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Il dibattito

«Perché diciamo no al deposito nazionale di scorie nucleari a Trino»

Interviene il Circolo Verdeblu del Monferrato Casalese di Legambiente

«Negli ultimi mesi abbiamo letto, come tanti, con stupore e apprensione, le affermazioni del sindaco di Trino che di fatto mettono in discussione il percorso che Sogin ha messo in atto per individuare il sito idoneo per il deposito nazionale per le scorie radioattive. Affermazioni, quelle del sindaco Pane, contestate dagli stessi Sindaci dei territori limitrofi (Camino, Unione Valcerrina, i sindaci del Monferrato) e dalla stessa Regione Piemonte».

Inizia così l'intervento del Circolo Verdeblu del Monferrato Casalese di Legambiente: «Riteniamo che la proposta di autocandidatura avanzata dal Sindaco di Trino, avanzata per altro senza un idoneo passaggio istituzionale, sia estremamente pericolosa e non faccia altro che ritardare la realizzazione di un’opera la cui necessità è evidente. A tal proposito facciamo nostre le considerazioni di Legambiente nazionale e di Legambiente del vercellese».

La procedura di selezione «sulla base di criteri di esclusione fissati dalle Autorità nazionali per individuare un sito che comporti i minori rischi possibili per il territorio, ha portato all’individuazione di 67 aree ritenute “potenzialmente idonee” (inserite nella CNAPI) rispetto alle quali erano state presentate le osservazioni di Legambiente, dei cittadini e dei vari enti locali nel corso di un lungo e tortuoso percorso partecipativo.  In seguito a questa fase partecipativa, sono state individuate 51 aree ritenute idonee per ospitare il deposito unico nazionale (CNAI)».

«Ora, in base alla recente decisione del Governo con il decreto legge “Energia”, gli enti locali le cui aree ritenute non idonee fino ad oggi (che non rientrano nella proposta di CNAI quindi), possono presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta e chiedere al Ministero dell’Ambiente (MASE) e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità».

«È assurdo prevedere la possibilità di autocandidature da parte dei Comuni non compresi nella Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive (CNAI) perché lascia prevedere un percorso poco rigoroso e poco attento alla sicurezza dei cittadini, e che finirà per allungare inevitabilmente i tempi per l’individuazione del Deposito, che invece rappresenta una vera urgenza per la sicurezza di tutto il Paese».

«La necessità che il nostro Paese si doti di un Deposito Unico per i materiali radioattivi nasce dal fatto che l’Italia, pur non utilizzando più le centrali atomiche, ha accumulato ingenti quantità di questi materiali, prodotti nel secolo scorso e ancora oggi con lo smantellamento e la bonifica dei siti nucleari, e altre, in minor quantità, che vengono prodotte tuttora per scopi medici o industriali. Ci sono ancora rifiuti radioattivi attualmente stoccati e dislocati su tutto il territorio nazionale in decine di siti assolutamente inidonei, con gravi e ingiustificati rischi per tutti. Riteniamo pertanto fondamentale attenersi al percorso scientifico individuato fino ad ora. Il deposito nazionale serve ed è urgente. Invitiamo tutti i cittadini ad aderire al Comitato territoriale sorto a Trino contro la proposta di autocandidatura».


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Carlotta Prete

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