Ozzano ricorda i suoi caduti con un monumento d’autore al Lavello, una lapide sulla facciata del Municipio e un obelisco oggi al cimitero. Una rara cartolina della collezione di Mario Cravino riporta sul retro: “Monumento ai Caduti, 13 maggio 1923”. Oltre ai nomi indica la località del decesso. Quattro borchie bronzee recano la scritta: Guerra-Europea-1915-1918.
La critica d’arte Giuliana Romano Bussola ricorda Capra
Tra gli innumerevoli monumenti ai Caduti in ogni città e paese, molti sono esempi di retorica e obbligo esteriore atti a rappresentare con enfasi agiografica commesse pubbliche e private, ve ne sono altri in cui l’artista ha felicemente dato corpo agli ideali collettivi e alla propria poetica con sincerità e stile personale.
In Monferrato abbiamo avuto artisti, primo fra tutti Leonardo Bistolfi, che sono riusciti nell’intento come Guido Capra nato a Casale nel 1888 dapprima garzone, poi collaboratore di Bistolfi, infine artista in proprio, che si riscattò dal fenomeno del Bistolfismo che annoverava schiere di epigoni e imitatori del grande maestro.
Pur scelto come assistente alla cattedra di scultura dell’Accademia Albertina da Cesare Zocchi che ne aveva ottenuto nel 1905 l’assegnazione scavalcando Bistolfi, immeritatamente a detta di Giacomo Grosso, Capra rimase sempre fedele agli insegnamenti del suo primo maestro da cui recepì le esperienze del Positivismo e della Scapigliatura, della pseudo scienza e dello spiritismo, anch’egli convinto della morte come “concime” e purificazione della vita.
In tutte le sue opere si coglie il fascino dell’arte bistolfiana intesa non come imitazione pedissequa ma come continuazione e ricreazione aggiungendovi innovazioni, anticipando in qualche modo l’arte povera, usando per la prima volta il cemento anche per creazioni artistiche, conscio che un materiale povero come la “falsa pietra” non penalizzava la riuscita.
Significativo il bel monumento ai Caduti posto in piazza Stazione di Ozzano, patria del calcestruzzo, del 1913 per commemorare il caporale maggiore degli alpini Beniamino Ferraris caduto nella guerra contro i Turchi il 10 ottobre 1912 sulle alture di Bu Masafer, poco dopo la vittoriosa battaglia di Derma.
Mentre in altri suoi monumenti è ancora presente l’iconografia tardo ottocentesca dell’umile soldato ritratto con il gusto del verismo (a Montemagno e a Frassineto) qui si coglie il recupero della statuaria classica dell’eroe seminudo e ferito ma indomito e possente nell’anatomia michelangiolesca, trasfigurato come simbolo di continuità dello spirito immortale.
Il basamento accanto all’effige del caduto, presenta un fregio a decoro floreale affine agli eleganti motivi naturalistici delle porte in cemento di una casa privata di corso Manacorda in Casale, anch’esso bellissimo esempio di sinuosità e sensualità della linea Liberty.
Dopo la grande guerra nello stesso basamento è stata posta una lapide in marmo con una figura alata a basso rilievo a ricordo dei caduti ozzanesi unendo lo stesso canto d’amore all’eroismo, al sacrificio, al dovere che ai tempi permeava tutta la vita nazionale offrendo un grande valore di testimonianza storica-artistica.
Proprio per questo motivo occorrerebbe ripassare le scritte dei nomi che stanno scomparendo diventando presto illeggibili.
Tutti i nomi sul monumento
Ricordiamo ancora che il monumento del Lavello era stato inizialmente dedicato al caporal maggiore degli alpini Beniamino Ferraris, del terzo reggimento alpini, battaglione Fenestrelle (al comando del magg. Ernesto Mombelli), caduto il 10 ottobre 1912 nel combattimento di Derna, Libia.
Ai lati del monumento sono riportati incisi i nomi dei caduti della Grande Guerra, preceduti da questa iscrizione commemorativa: “Ozzanesi caduti sul campo dell’onore per la redenzione e la grandezza della Patria 1915-1918”.
Da evidenziare anche la lapide affissa sul palazzo municipale con il bollettino della Vittoria del generale Diaz e al centro del cimitero la stele in ricordo di tutti i caduti di Ozzano.
Elenco dei nomi dei caduti della prima Guerra Mondiale: Spinoglio Ernesto; Rollino Mario; Grappio Placido; Ferraris Evasio; Colombano Carlo; Fracchia Carlo; Reale Luigi; Saluta Agostino; Bersano Marco; Gozzano Carlo; Rollino Giuseppe; Gorino Francesco; Ruschena Fiorenzo; Fava Eusebio; Vercelli Felice; Zavattaro Agostino; Roggero Giovanni; Patrucco Giuseppe; Massimello Natale; Cattaneo Carlo; Polello Umberto; Mazzucco Giuseppe; Fava Ernesto; Re Enrico; Calvi Giovanni; Martinetti Domenico; Cavagnolo Evasio; Spinoglio Mario; Barbano Luigi; Simonetti Paolo; Mezzena Giovanni; Rollino Giovanni; Coppo Federico; Morbelli Luigi; Lucca Francesco; Bonaria Aristide; Barozzi Ettore.