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Mons. Luigi Novarese il sacerdote casalese sulla via della santità - Biografia di Anselmo - I Silenziosi operai della croce

Luigi Novarese nasce a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, il 29 luglio 1914. Una grande cascina, La Serniola, sorge sulla collina di Sant’Anna che domina la città, tutt’intorno la proprietà di famiglia coltivata a vigneto. In lontananza sbucano le ciminiere delle fabbriche di cemento e poi, spostando lo sguardo, le macchie di campi, alberi, orti, il paesaggio del Piemonte bagnato dal Po. Luigi è l’ultimo di nove figli. Tre di loro, Giovanna, Angelo e Francesco, sono morti appena nati o in tenera età. E anche Luigi, subito dopo il parto, mette in allarme i genitori. Il papà Giusto Carlo, originario di Ozzano Monferrato, ha quarant’anni, la mamma, Teresa Sassone, nata a Coniolo Monferrato, è di tre anni più giovane”. Così inizia il secondo capitolo del libro intitolato “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo”, pubblicato dalle Edizioni Centro Volontari della Sofferenza (Roma 2011). Ne è autore il giornalista professionista Mauro Anselmo, originario di Moncalvo, che ha lavorato all’inzio a ‘Il Monferrato’,’ poi a “La Stampa” e, come responsabile della Cultura, a “Panorama”. Lo stile agile e vivace della biografia, aggiornata, completa e rispettosa dei canoni della ricerca storica, rende il racconto accattivante e di facile e piacevole lettura. Per la prima volta l’autore descrive le intuizioni spirituali e il dialogo fecondo con la medicina di mons. Luigi Novarese, il cui impegno a favore dei più deboli e sofferenti è stato veramente straordinario. Insomma un figlio della Chiesa sulla strada della santità. Fondatore del Centro Volontari della Sofferenza e dei Silenziosi Operai della Croce, il sacerdote casalese, dopo l’ordinazione sacerdote nel 1938, ha lavorato per quasi trent’anni presso la Segreteria di Stato in Vaticano, a partire dal 1942, svolgendo compiti delicati negli ultimi drammatici anni della seconda guerra mondiale. Per questo motivo la prefazione del libro è firmata dall’attuale Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, che ha colto nella biografia di mons. Luigi Novarese, scomparso a Rocca Priora (Roma) nel luglio 1984, forti legami colla famiglia salesiana, alla quale anch’egli appartiene. L’infanzia segnata dalla presenza del terzo successore di don Bosco, don Filippo Rinaldi originario di Lu Monferrato, al quale il sedicenne colpito da una grave forma di tubercolosi ossea scrive una lettera chiedendo di pregare per la sua guarigione, miracolosamente ottenuta per intercessione del Santo di Castelnuovo d’Asti. Un evento prodigioso che ha cambiato radicalmente la sua vita, posta interamente al servizio di migliaia di ammalati. E poi il parallelo tra due mamme di campagna, entrambe piemontesi e contadine, vedove in un periodo cruciale della loro esistenza. La mamma di don Bosco, Margherita Occhiena che a ventinove anni, perde il marito Francesco, morto di polmonite nel 1817, a soli trentatrè anni. E Teresa Sassone, madre di mons. Novarese, che a trentotto anni è privata del marito Giusto Carlo, morto improvvisamente a causa della polmonite, nell’aprile 1915, quando Luigino aveva solo nove mesi. “Anche nella totale dedizione ai figli, le due donne - aggiunge Mauro Anselmo - hanno qualcosa in comune. Margherita, a metà dell’Ottocento, si priva del corredo da sposa e di quel poco che ancora possiede, ‘qualche anello e una catena d’oro’, scrive Don Bosco, per pagare i debiti dell’oratorio nel quale il figlio prete accoglie e sfama i ragazzi più poveri. Teresa, pur di non interrompere le costose cure per Luigi colpito dalla malattia, non esita a mettere in vendita quel che resta della proprietà, sfidando le ire degli altri figli e lo scetticismo dei medici che non credono in una guarigione”. Da aggiungere che nel libro figurano anche le testimonianze di Tere Cerutti Novarese (nipote di mons. Novarese) e del figlio Giancarlo. Alla Serniola (S. Anna), un piccolo Museo -Domenica 27 novembre alla Cascina La Serniola, luogo di nascita di monsignor Luigi Novarese, alle ore 14,30 sarà presentata la biografia “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo”. Alle 11,30, sempre alla Serniola, messa celebrata dal vescovo della diocesi di Casale mons. Alceste Catella.