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Monferratini tra Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina (Uno) - La fede semplice di Medjugorje “luogo tra le montagne” - L'enclave di Neum

DIARIO DI BORDO “Terre sacre e isole nel blu” la crociera 2012 “Il Monferrato-Stat” sulla Costa Classica è favorita dal tempo. Ricordiamo che l’imbarco è avvenuto sabato a Trieste. PRE-CROCIERA I Monferratini giunti da Casale si sono uniti a quelli (una cinquantina) che hanno compiuto un anticipo di vacanza nella giornata di venerdì (con pullman Stat, accompagnatore Dino Chierotti, autista Alberto Mesisca). Redipuglia, il ricordo Proprio nella giornata del 19 ottobre si è svolta la commovente visita a Redipuglia. Qui, al grande sacrario dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale Natalina Garelli, accompagnata dal marito Sergio Cortello di Casale, ha ritrovato la lapide del bisnonno Giovanni Segola morto sul Carso. Anche Lorenzo Garlando, con la moglie Maria Rosa Bifalchi di Bozzole, ha portato un pensiero commosso davanti alla tomba del nonno materno Lorenzo Rota di Rivalba di Valmacca, caduto ventenne nel 156° Fanteria. Noi cerchiamo gli Angelino, troviamo Domenico e Pietro. Da aggiungere che l'opera si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante della 3ª Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali. Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei caduti di tutte le guerre, «senza distinzione di tempi e di fortune». Lo visitiamo insieme a un gruppo di crocerossine, l'unica donna seppellita nel sacrario è proprio una crocerossina morta a 21 anni di nome Margherita Kaiser Parodi Orlando. La sua tomba si trova nella prima fila e si distingue perché nella facciata c'è scolpita una grande croce. Dall'altra parte della strada saliamo anche al primo Cimitero di Guerra della III Armata sul Colle Sant'Elia che oggi è una sorta di museo all'aperto (quanti cannoni) noto come Parco della Rimembranza. Il trenino di Indiana Jones a Postumia Lasciato Redipuglia, tappa alle grotte di Postumia con un affascinante percorso iniziale in trenino, tipo Indiana Jones (vedi nostro video...) sotto stalattiti che sembrano lampadari. Igor rischia la testa per fare le foto (belle). La guida, un signore in giacca a vento rossa (''niente nomi'') ci porta su e giù per quasi due ore in un susseguirsi sbalorditivo di fenomeni carsici, 21 chilometri di gallerie e maestose sale offrono un’esperienza unica del mondo ipogeo. Grandemente meritato il titolo di grotte più famose del mondo che in 200 anni hanno ospitato già 34 milioni di visitatori. Gran parte della fauna che abitava le grotte era a lungo sconosciuta, eccetto il ''Proteus anguinus'' che era storicamente oggetto di superstizioni. È da ricordare l'importanza di questo anfibio la cui esistenza è limitata nella regione carsica, ne hanno fatto un po' il simbolo di tutti i gadget nei negozi (buoni) avanti l'entratta della grotta. Lubiana, Slovenia Infine l’arrivo a Lubiana, capitale della Slovenia: il tour è stato guidato da Eliano d’Onofrio, preparato e appassionato.  Lubiana ha un centro storico ordinato con monumenti barocchi e e soprattutto in stile Sezession, la piu grande esposizione dell'architettura del maestro J. Plečnik Per noi che abbiamo la fortuna di avere il Po, citazione per la valorizzazione del fiume Ljubljanica formato dalle acque di nove sorgenti carsiche provenienti dal fiume Pivka, quello che ha creato le grotte di Postumia. Giustamente la guida ci porta al mercato, nella zona lungo il fiume, non lontano dai tre ponti. E' il cuore pulsante della città, il centro d'incontro e di appuntamenti, di vecchio e di nuovissimo, luogo in cui puoi capire l'essenza della città. Di tutto: i pani profumati e impastati con le spezie, i prodotti fatti con cera d'api e miele (candele grandi e piccole di ogni forma, miele di sapori e profumi diversi, pappa reale e cosmetici), i mazzolini di fiori secchi biedermeier, intrecciati dalle mani di due o tre donnine che stanno lì da tempo immemorabile; gli utensili di legno (suha roba, roba secca in sloveno) per la cucina (compresa la buffa macchina per tagliare il cavolo verza). Curioso (e anti vento) il reparto coperto, sotto le volte disegnate dall'onnipresente Plecnik, dove si vendono carni, salsicce, pesci, formaggi, frutta secca in quantità e tipi diversi. Le Ternovcanka, le signore di Ternovo, un quartiere campestre alle porte di Lubiana, sono una delle attrattive più tipiche. Arrivano con il carretto carico di verdure e non pagano la tassa di stazionamento perché sono considerate alla stregua di un monumento cittadino. Dicevamo del fiume: e sponde di Ljubljanica oggi sono un vivace punto di