che – ovviamente! – l’assemblea è stata elegantemente by-passata e si è saltati direttamente alla mostra sul colonialismo: una mostra dichiaratamente partigiana, che, a partire dal manifesto stesso, eccita all’odio antinazionale descrivendo decenni di presenza italiana in Africa come un unico grande crimine, e null’altro. Insomma, una mostra che ha lo scopo di supportare la polemica-Cavallero avviata dal centro-sinistra, tanto che la sala dell’Istituto Sobrero in cui è allestita è graziosamente decorata con locandine che chiedono la revoca dell’intitolazione dei giardini Cavallero! In una scuola pubblica!! A questo punto, le domande diventano altre. È questo il pluralismo di Bonelli e dei suoi sodali? È questa la loro disponibilità al confronto? E vorremmo chiedere ai cittadini casalesi che cosa pensano di un intero sistema culturale “schierato”, capace di porsi di fronte ad una discussione soltanto con la faziosità e gli insulti. Ci sta bene che i nostri figli non siano educati al pluralismo e al rispetto di ogni pensiero alternativo ma indottrinati al culto ideologico del pensiero unico? Sarebbe molto interessante un dibattito su questo argomento.
Associazione Casale Tricolore