Bruschi: le primarie del centrosinistra a Casale e la democrazia malata
di Enrico Bruschi
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Enrico Bruschi, esponente dell'area civatiana del Pd e sostenitore del Comitato Gioanola.
Le primarie del centrosinistra di domenica scorsa sono arrivate al termine di un percorso costellato di episodi sgradevoli al limite della scorrettezza, culminati nell’incredibile scoperta, proprio al seggio, del volantino di propaganda per Titti Palazzetti, recapitato a casa a più elettori, in busta chiusa e intestata della Camera dei Deputati. Addirittura surreale il fatto che a domande specifiche nessuno conoscesse il padre di questa operazione, che quindi resta sconosciuto. Sarà forse la prassi, ma che la cancelleria della Camera, pagata comunque dai cittadini, possa essere utilizzata durante le primarie cittadine e per una sola parte, è uno dei tanti segni del malcostume che determina, purtroppo, il dilagante disprezzo per la politica e che indebolisce in questo caso il centrosinistra e il futuro di Casale e del territorio.
Il grande afflusso di votanti è stato certo un bel segnale di democrazia ed un bel segnale di integrazione è stata la partecipazione di tanti stranieri al voto, sempre che questa sia stata spontanea. Il fatto che moltissimi di essi siano stati continuamente “accompagnati” da alcune persone che per tutto il giorno andavano e venivano, continuamente, facendo la spola ai seggi, telefoni e agendine alla mano, lascia però qualche legittimo dubbio e l’amaro sospetto che queste primarie abbiano segnato un altro momento di una democrazia malata. Si sono ripetute troppe volte lungo la giornata scene di chi pareva disorientato, non sapeva esattamente per cosa stesse votando.
E il risultato è stato la bocciatura di un progetto nuovo che voleva cambiare in profondità il modo di governare la città, nel tentativo di invertire il declino che da ormai un decennio abbondante colpisce con crescente intensità la nostra città che, nell’indifferenza generale, continua a perdere servizi e opportunità, con conseguente decrescita demografica, in assenza di ogni progettualità a lungo respiro. Un declino causato da una classe politica casalese men che mediocre che da molti anni non esprime più, ai diversi livelli istituzionali, esponenti in grado di operare efficacemente per la propria città.
La responsabilità ricade anche su tutti noi cittadini: è troppo facile lamentarsi, criticare e, quando va bene, fare una croce su una scheda elettorale. Ha prevalso un usato sicuro che porta la responsabilità di una spaccatura del centrosinistra, alla base della pesante sconfitta delle precedenti amministrative, e della mancata ricucitura, in questi cinque anni, della coalizione, della pochezza adoperata in consiglio comunale, creando le migliori premesse per una nuova sconfitta, a fronte di un progetto che, partito dal PD, era riuscito a riunire tutte le altre forze del centrosinistra. Non possiamo però fare finta di niente di fronte alle dinamiche e ai metodi visti e vissuti Domenica, da tante persone che indignate durante la giornate e in questi giorni stanno facendo sentire la propria voce. Siamo stanchi di partiti che anziché progettare il futuro della società si dedicano alla propria sopravvivenza. Non per questo vogliamo cedere all’ignavia dell’astensionismo.
Sarà forse una battaglia contro i mulini a vento, ma non rinunceremo a cercare una politica pulita, autorevole, capace e lungimirante, a cominciare dal nostra Casale e dal nostro Monferrato, con un impegno rafforzato dall’amore per la nostra terra. Per questo chiediamo l’impegno forte di tutti coloro che credono che un altro modo di far politica e amministrare è possibile.