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«Golfavolando» - Dada Montarolo ispirata dalle favole di Esopo e Fedro - Al Golfino

«Il Circolo Golf Belvedere si adagia fra le colline che stanno fra la pianura e le montagne in un posto im­precisato. Somiglia a una bella quarantenne sveglia da poco, languida e con qualche ruga che si vede ap­pena. Una specie di Venere un po' datata ma co­munque affascinante. Per raggiungerlo bisogna infilarsi nelle stradine che si diramano dalla città verso la campagna e per­correrle con pazienza, sobbalzando un po' fra i mucchietti di terra schiacciata che i trattori lasciano cadere mentre vanno su e giù dai campi. Non ci sono molte indicazioni e questo è uno dei tanti argomenti che mi ostino a sottoporre durante le assemblee dei soci. Con poco successo: preferiscono starsene defilati e godersi in pace il loro gioiello. Perché di gioiello si tratta. Infatti il Circolo Golf Belvedere è un dono d'amore». Questo l'inizio del nuovo romanzo "Golfavolando. Storie vere di un circolo immaginario" di Dada Montarolo, nota scrittrice casalese e da tre lustri giocatrice di golf. Un bel volume appena pubblicato dall'Editore Mursia (Milano 2008) con l'originale titolo ispirato dalle favole di Esopo e Fedro. Del resto fiabesca è anche l'origine dello sport, così come viene descritta da uno dei protagonisti del libro, il maestro americano Mike: «Milioni e milioni di anni fa un esemplare di Homo Sapiens si aggirava cauto nella boscaglia per cacciare qualche animale. Aveva una clava e la faceva ondeg­giare piano fra le mani mentre procedeva guardan­dosi intorno. A un certo punto vide un pietra picco­la e rotonda davanti a sé. Senza pensarci alzò le braccia, roteò la clava e la colpì, spedendola a qualche decina di metri lontano in un piccolo spiazzo di terra e di erba. Trovò la cosa divertente e continuò fino a quando non vide un animale commestibile poco lontano. Smise di colpire la pietra e si preparò all'imbo­scata. La volta dopo dedicò più tempo al gioco di colpire le pietre con la clava e alla prima occasione lo spiegò ai suoi colleghi cavernicoli che fecero altret­tanto. Ci presero gusto e cominciarono a sfidarsi fra di loro, riservando alla caccia il minimo tempo indi­spensabile. Fu così, secondo me, che il golf entrò nel DNA umano e non ne uscì più. Il nostro uomo si comportò allo stesso modo dell' Homo Sapiens, colpì la pallina in modo goffo ma deciso. Poi si girò a guardarci con l'aria di chi ha fatto qualcosa che non capisce ma che gli è piaciuta». Ma per giocare a golf è necessario - come ricorda la quarta di copertina - cancellare ogni paura, mettere in sintonia cuore e cervello, vedere nella pallina ciò che ognuno ha realizzato, fatto nella vita. Solo allora si può entrare al «Circolo Golf Belvedere», un piccolo mondo che forse esiste solo nella fantasia, dove tutti possono imparare le regole di un gioco che alcuni chiamano golf, altri chiamano vita. - Dionigi Roggero - Visita in «golfcart» al «Golfino» adagiato tra le colline e la riva del Po E' senz'altro il primo «Viaggio d'autore» su un campo da golf.... Ma non poteva essere diversamente visto che questo sport è il protagonista del libro di Dada Montarolo, scrittrice, collaboratrice di agenzie di pubblicità (e amica), che ci dà appuntamento in un luminoso sabato di luglio a «Il Golfino» a metà strada tra Casale e Pontestura dominato dalla chiesa e dalla torre smozzicata di Torcello. Siamo accolti dalla scrittrice, da Guido Viale presidente del Circolo con la moglie Roberta e il figlio Dodi (Giorgio), direttore del club. Per la cronaca all'area di partenza (ci fan da sfondo per le foto...) ci sono Ottavio Spagnolo e Guglielmo Ubertazzi. Il titolo e il sottotitolo del libro «Golfavolando, storie vere di un circolo immaginario» sono stati la partenza, dice Dada, «di un racconto del golf che è poi il racconto della vita. Ho pensato alle favole di Fedro e di Esopo per parlare all'anima... Del resto il golf