«Non giudico Cavallero un traditore ma solo una vittima di quei tempi»
di Pino Carrato
Adesso cominciamo a divertirci davvero. Pensavamo che la faccenda del povero generale Ugo Cavallero fosse finita ma non è ancora possibile. Il sindaco di Occimiano Ernesto Berra fa le sue legittime considerazioni ma si dimentica di un punto fondamentale. Visto e considerato che Cavallero… lo abbiamo ucciso “Noi, solo noi e nient’altro che noi” (almeno secondo la vulgata resistenziale. O no?), vuol dire che almeno un po’ antipatichino ci stava. E quindi non era dall’altra parte di BandaTom. Anzi. E se invece si è suicidato (sempre secondo un’altra vulgata resistenziale. O no?) lo ha fatto per non dover comandare gli odiati fascisti. Allora, dati i fatti siamo ampiamente d’accordo che il traditore Cavallero meriti al massimo un’aiuola per i cagnolini. E’ un eroe vostro, accidenti! Senza dimenticare che… il maresciallo Badoglio mi telegrafa: «Alla testa delle mie truppe sto entrando in Addis Abeba ecc. ecc...». Badoglio era il capo di Cavallero quindi i gas li ha tirati lui. Tanto per gradire.
Adesso, più seriamente, dopo queste considerazioni che vorrebbero sdrammatizzare ma che sono amarissime, comunque, il punto vero è che stiamo parlando di caduti, caduti che vanno rispettati tutti come dice nella stessa pagina Ugazio. Non giudico Cavallero un traditore ma solo una vittima di quei tempi. Come Fecia di Cossato. A entrambi il rispetto dovuto e parce victis. E adesso, in realtà, non mi diverto più!