Giudice di Pace a Moncalvo. Ora i Comuni fanno i conti
di Claudio Galletto
Un costo approssimativo di 3,80 euro annui per abitante. Questa potrebbe indicativamente essere la spesa che i 19 comuni (oltre 16mila abitanti in tutto) a cavallo fra il Casalese e l’Astigiano potrebbero dover sostenere, ognuno proporzionalmente in base al numero di residenti, per ottenere il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo, la cui sede figura negli elenchi dei presidi per i quali è prevista la soppressione.
Della salvaguardia di questo importante servizio per tutto il territorio hanno infatti discusso nel pomeriggio di lunedì scorso i sindaci dei comuni posti sotto la giurisdizione del Giudice di Pace di Moncalvo, convocati alla speciale assemblea avvenuta nella Sala Consiliare di Moncalvo alla presenza del Giudice di Pace di Moncalvo Gabriella Falda, titolare della sede giudiziaria dal 2003, e del presidente del tribunale di Casale Antonio Marozzo. «Un incontro proficuo - spiega lo stesso giudice Falda - in quanto ha dimostrato il vivo interessamento dei presenti e la consapevolezza che essi hanno del servizio di giustizia esercitato a favore di questi paesi. Mi rammarico, invece, dell’assenza non motivata di alcuni sindaci o di loro delegati, soprattutto tenendo conto del possibile raddoppio di competenze che potrebbe avvenire in capo agli uffici del Giudice di Pace che resteranno operativi dopo la revisione delle sedi». Alla riunione erano presenti i rappresentanti di dieci comuni, ai quali si aggiungono due assenze segnalate e giustificate; per le restanti assenze anche il sindaco di Moncalvo Aldo Fara (il Comune di Moncalvo è peraltro proprietario dei locali della sede giudiziaria) ha espresso disappunto. L’analisi della situazione attuale ha evidenziato come la revisione giudiziaria dia la possibilità ai comuni di potersi accollare le spese di mantenimento della sede di Moncalvo evitandone così la soppressione.
I costi imputabili ai municipi sono dati dalle spese vive legate alla gestione dei locali della sede e al personale previsto dall’organico ovvero un cancelliere e un operatore giudiziario.
La normativa prevede invece con chiarezza che il costo legato al Giudice di Pace continuerebbe ad essere assunto dal Ministero della Giustizia. La maggior problematica emersa durante l’assemblea è legata all’assunzione e inquadramento degli impiegati necessari in quanto, in epoca di “spending review”, i comuni sono vincolati a non assumere nuovo personale. I presenti hanno quindi indetto un nuovo incontro, sempre presso la Sala Consiliare di Moncalvo, fissato per giovedì 21 marzo alle ore 16, per discutere in particolare eventuali soluzioni a quest’ultima questione. Nel frattempo i sindaci e delegati verificheranno se non vi sia già personale in servizio presso i vari comuni (ai livelli B3 e B2) idoneo a ricoprire gli incarichi previsti dall’organico dell’Ufficio del Giudice di Pace, fatto che potrebbe fortemente agevolare l’elaborazione della proposta di mantenimento. I tempi stringono: entro il 29 aprile bisognerà infatti produrre un’eventuale disegno fattivo per salvaguardare l’esistenza della sede.