ritrovo, con numerosi caffè all'aperto. I battelli turistici offrono l'opportunità di visitare il centro storico e i suoi famosi ponti (dei calzoali, dei draghi sotto cui facciamo la foto...), le pittoresche facciate e le sponde da una prospettiva diversa. Molto approfondita la visita alla cattedrale di San Nicola. Ricca la collezione di lapidi che fotografiamo per un e pigrafista e traduttore singolare (e amico) il casalese-toscano prof. Olimpio Musso. Al termine, per finire in allegria, il brindisi conclusivo con il liquore ai mirtilli offerto dalla guida. Ma abbiamo apprezzato anche, grazie alla segnalazione del nostro fotografo (e prezioso interprete, madre di Belgrado) Igor Furlan, le delizie della torta Ghibanica. Ottimo l'albergo (bravo Dino). Ancona, Conero, Loreto Nella giornata di sabato l’imbarco sulla nave: i Monferratini hanno affollato il nostro Infopoint (ponte 5) per prenotare le escursioni. Il primo scalo (domenica 21) è Ancona. I Monferratini si sono divisi tra due escursioni: Urbino e Loreto. Noi seguiamo la seconda guidati da Carità di Alicante (in Italia per amore e per studi d’arte). Pian piano nel Parco del Conero. Poi le mura e le campane annunciano Loreto. Sulla scalinata della grande chiesa (ha la dignità di Basilica papale) il monumento a Papa Sisto V, con la statua bronzea benedicente dalla sedia gestatoria, opera del 1587-89 dovuta ad Antonio Calcagni. Sul lato sinistro della Basilica svetta l'alto campanile di 75,60 m. Venne realizzato su disegno del grande architetto Luigi Vanvitelli, autore della nota Reggia di Caserta, tra il 1750 e il 1754. Ospita un carillon di nove campane che intonano le note delle "Litanie lauretane". La campana maggiore, 73 quintali, risulta essere la più grande delle Marche ed una delle prime 10 d'Italia. Le tre porte bronzee sono magnifiche, frutto della prestigiosa Scuola di scultura che fiorì a Recanati tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Furono volute dal cardinale Antonio Maria Gallo, rettore del santuario fra 1587 e il 1620, per il Giubileo dell'anno 1600. Rappresentano scene del Vecchio Testamento. L'interno è enorme e già affollato: una croce latina che riporta al Cristo, con i dodici pilastri riecheggianti gli Apostoli e le quattro Sagrestie che portano i nomi degli Evangelisti, poste ai quattro angoli creati dai bracci della croce. Al centro, il "cuore" della croce, si erge la cupola con al di sotto la preziosa reliquia della Santa Casa e tutt'intorno le grandiose nove cappelle dei transetti e del presbiterio. Si segue la funzione religiosa e poi si venera la “Santa Casa” , dove, secondo la tradizione devozionale, la Vergine Maria ricevette l'Annunciazione. C'è la mano del Bramante. Infine si visita in maniera approfondita la Basilica compreso il salone delle reliquie con una vetrina dedicata alle Madonne Nere. La Sala, dalla maestosa volta a padiglione, venne interamente decorata con stucchi e affreschi da Cristoforo Roncalli detto il "Pomarancio", che fra il 1605 e il 1610 vi dipinse le vivaci "Scene della vita di Maria" alternate a sei Profeti e altrettante Sibille. Al ritorno c’è ancora tempo per prendere il sole sui ponti. Dubrovnik, Croazia Alle 17 si salpa alla volta di Dubrovnik (Ragusa): alla sera tutti eleganti per la cena di gala e primi “tanti auguri” (nel coretto c’è una new entry con Micol) per due noti coniugi casalesi: Pier Francesco Allara e Franca Omegna hanno festeggiato 50 anni di matrimonio. Medjugorje, Bosnia Erzegovina Lunedì 22 la nave fa scalo al porto nuovo di Dubrovnik (si chiama Gravosa). Per noi, bus 41, l’escursione è a Medjugorje. Prima guida, con slalom tra Croazia e Bosnia Erzegovina e relative dogane, Gloria Ljepava da Dubrovnik (licenza n. 488), autista Blazenko Jelavic (la traduzione sarebbe Beato...). Bello il panorama del mare e della Nerevta (con coltivazioni di ostriche). Evocano scenari di guerra le indicazioni 'Mostar'. Si prende per Citluk (strada interna e montuosa). in breve a Medjugorje, letteralmente significa “luogo tra le montagne”. All’entrata del santuario ci prende in consegna la guida Mario Koracic. Seguiamo in basilica dedicata a San Giacomo la funzione religiosa delle 11 concelebrata da 10 sacerdoti di varie nazionalità. La chiesa me la immaginavo più grande anche se esiste un altare esterno costruito nel 1989 di fronte a una grande l’area con circa 5000 posti a sedere. Il pullman ci porta al vicino Colle dell’apparizione (Podbrdo ) e qui, partendo dalla croce blu, molti Monferratini, guidati da Paolo Pia, salgono (e scendono) il sentiero pietroso e assolato. Attorno preghiere, canti, una fede popolare, semplice. Pranzo al sacco. Ancora una foto di gruppo sotto la grande statua del