Terruggia: per Campese l'aquila allegoria della vittoria
di Luigi Angelino e Dionigi Roggero
Il monumento ai caduti di Terruggia venne realizzato con i proventi raccolti da due comitati. Quello onorario era presieduto dal sindaco Enrico Prato e formato da tredici tra assessori e consiglieri comunali; quello effettivo era posto sotto la presidenza dell’assessore Bernardino Palestro e composto da una trentina di esponenti, tra cui anche l’ing. Candido Poggio, il grande proprietario terriero che nel 1938 donò al comune di Terruggia la villa con parco che ancora porta il suo nome.
Raccolta la cifra necessaria, grazie anche ad una festa da ballo e al banco di beneficenza, venne interpellato per il progetto l’artista casalese Nino Campese. Nel settembre 1925 il comitato provvedeva, grazie ad un consistente contributo del comune, alla liquidazione delle spese per il monumento. Come risulta della documentazione conservata nell’archivio storico (grazie a Franco Patrucco per l’aiuto nella consultazione) era costato 11.240 lire, di cui 7.500 (con uno sconto di 100 lire) allo scultore di Casale, consegnate in tre rate nei mesi di febbraio e maggio 1923.
Edificato dal capomastro Ballarino e delimitato da una cancellata in ferro costruita con pilastri e tubi in ferro delle ditte Ferrero e Michelerio, il monumento era posto al centro della piazza, come si vede nella cartolina della collezione di Mario Cravino. Nell’agosto del 2000 sul piedistallo sono state collocate due lapidi con questa iscrizione commemorativa: “I Terruggesi a perenne memoria”. Sulla facciata principale si legge l’elenco dei diciannove caduti della Grande Guerra in sostituzione di quello precedente; a lato il ricordo degli otto caduti nella Guerra 1940-45. La scultura raffigura un’aquila (allegoria della Vittoria) che pone una corona di alloro sulla testa di un soldato con la bandiera sulle spalle. Sul basamento sono visibili la firma di Nino Campese e il nome della ditta torinese E.F. Riva che fuse l’opera in bronzo.
La data prevista per l’inaugurazione era fissata per sabato 22 ottobre 1922. Del resto, tra le carte d’archivio, si conserva una lettera autografa su carta intestata del Senato di Augusto Battaglieri (Casale Monferrato, 1854-1929), allora presidente del Comitato nazionale per gli orfani di guerra. Il valente avvocato casalese, deputato per la sinistra nelle quattro legislature dal 1903 al 1919, più volte sottosegretario in vari ministeri, poi nominato senatore per le sue benemerenze il 6 ottobre 1919, nella lettera ringrazia il sindaco per l’invito e “per la cortese designazione a pronunciare il 22 corrente il discorso inaugurale del monumento che Terruggia riconoscente dedica ai propri figli gloriosamente caduti per la grandezza della Patria”. Forse l’inaugurazione avvenne il giorno dopo, come recita la didascalia della cartolina di Mario Cravino. Un dubbio che neppure la pagina intera dedicata dal Monferrato al monumento chiarisce, in quanto l’anonimo giornalista scriveva: “L’inclemenza del tempo non ha impedito che domenica scorsa 22 ottobre (sic) la cerimonia di scoprimento del monumento ai caduti, eretto di fronte al palazzo del Comune di Terruggia dal nostro valoroso quanto modesto concittadino Nino Campese, si svolgesse con un rito solenne dinanzi a una intera folla di popolo, numerose autorità e personalità”.
Bonzano Giovanni; Buscaldi Giovanni; Caprioglio Lino; Caprioglio Lorenzo; Caprioglio Luigi Fu Carlo; Caprioglio Luigi Fu Felice; Cucco Pietro; Demartini Cesare; Gaia Arturo; Lavagno Giovanni; Lavagno Silvio; Montiglio Orazio; Musso Angelo; Musso Cesare; Musso Gregorio; Ottone Alessandro; Poletti Giuseppe; Polidoro Emilio; Roggero Claudio.