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Mesotelioma: parte il trial Gleevec-Gem all’Humanitas di Rozzano

La Fondazione Buzzi Unicem ha reso noto nei giorni scorsi che è stato attivato il trial Gleevec e Gemcitabina che da alcuni mesi era congelato a causa delle diatribe insorte all’interno del Comitato scientifico sui criteri di selezione dei pazienti. «Un ulteriore protocollo di ricerca - sottolinea la Fondazione nella notizia pubblicata sulla Homepage del sito - è finalmente attivato ed è attualmente disponibile per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno. «Il titolo di questo protocollo terapeutico è il seguente: “Studio di fase II sulla combinazione di gemcitabina e imatinib mesilato nei pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno e pretrattati con pemetrexed”. «Più in particolare, si tratta di uno studio monocentrico di fase II che ha come scopo quello di valutare l’attività antitumorale della combinazione di Imatinib mesilato e gemcitabina nei pazienti con MPM resecabile ed esprimente PDGFR-beta o C-kit mediante immunoistochimica (IHC). «L’investigatore principale dello studio è il Dr. Paolo Zucali, e il protocollo verrà attivato presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano)». Alla base del disaccordo la questione relativa alla presenza del recettore sollevata dal medico e ricercatore Luciano Mutti, che sostiene di avere la paternità intellettuale del trial a base di Gleevec e Gemcitabina che ritiene sia un valido strumento terapeutico in una percentuale significativa di casi. Secondo Mutti infatti la presenza del recettore PDGFR-beta - inizialmente ritenuto essenziale per la risposta alla terapia - sarebbe un fattore di resistenza. Consolata Buzzi tuttavia ritiene che dopo una prima fase che coinvolgerà una decina di pazienti che presentano - appunto - il recettore se ne potrà aprire un’altra successivamente che coinvolga anche chi non lo esprime. Lo scopo: fare chiarezza La speranza è che si possa arrivare a chiarire la reale efficacia di questa terapia che ha indubbiamente avuto esiti molto positivi in alcuni pazienti. Come abbiamo ricordato più volte - in un paziente di Brescia - ha addirittura portato alla completa scomparsa del tumore che neppure dopo alcuni anni si era ripresentato. Sempre il trattamento con Gleevec e Gemcitabina è peraltro al centro da alcuni mesi di una diffusa richiesta di cure “in compassionevole” per i pazienti che non hanno risposto ad altri trattamenti. Terapie che - tuttavia - vengono però spesso negate dai medici, anche se si tratta di farmaci ampiamente testati.

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Carlotta Prete

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