Cristo Risorto realizzata dallo scultore sloveno Andrija Ajdič nel 1998. L'artista ha “fasciato” i fianchi di Gesù con un lembo di giornale su cui è stampato il Salmo 138. Al ritorno, a Dubrovnik, siamo sorpresi da un tramonto strepitoso sul mare di Neum, enclave della Bosnia che taglia in due la Dalmazia (vedi approfondimento). La barriera verrà superata da un ponte (ne vediamo i lavori) sulla penisolal di Sabbioncello (Peljesac). PER SAPERNE DI PIU' A Lubiana il ponte dei Draghi (Zmajski most) venne costruito tra il 1900 e il 1901, quando la città ancora apparteneva all'Impero Austro-Ungarico. Progettato da un architetto dalmata che aveva studiato a Vienna e costruito da un ingegnere austriaco, il ponte è considerato una delle più belle opere cittadine in stile Art Nouveau[29][30] Nella regione talvolta il ponte prende il soprannome di "matrigna" in riferimento agli spaventosi draghi disposti sui suoi quattro angoli -Loreto è famosa per essere la sede della Basilica della Santa Casa, dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l'annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Tra storia e leggenda: agli inizi di maggio del 1291, Nazaret e tutta la Palestina erano ormai dominio dei turchi; alcuni angeli allora, scesi dal cielo prelevarono la Santa Casa e la portarono in volo. Il 10 maggio 1291 gli angeli lasciarono la casa a Tersatto, nei pressi della città di Fiume; in quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la casa di Nazareth e con essa si alzarono in volo. Attraversarono l'Adriatico e appena giunti nelle Marche la posarono nei pressi di Ancona, poi nei pressi di Porto Recanati, in località "Banderuola", infine sulla cima di una collina coperta di lauri. A febbraio sono stati presentati i lavori di recupero delle mura storiche della Città di Loreto, che prenderanno avvio nei prossimi mesi grazie al finanziamento di 1 milione e 130mila euro da parte della Società Arcus presieduta dall'ambasciatore L. Ortona, casalese d'adozione. -Medjugorie (pronuncia croata e bosniaca [ˈmɛdʑu.ɡɔːrjɛ]), è una piccola località del comune di Čitluk, oggi parte del cantone dell'Erzegovina-Narenta, della Federazione di Bosnia-Erzegovina. Questa località è diventata celebre nel mondo perché, il 24 giugno del 1981, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo (che allora avevano tra 10 e 16 anni, oggi sono tutti adulti, padri e madri di famiglia) affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di "Regina della Pace" (Kraljica Mira). Per questo motivo è divenuta oggi una famosa meta di numerosi pellegrinaggi. Neum Lo sbocco al mare delal Bosnia a Neum non è una conseguenza delle guerre jugoslave, ma risale alla fine del XVII secolo. Il confine meridionale (verso Ragusa) corrisponde alla frontiera fissata tra l'Impero ottomano e la Repubblica di Ragusa nel 1364. Il confine settentrionale (verso Spalato) venne invece fissato in seguito alla pace di Carlowitz (1699), quando i Turchi strapparono la zona di Neum ai possedimenti veneziani della Dalmazia per ottenere uno sbocco al mare e per imporre dei diritti di dogana sui commerci del litorale dalmata. La città fece ininterrottamente parte dell'Impero ottomano fino al 1878, poi rimase nominalmente turca ma sotto amministrazione austriaca, finché nel 1908 non venne annessa all'Impero austro-ungarico, alla quale appartenevano già i contigui territori delle due ex repubbliche marinare. Col sorgere del Regno di Jugoslavia, la città cessò di essere zona di frontiera, anche se l'antico confine fu mantenuto nel dopoguerra per la suddivisione interna della Jugoslavia titina in entità federali. La frontiera è ritornata ad essere internazionale con l'indipendenza della Bosnia ed Erzegovina. La città di Neum, è collegata territorialmente al resto della Bosnia ed Erzegovina, e fa parte del Cantone di Erzegovina-Narenta, ma è comunque considerabile simile ad un enclave dal punto di vista delle comunicazioni, perché la principale strada che l'attraversa è la Jadranska Magistrala (la litoranea croata). Infatti per raggiungere Mostar, sebbene esista una strada interna (M-17/3) che passa per Stolac (anche più breve), la strada più veloce è quella che passa dalla frontiera con la Croazia per poi risalire la valle della Narenta. La Croazia da parte sua ha lanciato la costruzione di un ponte tra la costa dalmata e la prospiciente penisola di Sabbioncello per stabilire un collegamento nazionale con l'exclave della Dalmazia meridionale mentre la Bosnia ed Erzegovina ha iniziato a progettare l'ampliamento della strada interna Stolac-Neum M-17/3.

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Carlotta Prete

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