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I segreti di Morano da un libro di Aldo Timossi

Non ci sono dubbi sull’antichità della chiesa di Morano sul Po. Già dipendente dai monaci di Vezzolano (1176), fu assegnata dal marchese di Monferrato Bonifacio I all’ordine ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme (1210), per passare poi definitivamente, dalla sua fondazione nel 1474, alla diocesi di Casale, tranne nel breve periodo in cui fu sottoposta al vescovo di Vercelli (1805-1817). In quegli anni la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, che sorge al centro del paese, era retta dai Padri di Crea, che ne ebbero il controllo fino al 1811. Ed è curiosa la vicenda di alcuni arredi che ornano l’interno della parrocchiale, giunti a Morano dopo le soppressioni napoleoniche che hanno rimescolato il patrimonio ecclesiastico monferrino. Scrive Aldo Timossi nel recente volume “Tra Po e Lino. Tre millenni di storia e leggende a Morano sul Po”, pubblicato da Arti Grafiche di Casale nel giugno 2009: “L´edificio si arricchisce di due preziosi confessionali in legno, la cui storia è complessa. Nel dicembre 1801, anche chiesa e convento di Crea furono spogliati dei loro averi, come scrive padre Corrado Onorato nelle sue ‘Notizie storiche’: “un commissario del Governo francese, di cui fia bene tacere il nome, si portò al Sacro Monte a farvi il più orrido e rabbioso vandalismo. Ché entrato nel monastero spogliollo di quanto ancor vi era di qualche pregio: poi diede il sacco alla biblioteca vendendone i libri a peso, e al primo offerente, sperperandone le molte carte e i manoscritti, di cui la più parte andò a finire nelle mani dei pizzicagnoli, che se ne servirono per incartocciare caccio e salami (...)”. E poco dopo aggiunge: “Due confessionali erano finiti al Monte Sion di Mombello, nell´ex convento francescano trasformato in azienda agricola; qualche tempo più tardi, i priori della confraternita della Trinità di Morano, giunti in quel posto per vedere se ci fosse qualcosa di interessante da acquistare, avevano comprato i due confessionali e un paio di porte, una delle quali utilizzata per la chiesa di S. Pietro Martire”. Forse l’altra è quella dell’oratorio della confraternita della Santissima Trinità. Nel 1936, contestualmente alla ristrutturazione della facciata della parrocchiale, eseguita dal capomastro Pietro Mantello e poi affrescata dal pittore balzolese Mario Micheletti, i confessionali barocchi furono sottoposti, come ricorda Idro Grignolio, ad un attento restauro eseguito dai falegnami-artisti Biginelli e Boggione, anch’essi di Balzola, che portarono alla luce questo graffito scritto in francese: “Péchez, péchez, de nouveau péchez, depuis viendra la grise avec son pardon général”, che tradotto suona così: “Peccate, peccate, ancora peccate, poi verrà la ghigliottina con il suo perdono generale”, vale a dire la morte! Piccola scheggia di microstoria di una minuscola Mesopotamia con oltre tremila anni di vita. Dionigi Roggero 401-continua MORANO TOUR . Un SAN ROCCO CON CABINA ENEL Appuntamento davanti alla chiesa parrocchiale di Morano sul Po con Aldo Timossi, caro amico e collega. Aldo inizia la carriera di giornalista a Il Monferrato (gli mandavamo i francobolli perchè ci rimandasse gli articoli...). Assieme, macinando migliaia di chilometri, con spesso disegnatrice al seguito, abbiamo fatto quella che può essere considerata la prima Guida del Monferrato (“Alla riscoperta del...”). A Timossi ancora il merito dell’impaginazione del numero del centenario, il primo realizzato con le moderne tecnologie. Assunto in Regione all’ufficio stampa (con Salvio erano in due...) Timossi è stato poi capo di gabinetto delle due giunte Beltrami. Ha concluso la carriera alla direzione delle comunicazioni. Da novembre è in pensione e il libro che stiamo seguendo è un suo autoregalo. Suonano le 10,30. Inizia l’itinerario. Entriamo in parrocchiale (i furti hanno mano a mano alleggerito il tempio dei dipinti più preziosi) per ammirare i due confessionali, splendidi, di stessa provenienza, attraverso Crea. Osserviamo poi casa Baldi, a fianco della chiesa: il portico ha una antica colonna di granito proveniente dal convento di Monte Sion di Mombello. Imbocchiamo via Po per ammirare un arco - non l’avevamo mai notato - con un agnus dei, forse era l’ingresso della chiesa della Confraternita degli Angeli, demolita. Mentre il sole incomincia a picchiare ci portiamo sull’argine per la chiesa di San Rocco in condizioni disastrose, massacrata da una cabina dell’Enel. La porta è aperta a tutti. Necessita di un restauro urgente. Passiamo in via Pietro Gallo, per ammirare prima l’affresco di Santa Rita, poi quello una Madonna del Latte di casa Rossino, vicesindaco del paese, gentilmente apre il cancello la moglie Patrizia Bison di Balzola. Il dipinto, lo avevamo già segnalato, è veramente splendido. Ritorno passando davanti alla chiesa della Trinità e alla Casa degli archi, dove c’è un restauro da completare (e migliorare, quei tamponamenti con mattoni nuovi, orrore). Luigi Angelino FOTO. La colonna (al centro) che proviene dal Monte Sion. Timossi davanti all'affresco della Madonna del Latte (restaurato si preannuncia un capolavoro). Casa degli Archi.

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Michele Castagnone

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