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Lourdes 150 anni in Francia, 50 a Casale

Sono trascorsi 150 anni dall'11 febbraio 1858 quando la Madonna apparve alla piccola Bernadette nei pressi della grotta di Massabielle. Da allora al Chiesa ha riconosciuto ufficialmente 67 casi sugli oltre 7.000 registrati finora a Lourdes. Di questi sono solo sei i pellegrini italiani, tra cui il casalese Evasio Ganora. L'ultimo giorno di maggio del 1950 il trentasettenne agricoltore, febbricitante e dopo aver ricevuto l'ennesima trasfusione, partiva per il suo viaggio della speranza al santuario mariano. Lo accompagnò alla stazione la moglie Emma Francia di Cella Monte, conosciuta all'Oratorio del Valentino e condotta all'altare nel 1936, che angosciata aveva chiesto a mons. Cavagna, l'incaricato diocesano dell'OFTAL, se il suo Evasio sarebbe tornato ancora vivo. Era seriamente preoccupata per i cinque figli rimasti a casa: Giuseppe , il maggiore di 13 anni (classe 1937), seguito da Celestino (classe 1939), Giorgio (1943), Sergio (1948) e Adriana (1949), di appena un anno. Nato il 2 marzo 1913, il giovane padre di famiglia aveva iniziato ad accusare attacchi asmatici e febbrili nel dicembre 1949. Ricoverato nel gennaio dell'anno successivo era stato poi dimesso con l'infausta diagnosi di una grave malattia del sangue (un linfogranuloma maligno) per cui non esistevano al tempo cure valide. Nonostante le pessime condizioni di salute e l'inappetenza protrattasi da tempo, che lo aveva indebolito a tal punto da sconsigliare ai medici un così lungo viaggio, Evasio, forte di una fede incrollabile, dopo un consulto con la moglie decise ugualmente la partenza con il pellegrinaggio diocesano e fu affidato al barelliere Luigi Annaratone. Il viaggio non fu agevole a causa di una fortissima crisi, giunto a Lourdes fu trasportato all' "Asile" e messo a letto. Il giorno dopo, era il 2 giugno 1950, l'agricoltore monferrino chiese di essere accompagnato alla grotta. Vedendo tanti bambini malati il suo pensiero corse immediatamente ai figli rimasti a casa, che egli raccomandò alla Vergine. Dopo l'immersione nelle piscine, sentì un grande calore, si alzò da solo e uscì camminando lungo il fiume fino all' "Asile". Nei giorni successivi, miracolosamente guarito, si pose tra lo stupore di Luigi Annaratone e degli altri barellieri al servizio degli ammalati. All'arrivo alla stazione di Casale, fu accolto dalla moglie che lo attendeva davanti ai vagoni dei malati, mentre ancora incredula lo vide arrivare a piedi trasportando la pesante valigia. Non sono noti i motivi della mancata dichiarazione al "Bureau Médical" del santuario di Lourdes, perché il primo certificato del medico curante, che porta la data del 30 giugno 1953, attesta a distanza di tre anni la guarigione del paziente che era tornato all'attività agricola. Solo a partire dall'agosto dell'anno successivo iniziarono gli accertamenti richiesti per la valutazione del caso sottoposto a Parigi al "Comité Medical International", guidato dal prof. Sendrail di Tolosa con 25 medici, che attestarono il miracolo. Il 24 maggio 1955 la Commissione Canonica informava della "guarigione inspiegabile dal punto di vista medico" il vescovo di Casale Monferrato, mons. Giuseppe Angrisani, che una settimana dopo, il 31 maggio 1955, riconosceva il fatto che la scienza non era in grado di spiegare. Dionigi Roggero LA TESTIMONIANZA DI UNO DEI FIGLI - a Saliamo alla «Grotta di Lourdes», non in Francia ma sulla collina di Casale ai confini con San Giorgio. Un gruppo di case con torre a lucerna anticipato, appunto, dalla riproduzione della «grotta» eretta in ricordo del miracolo di Evasio Ganora. Tira un'aria gelida. Chiediamo a un gruppetto di milanesi che troviamo alla fine della salita, dietro a un cartello «casa in vendita», se conoscono dove abita Sergio Ganora. Risposta: «Boh, qui son tutti Ganora». La casa la troviamo noi proprio a lato della grotta. Il nostro Sergio conosciuto ai tempi del Distretto scolastico (di