di Colapesce (Giovanni Bellistri), sindaco di Terruggia
Dalle Città invisibili, di Italo Calvino, la storia di Leonia riveduta e ritoccata per raccontare la storia di Monferronia dei giorni nostri.
Monferronia ha una storia gloriosa alle spalle. Senza scomodare gli avvenimenti di più antica memoria, segnati da marchesati, di grandi famiglie che l’hanno fatta assurgere a capitale di un vasto territorio, ci interessa conoscere la storia più recente, quella che può essere raccontata dagli attuali monferroniani dai capelli ingrigiti, e segnata, per lo più, dal tratto caratteristico di un declino irreversibile.
Monferronia, non più tardi di qualche decennio fa, era un centro pulsante di attività economiche, artistiche, culturali, sportive e politiche, rappresentate, nel panorama dei confini nazionali, da Monferroniani di eccellenza. Ma come ben si sa, il benessere, l’orgoglio, la capacità di essere motore della propria storia, se si vuole tenere il passo con le nuove sfide, sono cose che vanno coltivate e continuamente ravvivate.
I Monferroniani più recenti, invece, preferirono adagiarsi alle vecchie glorie del passato che, per certi aspetti, li rassicurava, li sollevava dalla fatica di volgere lo sguardo oltre. Fu così che lentamente monferronia si trasformò dalla città che era prima in un’altra città, preminentemente commerciale. Segno palpabile di questa mutazione di Monferronia è la monotonia dello scorrere del tempo: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove e fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Monferronia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio.
Il declino di Monferronia ebbe inizio quando al governo della città erano stanziati i “rossi”, i quali con grande passione hanno assecondato questa tendenza a tramutare Monferronia sempre più in una città che consuma, usa e getta. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Monferronia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità.
Segno evidente di questa situazione è registrata dal fatto che la città si è dotata, fuori e dentro le sue mura, di centri commerciali, ipermercati, supermercati che garantiscono ogni bisogno di consumo. Naturalmente, per garantire lo smaltimento dei rifiuti prodotti da questa voglia compulsiva di consumo, sono state create adeguate discariche nelle zone limitrofe alla città. Per l’esattezza, nel giro di pochi anni, ne sono state create ben tre, l’ultima delle quali in una amena località chiamata Bazzonia.
Oggi, da circa un anno mezzo, al governo di Monferronia sono stanziati gli azzurri (tendenti al verde), che hanno scalzato i rossi dalle poltrone proprio sul tema di questa logica consumi-rifiuti-discariche, promettendo un miglioramento delle performance su tutti i fronti.
Molti Monferriani, all’inizio di questa nuova esperienza governativa, temettero il peggio, erano seriamente preoccupati al pensiero di dover cambiare abitudini e dare una svolta al loro modo di vivere. Ma le recenti iniziative annunciate dai nuovi reggenti azzurri (tendenti al verde) hanno tranquillizzato tutti. Il nuovo fiammante ipermercato “esse corta” che sorgerà nel cuore della città e il contestuale avvio delle attività preliminari per la costruzione di una nuova discarica in zona Bazzonia, creerà le condizioni favorevoli affinché il sonno dei Monferriani non venga turbato.
Colapesce
NB: la parte segnata in corsivo è tratta dal libro di Italo Calvino “Le città invisibili”