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I fatti di Arezzo: che c'entra il calcio?

Caro Direttore, Scrivo di getto angosciato per quel ragazzo di ventisei anni freddato da un colpo di revolver alla nuca sparato da una trentina di metri davanti un autogrill nei paraggi di Arezzo; un colpo degno del migliore John Waine (che però non sparava alla nuca). Ventisei anni, la vita da vivere, i sogni da condividere con qualcuno, le favole da raccontare.. le voci dei suoi cari, la mamma , il papà, i fratelli…;…ma questa, me ne rendo conto, è retorica perché la vita di un uomo- nella sua unicità ed irripetibilità- la vita di un di un essere umano, non ha età… E scrivo esterrefatto, mortificato, incredulo, per le dichiarazioni sentite sui telegiornali ed alla radio dove soloni del giornalismo e della politica parlano di fatalità e sottolineano la necessità e l’inderogabilità di prendere ulteriori severe misure contro il gioco del calcio, di abolire le trasferte dei tifosi e via discorrendo. Un tizio barbuto (e barboso) che un giorno sì e l’altro pure appare sugli schermi televisivi da dove delizia il colto e l’inclita della sua saggezza, auspica l’abolizione del pubblico dagli stadi (“il pubblico deve stare a casa e seguire le partite alla TV…”); un altro, un essere candido- che, purtroppo, non è il Candido di Voltaire- dice che è ora di prendere severi provvedimenti contro la violenza delle tifoserie… (Poi ci sono state le dichiarazioni dei politici , per i quali un bel tacer-purtroppo- non fu mai scritto; particolarmente profonda la dichiarazione del ministro Melandri “ La morte del giovane tifoso è una immane tragedia – ha detto il ministro dello sport, - Ho condiviso la decisione del presidente Abete di sospendere immediatamente lo svolgimento di Inter-Lazio e di procedere ad uno slittamento dell'inizio delle altre partite come segno di lutto e di pausa di riflessione; per fortuna Veltroni ha condotto duecento studenti romani in una sinagoga di Cracovia dove ha fatto osservare un minuto di raccoglimento…). Ma che ci azzecca…direbbe il ministro Del Piero… Che c’entra la fatalità, che c’entrano i tifosi, che c’entra il mondo del calcio per il fatto che un giovane, una persona, un essere umano è stato freddato – “attinto al collo” ha dichiarato ineffabile il questore – davanti ad un autogrill di Arezzo; che c’entrano per il fatto che uno sconsiderato abbia maneggiato il revolver finendo per sparare ad altezza di uomo per sedare una lite, della quale nell’autogrill nessuno se ne è accorto, fra sei o sette giovani metà juventini e metà laziali che tra l’altro era già finita al momento dello sparo? … una discussione con qualche affan brodo, o figlio di buona donna, magari con qualche spintone e tentativi di sberla, come penso siamo stati tutti coinvolti litigando per Bartali e Coppi o Torino e Juventus… Che c’entra l’onore della polizia se un suo sconsiderato membro usa maldestramente il revolver come se fosse al luna park sparando ad un’automobile in movimento e che quindi non nuoceva a nessuno; tutte le persone responsabili sono consapevoli del servizio faticoso, generoso, pericoloso, encomiabile, tra l’altro sottopagato, delle forze dell’ordine alle quali va la gratitudine di ogni cittadino responsabile. Ma il suo onore, l’onore delle forze dell’ordine, sarebbe gravemente intaccato se si cercasse di minimizzare, sviandolo su altre direttrici, l’assurdo comportamento di uno dei suoi membri. Spero proprio che questo non accada perché il responsabile di questo lutto è uno solo e facilmente identificabile. Il Calcio, con questo episodio, c’entra nulla; se lo imprima della cervello anche il Ministro dell’Interno; gli stadi, il calcio, le trasferte con questo episodio non c’entrano nulla; è inutile continuare a proibire…o dove viviamo?!?... A Chieti, un ragazzo che stava parcheggiando davanti ad una discoteca, è stato travolto ed ucciso da un’automobile guidata da un suo coetaneo ubriaco. Si deve aprire un processo contro la discoteca e farla chiudere, o contro il pilota ubriaco e mandarlo a riflettere in galera per il tempo necessariamente congruo che gli consenta di riflettere sulla sacralità della vita di un essere umano?...

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Michele Castagnone

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