cui è stato presidente) e della mostra di San Giuseppe (io presidente lui espositore esigente) è uno dei figli di Evasio il «miracolato», ha raccolto per noi foto e documenti («altri ne ho dati all'Oftal per una prossima rasmissione televisiva»). Spicca una foto del 1955, gruppo di famiglia proprio per la cresima di Sergio (che non sembra molto contento, è al limite del pianto). Due anni e mezzo dopo questa foto un incidente agricolo spegneva la vita di Evasio. Era il 28 ottobre 1957. Un po' di ricordi nella sala-studio. I genitori si erano conosciuti all'oratorio del Valentino e sposati nel 1936. Una famiglia semplice, contadina, di fede: «Si andava tutti alla Messa al Valentino, in pellegrinaggio a Oropa e a Crea...». Poi la malattia. A 37 anni. «Allora non c'era la mutua e i medicinali erano costosi, come le visite, ricordo quella del prof. Storti il luminare che seguiva Evita Peron. I farmaci arrivavano in aereo a Milano, andava a prenderli direttamente in aeroporto Romano Bruno con la moto... Momenti molto difficili, debiti...». Poi convinto dal capobarelliere Luigi Annaratone, Evasio sale -era in fin di vita-sul treno bianco dell'Oftal per Lourdes. Siamo nel giugno 1950 (v. articolo prof. Roggero). Ritorna perfettamente (e miracolosamente) guarito, riprende il lavoro (conduce un'azienda agricola di 47 «giornate di terreno») aggiungendo, con la solita semplicità, la testimonianza di quanto era avvenuto. Dice Sergio «Andava a parlare dove lo chiamavano, io ricordo un suo intervento, avevo nove anni, dalle suore. Ma, sparsasi la voce del miracolo, anche a casa sua, che è quella dove parliamo adesso, era un via vai continuo di credenti che volevano sapere, con le roulotte parcheggiate nel prato di fronte. Ricordo anche tanti medici» Partecipava a tutti i pellegrinaggi dell'Oftal e passava il tempo libero con i barellieri, amici, Ferrero, Bevilacqua... Nel pregare alla grotta di Lourdes Evasio aveva fatto una specie di patto con la Madonna «Fammi crescere i miei figli...». «In effetti ci aveva parlato di questo patto - commenta con noi Sergio - tanto che un giorno ero accanto a lui su un carro trainato da un trattore e mi disse crescete e mi state accorciando la vita... Con tranquilla consapevolezza tanto che mandava il suo figlio maggiore a compiti gravosi come comperare e vendere i vitellini e se sbagliava lo sgridava perchè sapeva che doveva presto sostituirlo» E ancora: «Quando successe la disgrazia, il trattore si impennò proprio alla conclusione del lavoro, l'ultimo scasso dell'ultimo filare, portato all'ospedale visse ancora lucidissimo per una settimana, una settimana di raccomandazioni ai figli e al nostro primo cugino e di impegno per la realizzazione della Grotta con il direttore salesiano del Valentino, don Suraci, e con don Dezuti. Era la sua idea, il posto più bello della casa, girato a nord come Lourdes, con la Madonna che guarda Casale e i figli 'costretti' a passare davanti». E la grotta sorge (è quasi un altro miracolo...) in pochi mesi basandosi su una foto di Lourdes, grazie all'impresario Aldo Ganora, cugino di Evasio. Viene inaugurata il 2 giugno 1958. Oggi, dopo aver salutato Sergio e la moglie Cleme, vi accendiamo la nostra candela; a cinquanta anni dalla costruzione è impreziosita a lato dell'altare da una pietra proveniente dalla grotta originale, come certifica il vescovo di Lourdes e a sinistra da un'ala protetta per gli ex voto, migliaia. Arrivano due giovani e si inginocchiano compunti. Luigi Angelino FUNZIONI - Alla grotta si celebra la Messa domenicale e nei giorni di precetto dalla prima domenica di maggio all'ultima di settembre, alle 17,30. Tra le funzioni le fiaccolate dell'11 febbraio, 2 giugno, e 15 agosto. Oltre alla celebrazione di matrimoni e battesimi in un luogo sempre molto suggestivo. FOTO- I Ganora (Evasio e' al centro) in una foto del 1955 a Casale-San Giorgio

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Michele Castagnone

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