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Coldiretti Alessandria ha incontrato il prefetto Vinciguerra
«Cinghiali: pronti a misure drastiche! Basta colture devastate e raccolti perduti»
In una lettera evidenziate le criticità, i pericoli per tutti e annunciate proteste ad oltranza
Coldiretti Alessandria prende posizione sui cinghiali chiedendo al prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra, misure drastiche e annunciando manifestazioni di protesta contro i danni da animali selvatici.
«Occorre cambiare la cultura che ha generato l’impianto normativo in vigore per garantire alle imprese redditività e futuro, per una situazione che, ancor prima del Covid e della PSA, richiedeva attenzioni mirate, e su più fronti di azione, per scongiurare danni diretti e indiretti all’impresa agricola e alla sua attività. Una conseguenza che va ben oltre la perdita del raccolto e che si traduce in un concreto rischio di mercato, un aspetto di centrale importanza, tuttora irrisolto, che determina una fase di aperto contenzioso tra agricoltori ed enti competenti alla tutela e gestione della fauna selvatica».
Nella lettera consegnata dal presidente provinciale Coldiretti, Mauro Bianco, e dal direttore, Roberto Bianco, alla Vinciguerra, viene evidenziato «come la presenza di cinghiali (e fauna selvatica in generale) sul nostro territorio sia ormai fuori controllo da troppi anni».
«Occorre la massima attenzione delle istituzioni ed abbiamo avuto conferma dal prefetto Vinciguerra che continuerà a seguire la vicenda con la dovuta sensibilità e attenzione. Possiamo parlare di una vera e propria invasione, un reale pericolo per l’incolumità delle persone e una tragedia dal punto di vista economico. Campi devastati, raccolti falcidiati, incidenti automobilistici anche mortali assedio nelle campagne, come nelle aree urbanizzate. La presenza dei cinghiali non è un problema solo per gli agricoltori, ma per tutti – ha affermato il presidente -. Un dazio che l’agricoltura non può più permettersi di subire. Per questi motivi come Coldiretti Alessandria abbiamo avviato una fase di mobilitazione, che proseguirà ad oltranza che non potrà non vedere coinvolte le Amministrazioni Provinciali e la Giunta regionale fino ad ottenere quello che riteniamo spetti ad agricoltori, cittadini e consumatori».
Una situazione di emergenza va affrontata con strumenti e soluzioni di emergenza. Esiste un problema normativo ed è rappresentato dalla Legge 70/96 (Regione Piemonte) e dalla Legge 157/92 (Nazionale). Rispetto all’attività venatoria si rende necessario consentire la possibilità di esercitare la caccia di selezione anche nelle ore notturne, così come le azioni di contenimento è improcrastinabile vengano ulteriormente rafforzate nella loro concreta attuazione, attraverso l’adozione di modalità uniformi e comprendendo l’intero territorio, quindi anche le aree protette, le zone urbane, i giorni di silenzio venatorio ed i periodi di divieto come previsto dalla legge, incrementare e rendere più efficaci gli abbattimenti che, nello scorso anno sono arrivati a circa 5.000 in provincia di Alessandria, e a superare appena i 27 mila a livello piemontese, quando l’obiettivo era quello di raggiungere i 50 mila.
«Mai come oggi, è importante dare certezze alle imprese agricole e garantire il futuro agli agricoltori con risposte strutturali ed efficaci, partendo dalla modifica della legislazione nazionale. La revisione va vista come una opportunità per effettuare interventi di controllo anche nelle aree protette, nelle aree urbane e nelle aziende faunistiche venatorie per mettere in luce le criticità del sistema e, più nel dettaglio, come siano necessari strumenti di gestione che non possono operare esclusivamente ‘ex post’ ma nella prospettiva della stabilizzazione dei redditi degli agricoltori con misure di gestione del rischio di carattere preventivo e, quindi, attraverso un nuovo sistema di gestione della fauna selvatica per rendere più snelli e tempestivi i piani di contenimento degli ungulati».
«Siamo grati al prefetto Vinciguerra per il grande interesse dimostrato, assicurando sostegno alle esigenze del mondo dell’agricoltura. Gli agricoltori non lavorano per avere un risarcimento danni ma per realizzare un reddito da una produzione di qualità – ha aggiunto il direttore -. L’agricoltore vive in simbiosi con la natura e con la fauna selvatica ed è predisposto, per definizione, a mettere in conto una perdita di prodotto dovuto al clima o ai danni da selvatici ma non in queste misure e con questa ricorrenza quotidiana. Sostenibilità è prendersi cura del territorio e dell’ecosistema: è questo lo sforzo ed il coraggio che chiediamo alle istituzioni senza nulla togliere al ruolo fondamentale dei cacciatori. Noi, che rappresentiamo il mondo agricolo, siamo pronti a fare la nostra parte».
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