«Macchè revoca o ritorsione... è stato un agguato pianificato da tempo»
di Ettore Bellingeri
Dopo la revoca delle deleghe attuata dal sindaco il 12 luglio scorso, apparentemente come atto di ritorsione nei confronti dei 5 consiglieri di maggioranza dell’area AN colpevoli di aver disertato il Consiglio comunale del giorno precedente, ho evitato con grande fatica di esprimere le mie ragioni imponendomi il silenzio in attesa che egli esponesse le motivazioni di tale grave decisione. Dopo la sua comunicazione nel Consiglio del 24/9 con tre mesi di imbarazzante silenzio, credo sia giunto il momento di pronunciarmi in merito alla vicenda e pertanto con la presente esprimo il mio punto di vista ai membri del Consiglio con i quali ho dibattuto, dialogato e litigato per tre anni. In sostanza non avendo avuto la possibilità di difesa per una serie di circostanze più o meno casuali e di regolamento, provo a crearmi una sorta di ultimo spazio istituzionale di replica prima di accomiatarmi definitivamente. Come era prevedibile, il sindaco non ha fornito alcuna spiegazione sui fatti e le circostanze precise che hanno causato tale atto, trincerandosi dietro un generico venir meno di condizioni di “amicizia e fratellanza”, indispensabili a suo dire per il funzionamento di una coalizione politica. Ovviamente tutti hanno intuito che le vere motivazioni vanno ricercate altrove, in qualcosa di più concreto, e che egli non può rivelare. Allora ci provo io, sia per far luce sui coni d’ombra evocati nell’intervento del consigliere Sandalo, sia per fugare i legittimi dubbi sulla trasparenza del mio operato che il lungo silenzio incomincia a insinuare nel pensiero di molti, ai quali occorre invece dire dove ricercare il torbido che ha causato questa vicenda. Ha ragione il sindaco, l’atto di revoca delle deleghe non fu una ritorsione. Fu un agguato in piena regola, pianificato da tempo e da attuarsi alla prima occasione in cui vi fosse stato un pretesto che si presentò l’11 luglio con la nota diserzione del Consiglio. Lo scopo era ovviamente il mio allontanamento dalla Giunta voluta dal sindaco e dal suo stretto entourage per i motivi di seguito esposti. Non è un mistero che tra me e il sindaco vi siano stati accesi scontri in Giunta, non certo su questioni personali, ma su specifici atti amministrativi da lui fortemente voluti e da me contrastati per la loro natura diciamo “impropria” tant’è che non furono mai approvati nella forma e consistenza da lui voluta anche per l’indisponibilità a sottoscriverli da parte di altri assessori. In una vicenda specifica, intervenuto per sottolineare quello che a mio parere era un grave errore materiale occorso nella stesura del provvedimento, anziché ad un ringraziamento mi trovai di fronte ad una reazione stizzita e scomposta, davanti alla quale reagii, in modo forse eccessivo. Ma la fondatezza delle mie buone ragioni furono avvalorate dal ritiro del provvedimento e dall’appoggio di quattro assessori su sei che mi ringraziarono ripetutamente per aver evitato un fatto che avrebbe potuto avere gravi conseguenze. Tutto quanto ciò avveniva nei primi mesi del 2012, ed è ben documentato come del resto tutto quanto esposto in seguito. Da allora non vi furono altri scontri né battibecchi, ma, guarda caso, si sono attesi parecchi mesi prima di sfruttare al meglio tale episodio. Come da più parti riconosciuto, in questi tre anni l’Urbanistica ha lavorato bene grazie soprattutto alla competenza e alla professionalità del personale del Dipartimento, vero fiore all’occhiello della struttura tecnica Comunale, pianificando operazioni e interventi che stanno iniziando ad entrare in una fase operativa. Tutto ciò ha fatto nascere malcelati pruriti e appetiti in alcuni personaggi ansiosi di poter gestire, in regime esclusivo, dette operazioni molto visibili e di grande importanza, per acquisire meriti e visibilità. E così, all’indomani della mia estromissione, sono subito partite le operazioni di subentro, mai interrotte neanche nel mese di agosto, con frenetiche attività, sempre preannunciate e amplificate dalle trombe mediatiche. Come in ogni blitz che si rispetti non sono poi mancate le operazioni di intelligence e disinformazione, noti frequentatori dei migliori salotti di formazione del pensiero “gossipparo” casalese, “abili tagliatori di colletti” che non hanno avuto scrupoli a descrivermi, usando pesanti aggettivi, come soggetto pericoloso, fortunatamente individuato e neutralizzato dal sindaco. Sono stato anche accusato da alcuni personaggi vicinissimi al sindaco di ostacolare importanti progetti immobiliari di imprenditori privati, precludendo così ricadute economiche per la città. Sono arrivato all’Urbanistica non certo per meriti elettorali ma per la fiducia riposta in me dal mio gruppo di riferimento sia per le competenze specifiche dovute alla mia professione che per una lunga militanza politica. E’ questa una materia piuttosto ostica, non sempre di immediata intuizione, specie per l’enorme mole di leggi, norme, circolari ecc… che la regolamentano, talvolta contraddittorie, e che spesso inducono chi non è del mestiere a interpretare i provvedimenti come oggetto di puro arbitrio da parte degli addetti, ovvero che siano nella piena disponibilità dell’assessore o del Dirigente assensi o dinieghi. Si tratta di alcuni provvedimenti di natura urbanistico-patrimoniale sui quali non ho alcuna preclusione pregiudiziale anzi…!! Le mie riserve non riguardavano il merito, che in larga parte condivido, ma il metodo e la sostanza che, se mal gestiti, possono causare ingente danno patrimoniale e gravi irregolarità urbanistiche di equità e perequazione e solo personaggi, prostrati in modo imbarazzante ai poteri forti e con spiccata predisposizione alle facili promesse, magari preelettorali, possono ritenere possibile gestire tali atti amministrativi con tanta leggerezza e dilettantismo! Non voglio andare oltre sull’argomento poiché il mio operato e le mie informazioni in merito si sono interrotte con la revoca delle deleghe. Il sindaco stesso mi ha però informato che l’iter riguardante tali atti sta procedendo e quindi rischierei di fare il processo alle intenzioni. Invito però tutti a vigilare sullo svolgimento dei lavori e su come si porrà l’Amministrazione nella loro gestione per tutelare al meglio gli interessi collettivi. Poi vedremo gli esiti: il tempo è galantuomo !!! Durante il dibattito, il consigliere Lavagno non si è lasciato sfuggire l’assist che il consigliere Montiglio gli ha fornito col suo accorato intervento teso ad accomunare l’azione amministrativa del Comune con una normale gestione aziendalistica privata.