Eternit-bis, strage da ergastolo: si torna in aula per la prima udienza al "Caccia" di Torino Le foto dall'aula
di m.f.
Stephan Schmidheiny deve essere processato per omicidio e dalla formulazione del capo di imputazione tutto lascia pensare che questa volta la Procura di Torino chiederà per il magnate svizzero la condanna all’ergastolo.
Nella richiesta formulata dai pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace infatti si sottolinea che «agendo con coscienza e volontà», Stephan Schmidheiny «cagionava la morte di 258 tra lavoratori» e «familiari degli stessi e cittadini residenti nelle zone limitrofe» agli stabilimenti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Napoli.
Questa mattina alle 7 un pullman è partito da piazza Castello per accompagnare familiari e parti offese in aula a Torino per le prime costituzioni di parte civile. Accanto ad Afeva ci sarà anche il Comune di Casale e associazione e sindacati, chiederanno, nuovamente allo Stato di costituirsi a sua volta, anche con un breve momento di mobilitazione davanti al tribunale prima dell’inizio dell’udienza.
LA DIRETTA DAL TRIBUNALE DI TORINO
Martedì 12, ore 10,25 - Sta iniziando in questi minuti la prima udienza preliminare del processo Eternit bis, che dovrà appurare se vi siano o no i presupposti per processare Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale che aveva stabilimenti in 60 paesi tra cui - in Italia - quelli di Casale, Cavagnolo, Rubiera, Napoli. Località in cui si sono verificate migliaia di casi di morti causate da malattie provocate dall'amianto, materia prima utilizzata da Eternit per la produzione di prodotti per il settore dell'edilizia, principalmente onduline per le copertura dei fabbricati, canne fumarie e tubazioni.
A Torino un pullman proveniente da Casale, i rappresentanti di Afeva e Ona, i cittadini toccati dalla tragedia dell'amianto e gli avvocati per la costituzione delle parti civili nel processo Eternit.
Quella di oggi sarà la prima di 16 udienze già fissate per valutare se vi siano i presupposti per il rinvio a giudizio del magnate svizzero, che secondo la Procura di Torino è responsabile delle morti causate dall'amianto fra ex lavoratori e cittadini.
All'esame dei magistrati i pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace intendono portare 258 casi in grandissima parte provenienti da Casale, dove per ottant'anni è stato attivo lo stabilimento più grande d'Europa. E anche uno dei più vecchi e dei meno sicuri, almeno secondo le testimonianze degli ex lavoratori emerse nel primo processo, poi annullato dalla Cassazione dopo due severe condanne a 16 anni in primo grado e a 18 anni in Appello.
Nella foto il gruppo casalese che martedì mattina è partito alla volta di TorinoIl servizio su Il Monferrato di martedì 12 maggio 2015