- Visita in redazione di Mauro Anselmo autore del libro “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo”, con don Armando Aufiero sacerdote dei Silenziosi Operai della Croce, originario di Lucera in provincia di Foggia e soprattutto postulatore nella causa di beatificazione di mons. Novarese, ora venerabile. Hanno appena presentato il volume al vescovo mons. Catella. Don Aufiero insegna etica e medicina a Moncrivello (corso di laurea in terapia occupazionale) e ha conosciuto mons. Luigi Novarese a Montichiari, in provincia di Brescia. Mauro Anselmo ci dice che il libro è nato per caso. Ha visitato la casa dei Silenziosi Operai a Moncrivello, poi ha letto un opuscolo su mons. Novarese. E’ stato colpito dal tema della sofferenza e da quello del silenzio, in un mondo mediatico. ‘‘Mons. Novarese ha operato senza apparire’’. Saliamo all’antica cascina di famiglia. Visitiamo la stanza dove è nato, al primo piano, oggi è una piccola cappella. Poi entriamo a lato nella Sala dei ricordi. Una lapide recita: ‘‘I cavalieri del lavoro Luigi Cerutti e Tere Cerutti Novarese con i figli hanno donato parte della cascina Serniola allo zio mons. Luigi Novarese il 18 aprile 1974. L’associazione riconoscente pone, Casale, 1° novembre 1988’’. Ci accompagna la sorella Carmelita Zappa di Montichiari, ha trascorso molti anni nella casa di Betania (Gerusalemme). Fotografiamo l’albero genealogico, la sua macchina da scrivere e la macchina da cucire della mamma. C’è anche il flauto che il futuro sacerdote suonava in sanatorio per aiutare gli ammalati. Ci sono documenti, una lettera apostolica prende spunto dalle intuizioni di mons. Novarese sul dolore. Le immagini: il sacerdote il 17 ottobre 1957 ha portato sette mila ammalati da papa Pio XII, uno ‘‘spettacolo’’ nel cortile del Belvedere. Nel 1949 ha iniziato una trasmissione per gli ammalati a Radio Vaticana facendo parlare (scandalo gesuitico...) una donna... Aggiungiamo che il papà di Luigi, Giusto Carlo Novarese era di Ozzano e la mamma Teresa Sassone di Coniolo. La signora Tere era figlia di un fratello di Luigi, Ernesto. La causa di beatificazione è, per usare un termine sportivo in dirittura d’arrivo, era iniziata il 17 settembre 1989: poi il 27 febbraio 2004 era avvenuta la consegna della documentazione relativa all’inchiesta diocesana (46 volumi) alla Congregazione per le Cause dei Santi. Il 17 settembre 2007 è la data della chiusura dell’inchiesta diocesana sul presunto miracolo (Graziella Paderno di Palestro) avvenuto per intercessione di mons. Novarese e il 27 marzo 2010 avviene il riconoscimento delle virtù eroiche del venerabile. Del 13 gennaio 2011 il pronunciamento favorevole della Commissione medica sul miracolo e del 7 giugno il giudizio positivo dei teologi. Silenziosi Operai: tredici comunità I Silenziosi Operai della Croce, circa 150 persone, sono presenti in Italia con otto comunità e nel mondo con cinque. Si prendono cura delle persone sofferenti attraverso l’impegno spirituale e medico, educando a scoprire il senso della sofferenza e la promozione della persona. Le comunità in Italia, oltre a Casale, sono: ad Ariano Irpino (Av), Meldola (Fc), Moncrivello (Vc), Montichiari (Bc), Re (Vb), Rocca Priora e Roma. Nel mondo: Gerusalemme, Polonia: Glogow, Portogallo: Fatima, Colombia: Meta - Acacias e Camerun: Mouda – Maroua. La Cascina Serniola è la casa natale di Luigi Novarese (1914-1984). Venduta dalla madre, Teresa Sassone, per far fronte alle ristrettezze economiche della famiglia, è stata ricomprata dai Silenziosi Operai della Croce e oggi si possono visitare la stanza natale di mons. Novarese, trasformata in una piccola cappella e una stanza con i ricordi e gli oggetti appartenuti a mons. Novarese. Ristrutturata ed ampliata, ospita ora i sacerdoti anziani e ammalati della diocesi di Casale Monferrato, oltre ad essere una casa di spiritualità e di preghiera per il Centro Volontari della Sofferenza e per tutti i gruppi e associazioni.

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Raffaella Romagnolo

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