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1859, maggio: a Prarolo passa la storia - Palestro: piccolo museo e monumento-ossario

''Con l’abbandono di Vercelli da parte delle truppe austriache (19 maggio 1859), le truppe piemontesi si mossero da Casale verso Vercelli, stabilendo vari accampamenti lungo tale direttrice. In attesa che anche le truppe francesi potessero congiungersi con quelle piemontesi, queste ultime fecero vari saggi di passaggio alla riva sinistra della Sesia”. Uno di questi tentativi, attuato nel territorio comunale di Prarolo, è stato dettagliatamente descritto in un capitolo del fortunato libro di Giovanni Ferraris intitolato “Maggio 1859. La Storia passa da Prarolo”, pubblicato dalla Pro Loco nel luglio 2009 e ristampato nello scorso mese di marzo . Pochi giorni dopo il 22 maggio, il tentativo (simulato) di passaggio della Sesia da parte dei Piemontesi, provocava uno scontro a fuoco con feriti e un morto. Nel frattempo, il piano strategico preparato congiuntamente dal Re di Sardegna e dall’Imperatore dei Francesi, imponeva alle truppe piemontesi di retrocedere a Stroppiana e Casale, per lasciare il posto alle truppe francesi. Il passaggio delle consegne avvenne in quei giorni tra i soldati piemontesi della terza divisione al comando del generale Giovanni Durando (che aveva fissato il quartier generale nel palazzo casalese dei Dalla Valle) e le truppe francesi del 3° corpo d’armata guidato dal maresciallo François Marcellin Certain de Canrobert. A tale proposito Ferraris osserva ancora: “Anche se l’azione delle truppe piemontesi del 22 maggio ha meritato a Prarolo di essere ricordato tra i luoghi ove avvenne uno scontro a fuoco durante la guerra del 1859, almeno per quanto riguarda la celebrazione dei fasti del 6° battaglione di fanteria, per il paese l’evento di gran lunga più importante del maggio 1859 è costituito dal transito del 3° corpo d’armata francese. Le truppe francesi, prima di raggiungere Palestro, si accamparono a Prarolo il 30 maggio in attesa che venissero gettati i ponti necessari per attraversare la Sesia: il che avvenne nella notte tra il 30 ed il 31 maggio. Il corpo approdò in sponda sinistra del fiume il 31 maggio, quasi al termine della battaglia di Palestro ma ancora in tempo per assistere all’episodio che più ha acceso la fantasia popolare: il precipitare nel cavo di Sartirana degli Austriaci ormai in rotta”. Del resto, il feldmaresciallo Fredrick Zobel, pur in superiorità numerica, aveva deciso la ritirata verso Robbio prima che i francesi di Canrobert tagliassero in due tronconi lo schieramento austriaco. Dionigi Roggero 432-continua SULL'ARGINE DI PRAROLO SENTIAMO (CON LA FAANTASIA) SPARARE I CANNONI FRANCESI - A PALESTRO UN PICCOLO MUSEO In questo “Viaggio” abbiamo una guida di eccezione (ma non è la prima volta, forse ci siamo conquistati sul campo una buona fama...). Appuntamento a Prarolo col prof. Giovanni, Ferraris, nella veste vice presidente della società storica vercellese e autore di libri ad hoc sulla zona, ma bisogna aggiungere un centinaio di titoli (guardate Google...) inerenti alla sua professione di ordinario di cristallografia alla Università torinese Il nostro cattedratico (ma non lo dimostra) abita in una villetta vicino alla Roggia Molinari di Prarolo, il paese natio, quello dove le torri del castello fanno le corna a Pezzana... E duopo un primo scambio di libri. Poi percorriamo la vecchia strada verso il guado, dove un tempo c’era la Sesia. Vediamo le cascine Colombina e Trebbia in territorio di Prarolo, i Cascinotti e cascina Lupo in territorio di Palestro (Lombardia). Qui nel 1859 c’erano i 10 mila soldati del corpo d’armata di Canrobert e gettarono i ponti per raggiungere sull’altra sponda Palestro passando per l’antica strada della Lomellina. Arriviamo all’argine e tra le fronde di un bosco si intravede Palestro e immaginiamo il rombo dei cannoni francesi. “Sparavano alla cieca -dice Ferraris- provocando più danni alle case di Palestro che agli Austriaci, che in quel momento erano in chisa, a un funerale, è documentato”. Palestro è di fronte, non abbiamo i pontieri ed è scomparso il vecchio traghetto. Così riprendiamo l’auto verso Vercelli, sulla vecchia strada dei Cappuccini, attraversiamo il ponte sulla Sesia, nel 1859 c’era solo quello della ferrovia che si vede più avanti, ed era stato inaugurato da Carlo Alberto. Da questo lato del fiume si vedono però cupole e torri di Vercelli come dalle litografie del Bossoli che era un po’ il fotorerporter (con album) della II Guerra di Indipendenza. Il tutto per ‘‘The war in Italy from drawings by Bossol’’ realizzato a Londra A destra l’indicazione ‘‘Via francigena’’. Seguiamo la vecchia strada per Palestro, gli Austriaci aspettavano qui i franco-piemontesi perchè potevano dominarli da una serie di dossi (strani in questa pianura). Siamo al confine delle tre province Vercelli, Novara e Pavia Arriviamo alla città di Palestro. Passiamo davanti alla casa dove una lapide ricorda che ha dormito il Re Vittorio Emanuele, chissà se allora era fatiscente come oggi.... Visitiamo la chiesa parrocchiale di San Martino per ammirare un affresco di fine quattrocento. A fianco il vecchio monumento al soldato. Siamo in Piazza 30-31 maggio. Poi entriamo in municipio, nell’atrio hanno marmorizzato l’ode “Palestro” di Carducci. La sala consiliare è arricchita da cimeli originali in una vetrina, raccolti dopo la battaglia: proiettili, fregi, bottoni, staffe, un libro di preghiera di un soldato austriaco con all’interno una ciocca di capelli... L’assessore alla promozione turistica Oscar Moscatelli gentilmente ci offre volumi sulla battaglia (per ricambiare ci è rimasta una Guida sul Duomo di Casale). Infineci accompagna in visita al monumento Ossario (inaugurato il 28 maggio 1893, progettista Giuseppe Sommaruga, sua opera top il palazzo Castiglioni a Milano del1900-1903) che raccoglie ciò che resta dei caduti, è alto nel verde su un dosso all’entrata del paese, nel verde. Belli i mascheroni in ceramica. Entriamo. Ci viene spontaneo un commosso minuto raccoglimento. Ritorno veloci a Prarolo, salutiamo il prof. Ferraris, scienziato di professione e storico per passione, e la moglie Margherita Pasquino, originaria di Morano, già insegnante di scienze naturali al Cavour di Vercelli dove era preside il prof. Riccardo Calvo oggi al Liceo di Casale. Tanti cerchi si chiudono. Come sempre in un mondo che si dice globalizzato Luigi Angelino FOTO. Sull'argine di Prarolo il prof. Ferraris ci indica la direzione del fuoco delle batterie francesi (chi prende nota è il prof. Roggero), il viale d'accesso alla chiesa di Palestro; una vetrinetta del piccolo museo in Comune a Palestro; nel lancio: il monumento-ossario di Palestro

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Michele Castagnone

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