è meglio di una seduta psicanalitica, conosci te stesso e gli altri. Viene fuori il carattere di tutti in 5 o 6 ore di gioco....» Nel libro ci sono alcuni accenni al Golf Club Margara di Fubine e, ovviamente al Golfino, e c'è, per chi ha avuto le prime copie (sarà in libreria da oggi), la caccia all'identificazione di un personaggio reale o quasi: sicuramente nel «Mike» di Dada c'è molto di Joe Kowatch, maestro Usa, proveniente dal Michigan. E' venuto in Italia per amore. Viale l'ha contattato ai Roveri di Torino. Ha anche scritto un libro tradotto da Dada e «insegna golf in modo umano». Ha girato molto, quindi è in grado di fare, a nostra richiesta, dei paragoni «Qui il campo è relativamente piccolo, ma ogni campo ha la sua storia (e che storia, aggiungiamo noi: Torcello, Paciliano, il guado). Ad esempio. è l'unico sul Po. Le buche sono belle, difficili, fantastiche...». Maurizio Novella e Giulio Griffi, rispettivamente «green keeper» (curatore del campo) e direttore e segretario del Margara sono stati «Molto utili per la parte tecnica». Ma parliamo del «Golfino». Viale è stato folgorato dalla bellezza del posto, appena lo ha visto. Dada Montarolo confessa che il nome «Belvedere» dato al suo «circolo romanzato immaginario» è quello di una cascina poco distante. Saliamo sulla Golfcart, piccola macchina elettrica, guidata dal presidente Viale (ci ricorda Bush...), per una visita veloce. Il campo, disegnato dall'arch. Franco Piras, ha una superficie di 115 mila mq. la prima area è sulla sponda del Po (fiume mangia palline...) delimitata dai paletti rossi, invisibile dalla strada. Ci spostiamo per fare spazio ad un golfista in prossimità della sua buca, mentre sul telefonino (i giocatori non possono usarlo) ci arriva una gradita telefonata del vescovo Catella... Facciamo il secondo giro nella parte visibile dalla strada impreziosito al centro da un laghetto, che raccoglie le acque della collina di Torcello. Tanto verde e un ecosistema conservato con libellule antizanzare. Dopo un breve giro al putting green (campo di allenamento) e ai campi pratica, entriamo al fresco nel bar. Il presidente smentisce che il golf sia «uno sport per ricchi»: si può ad esempio provare un mese, istruttore compreso per 99 euro, l'iscrizione annuale costa 780 euro, senza limiti di gioco. L'attrezzatura minima si trova a 230 euro. A Casale ci sono buoni giocatori e un vivaio di giovani talenti. Molti i golfisti non casalesi che si trasformano anche in turisti: fanno acquisti al mercatino, visitano la città (faremo avere dei depliant...). Finiamo in gloria con un aperitivo denominato, giustamente, "9 buche". brindando al «Golfino» e al prossimo libro della «nostra» Montarolo che nel cassetto ha un altro romanzo sul non spazio e non tempo, sui luoghi che non sono più luoghi, terreno per il «nostro» filosofo prof. Roggero. Luigi Angelino -GOLFavolando, pagg. 200, Mursia editore, euro 15. NOTIZIE UTILI- "Il Golfino practice club" Indirizzo : Strada provinciale Casale Pontestura 3/A (15033) Casale Monferrato - AL Telefono : 0142 408915 - Fax : 0142 408784 E-mail : ilgolfino@virgilio.it Presidente : Guido Viale Vicepresidente : Lorenza Coppa Direttore : Giorgio Viale Segretario : Giorgio Viale Maestro : Joe Kowatch Numero buche : 6 Percorso : 6 buche + campo prat. 18 postaz. Attrezzature : Club House Servizi : Bar ristorante Stagione : Tutto l'anno - chiuso 24/12-15/1 Giorno di chiusura : Martedì Altitudine : 160 mt. slm Come raggiungerlo: Uscita A26 Casale Nord per il centro, dopo ponte sul Po, 500 mt. a dx Str. Prov. per Pontestura per 4 km. FOTO - Al «Golfino» la scrittrice Dada Montarolo e il maestro Joe Kowatch; con il presidente Viale "autista" sulla golf cart in visita alle "buche" de Il Golfino; all'area di partenza con sullo sfondo la chiesa (Indicata dalla freccia) e la millenaria torre di Torcello di Rolasco (f. Angelino)- Nel "lancio" la copertina del libro

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