Articolo »

  • 23 agosto 2024
  • Vignale Monferrato

Il cordoglio

Mauro Gaudio: pioniere e imprenditore-innovatore, intellettuale lungimirante

Il ricordo del vigneron di Florio e Bertana

C’erano l’avvocato Luigi Andrea Florio, amico d’infanzia e sindaco di Asti dal 1998 al 2002 e, ovviamente, una larga ambasceria della Vignale (e non solo) in bottiglia a stringersi martedì pomeriggio attorno al feretro di Mauro Gaudio, il “Re del Grignolino”, classe 1950, scomparso due giorni prima a 74 anni.

Patron della Gaudio - Bricco Mondalino, fondata dal padre – decano dei vigneron Amilcare e giunta con l’attuale conduzione delle figlie Beatrice e Valentina, avute dalla moglie Gabriella, alla quinta generazione, Mauro enumerava, nel suo curriculum, una formazione scolastica classica, una laurea in ingegneria chimica al Politecnico di Torino, la padronanza, professionalmente “strategica”, di tre lingue straniere, inglese, tedesco e francese, ma soprattutto un amore per le arti e le lettere conciliato e armonizzato nel forse più celebre attaccamento alla “terra” che lo aveva convinto negli anni Settanta a seguire le orme del padre, affiancandone il lavoro e poi assumendo la dirigenza in seno all’azienda di famiglia: esempi del fil rouge, da lui creato, fra poetica e filari il motto-claim simbolo della cantina “Bibe cum Gaudio” (“Bevi con gioia”, ovviamente un curioso gioco di parole con il proprio cognome) e gli immortali versi XXVI canto dell’Inferno di Dante, il “Canto di Ulisse” ("O frati," dissi, "che per cento milia | perigli siete giunti a l’occidente, | a questa tanto picciola vigilia | d’i nostri sensi ch’è del rimanente | non vogliate negar l’esperïenza, | di retro al sol, del mondo sanza gente. | Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e canoscenza"), entrambi rievocati nel commosso saluto della secondogenita Beatrice:

Caro papà, caro maestro, caro ingegnere, caro vignaiolo, caro amico: potrei andare avanti con tante lingue, ma non sarebbe sufficiente a descrivere la straordinaria personalità e forza che hai dimostrato per la tua vita. Non è facile essere figlio di un grande personaggio come nonno Amilcare, eppure tu lo sei stato a modo tuo con vivacità di conoscenza, e non solo dell’enologia, e per l’amore per il tuo territorio, per il vino, il Grignolino, e per la famiglia. Non c’era nulla che davvero ti spaventasse perché andavi sempre avanti a testa alta, fiero ma con umiltà e tenacia. “Flangar, non flectar”, una delle tue citazioni: mi spezzerò ma non mi piegherò. Anche io, papà, seguirò la tua tenacia e il tuo coraggio, insieme a tutti gli altri innumerevoli insegnamenti di qualunque materia. Lo farò per te, per la tua famiglia, per il tuo territorio di dolci vigne, calde, che amavi profondamente.

Ma, soprattutto, il Monferrato della viticoltura ricorda Mauro Gaudio come pioniere e imprenditore-innovatore, intellettuale lungimirante e dall’ampio spettro d’azione e di pensiero, artefice e promotore del brand Monferrato alla stessa velocità e con le medesime convinzione e competenza e dei più “lanciati” e rodati colleghi langaroli: decisive e di successo le scelte di acquistare appezzamenti di terreno invece che rilevare uva, di perseguire l’imbottigliamento in sostituzione della damigiana e di “squarciare” il confine, ormai stretto, del mercato locale, puntando alle fiere nazionali e agli esigenti “gourmet” europei e quindi d’oltreoceano.

«Mauro Gaudio parlava perfettamente il tedesco, l’inglese e il francese: il tedesco però in quel momento dava grandi vantaggi per un mondo che stava abbandonando definitivamente la damigiana per adottare la bottiglia – ne ha ricostruito l’operato Ugo Bertana, cultore del Grignolino e viticoltore per passione – che stava allargando il raggio d’azione dal mercato lombardo a quello europeo e che aveva bisogno di affacciarsi al mercato germanico come sbocco naturale. Di lui ho sempre apprezzato l’umiltà, la competenza agronomico ed enologica e la sua lucida visione strategica: l’esigenza assoluta di allargare i mercati prendendosi in carico l’enorme fatica di farlo con risultati considerevoli e l’importanza di portare i clienti in azienda, nella cantina e nelle vigne e quindi sul territorio. Infine, la forza tattica e strategica rappresentata dall’avere una cantina di proprietà tecnologicamente adeguata per realizzare la qualità del prodotto voluta, pensata, desiderata».

Un cantiere, un progetto di vita e un esempio di pionierismo alla comunità che regalò presto a Mauro Gaudio i frutti sperati e le prime soddisfazioni “istituzionali”: già socio di Assoenologi, l’inquilino del Bricco Mondalino presiedette l’Enoteca di Vignale tra il 1985 e il 1990.

«Credeva nella forza del territorio e del gruppo – ha proseguito ancora Bertana nella propria orazione - Lo dimostrò accollandosi in gioventù la presidenza dell’Enoteca, partecipando alle attività associative nazionali del vino e ai ripetuti e poco fruttuosi tentativi di costituire un consorzio di tutela locale, aderendo a quel gruppo di vignaioli che misi assieme dal 1999 sotto il nome di “Compagnia dei Vignaioli del Monferrato” che divenne luogo di pensiero e di confronto. L’altra sua grande capacità è stata quella di mettere al centro di tutto la famiglia, a partire dalla sua scelta di inseguire quello che lui definiva il pallino del padre Amilcare di possedere una propria azienda vinicola, fino a coinvolgere totalmente la moglie Gabriella e le figlie Beatrice e Valentina fin da giovanissime, trasmettendo a tutte loro il suo sapere, oltre che la sua passione e la sua cultura. E la sua famiglia sarà la sua continuazione: lascia loro un robusto approccio culturale al lavoro fatto bene nella propria azienda e sul territorio che è patrimonio per tutti».

 


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Michele Castagnone

Michele Castagnone
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!