A Valenza il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, realizzato nel primo dopoguerra, sorge al centro del Parco Pubblico, che un tempo era il Parco della Rimembranza. Il grande basamento a gradini sostiene un cippo con un grande elmo posto su una corona d’alloro e una baionetta spezzata. Sul basamento le lapidi ricordano i nomi dei 138 soldati caduti e quella a forma di scudo con l’iscrizione commemorativa: “Valenza / ai prodi / suoi figli / caduti / nella guerra / 1915-1918”.
Assai singolari sono le vicende di questo monumento, come ricordava Leonardo Grano nell’articolo intitiolato “Inquieti monumenti valenzani” pubblicato sul secondo numero della rivista “Valenza d’na vota” (1987). Vi si legge: “Agli inizi, una bronzea figura maschile nuda, opera di Mario Vaccari, sovrastava il monumento; i più anziani valenzani ricordavano anche chi fu il modello, una delle figure tipiche della mitologia valenzana. Ragioni di… pudore fecero sì che ad un certo punto il nudo maschile scomparisse dal monumento, che rimase così mozzato; poco dopo apparve al suo posto una Vittoria alata con le braccia protese”. Ma le tribolazioni del monumento non erano finite perché anche la statua della Vittoria scomparve per le inderogabili necessità della Patria, venne fusa e trasformata in cannoni, cosicché il monumento restò per la seconda volta monco, con due piccole mani che sorreggono una lampada votiva. E’ stato ancora modificato negli anni Sessanta del Novecento dall’architetto Annibale Rigotti (Torino 1870 - 1968), allievo e collaboratore di Alessandro Antonelli e progettista col figlio Giorgio di Palazzo Vela, il simbolo di “Italia ‘61”.