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In Sala Carmi
La Comunità Ebraica nel ricordo del 7 ottobre con la “10.7 ANU Capsule Exhibition”
Inaugurazione domenica 6 ottobre alle ore 11
Nei prossimi giorni l’intero mondo ebraico commemorerà le vittime del 7 ottobre ad un anno dal terribile pogrom con in cui i terroristi di Hamas uccisero barbaramente 1200 vittime civili e sequestrarono 250 persone, un centinaio dei quali sono presumibilmente ancora nelle mani dei loro rapitori.
Anche la Comunità di Ebraica Casale farà la propria parte nelle celebrazioni scegliendo di affidare il ricordo ad uno strumento che è proprio di questo luogo: l’arte. L’occasione ha attivato una serie di collaborazioni prestigiose a cominciare da quella con ANU - Museo del Popolo Ebraico di Tel Aviv. Ed è così che domenica 6 ottobre alle ore 11 si inaugura “10.7 ANU Capsule Exhibition” una esposizione curata da Ermanno Tedeschi e patrocinata dall’Ambasciata d’Israele in Italia, dall’Unione delle Associazioni Italia Israele e dalla Comunità Ebraica di Torino. La realizzazione è affidata all’Associazione Camis De Fonseca, alla Fondazione Casale Ebraica ETS e alla Associazione Culturale Acribia ed è resa possibile grazie a Enia Zeevi Kupfer, responsabile delle relazioni esterne di ANU, e a Claudia De Benedetti, responsabile dei musei casalesi ma anche nel comitato dei garanti dell’ANU Museum.
“10.7 ANU Capsule Exhibition” è un progetto che esamina come la cultura israeliana reagisce alla guerra. La mostra, nella sua forma originale presso il museo di Tel Aviv, prevedeva opere di 25 artisti la cui attività creativa riflette i tempi atroci che la società sta affrontando dal 7 ottobre. Alcuni di loro sono artisti viventi, altri assassinati il 7 ottobre o morti durante la guerra in corso, mentre altri sono residenti (o ex residenti) delle zone meridionali, che hanno subito la perdita dei loro cari, delle loro case, o le cui famiglie sono state colpite dagli orrori del massacro.
Ora la mostra arriva in Italia e dopo essere stata esposta a Torino, a Casale in un allestimento che non è solo una testimonianza ma mette a fuoco una situazione davvero particolare dell’arte israeliana dopo il 7 ottobre, testimoniando l’eccezionale ondata di creatività che la società israeliana ha avuto in risposta allo scoppio della guerra.
“E’ stato detto che tacciono le muse quando parlano le armi. –spiegano Carmit Blumensohn, Michal Houminer ideatrici della mostra per il Museo di Tel Aviv - Si pensa che la necessità di sopravvivere faccia tacere le idee, i pensieri e la creazione. Questa convinzione sembra essersi capovolta in questa guerra e stiamo vivendo un’abbondanza di creatività in tutti i campi artistici. Mentre i cannoni si fanno sentire, le voci delle muse emergono sempre più forti dal profondo della gola”.
Gli artisti presenti: Shai Azoulay, Odelia Elhananii, Eyal Assulin, Raz Ben-Ami, Sofie Berzon MacKie, Shira Glezerman, Yosef Joseph Dadoune, Shirel Horovitz, Inbar Heimannz”l, Jonathan Chazor z”l, Ziva Jelin, Miriam Cabessa, Zvika Lachman, Haim Maor, Roee Idan z”l, Oren Fischer, Avishai Platek, Amit Cabessa, Eviatar (Tari) Kipnis z”l, Irit Regev, Nil and Karin Romano, Shirley Shor, Leeor Shtainer, Dina Shenhav e Keren Shpilsher. La mostra sarà visitabile liberamente fino al 3 novembre negli orari di apertura del Complesso Ebraico o su prenotazione.
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