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Eternit-bis

Confermata la condanna a Schmidheiny per una morte a Cavagnolo

Rideterminate al ribasso le statuizioni civili

 

La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna di Stephan Schmidheiny a un anno e 8 mesi nel filone Cavagnolo del processo Eternit-bis. La sentenza è arrivata oggi, mercoledì, con il dispositivo letto in aula dal presidente Gianni Filippo Reynaud. Parallelamente, però, i giudici hanno rideterminato al ribasso le statuizioni civili ed è stata eliminata la provvisionale alla Regione Piemonte.

Questo secondo processo d’appello è stato celebrato dopo l’annullamento della Cassazione. In appello, infatti, Schmidheiny, condannato in primo grado a 4 anni per due omicidi colposi, era stato condannato per una sola morte, quella di Giulio Testore, ex dipendente Saca-Eternit di Cavagnolo affetto da asbestosi, a un anno e 8 mesi mentre per l’altro caso, quello di Rita Rondano, morta di mesotelioma, era stato assolto.

La Cassazione, però, relativamente a Testore, aveva annullato la condanna e rinviato a un secondo appello perché secondo i giudici della Suprema Corte, la sentenza d’appello è risultata contraddittoria e apodittica in quanto non esaustiva nella dimostrazione del nesso causale. Ora sarà interessante leggere le motivazioni della sentenza per capire come la Corte abbia superato le domande poste dalla Suprema Corte.


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