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Da dieci secoli legame musicale con San Gallo

‘‘Sono molto lieto e onorato di brevemente introdurre alla raffinata e gustosa lettura di questo prezioso libretto sulla ‘sequenza’ (preghiera innica liturgica musicata) dedicata a sant’Emiliano I. E’ come un bel mosaico: tre valenti ricercatori e docenti ci offrono il frutto della loro ricerca”. Così scrive mons. Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, nella presentazione del volumetto “Da San Gallo a Vercelli, una sequenza per Sant’Emiliano. Notker e Liutwardo”, di Mattia Rossi, Gionata Brusa e Giovanni Parissone, appena pubblicato dalla Società Culturale Villaviva (Grafiche Fratelli Cattaneo, Brivio, ottobre 2010). Di particolare importanza, nel saggio di Mattia Rossi, la figura prima quasi sconosciuta di Liutwardo, consigliere dell’imperatore Carlo il Grosso, vescovo di Vercelli dall’880 al 900, interlocutore di papa Giovanni VIII che nelle sue lettere gli riconosceva un peso e una abilità politica superiori a quelle imperiali. E’ interessante per la storia locale il diploma imperiale del 16 marzo 882 nel quale, su richiesta del vescovo Liutwardo, Carlo donava alla chiesa eusebiana parecchie “curtes” regie (con i relativi poteri regali), tra le quali Paciliano e Occimiano. Al di là dell’indiscussa abilità politica del vescovo di Vercelli, peraltro rafforzata dalla presenza sulla sede episcopale confinante di Novara del fratello Cadaulto, non si può dimenticare il suo alto profilo culturale che favorì i legami con alcuni dei maggiori centri di cultura del tempo. Tra questi, il celebre monastero svizzero di San Gallo, nella persona del monaco Notker, nato a Zurigo nell’840, poeta, autore religioso, teorico musicale e bibliotecario dell’abbazia. Dopo la morte (912) fu venerato come compatrono del monastero e proclamato beato da papa Giulio II nel 1513. E’ considerato l’ideatore della sequenza moderna grazie alla compilazione del “Liber Hymnorum” (il libro degli inni), dedicato proprio a Liutwardo, successore di Eusebio nel ruolo prestigioso di vescovo di Vercelli, Gionata Brusa si sofferma sull’episcopato di sant’Emiliano (VI secolo), presentando l’Ufficio divino (liturgia) dell’11 settembre (considerato il giorno della nascita), una delle feste in onore del patrono di Villanova (l’altra è il 17 maggio nel ricordo della traslazione), richiamando poi l’azione del vescovo Cesare Bononio che nel 1575 abrogava il “rito eusebiano” prescrivendo l’utilizzo del “Breviario Romano” di Pio V. Conclude l’opera la ricerca del maestro Giovanni Parissone che presenta il testo e la musica della sequenza di sant’Emiliano, analizzata nella successione delle strofe con precise annotazioni di critica musicale. Dionigi Roggero DOPPIO ORGANO E UN BEL RELIQUARIO Grazie alla società culturale Villaviva nel paese di Villanova ormai si è creata una piccola collana editoriale. La trasferta inizia bene con il giovane Mattia Rossi che ci accoglie nella chiesa parrocchiale suonando l’organo Lajolo, pezzo unico dell’artista di Sezzadio, posto nel presbiterio (e con le ante decorate da un altro villanovese illustre, Giovanni Bonardi). Rossi ha alle spalle studi di Storia medievale a Vercelli con la prof. Germana Gandino dell’Università del Piemonte Orientale ed è un allievo di Giovanni Parissone. Il maestro si materializza con il parroco don Mario Fornaro, a sua volta annunciato dai bambini della ‘‘dottrina’’ (catechismo). Per tutti in sacrestia una prima ostensione del reliquiario prezioso di Sant’Emiliano scolpito in legno dorato, settecentesco, è giusto rendergli omaggio dopo la ricerca (e il libro) sulla Lauda dedicata al santo, decimo vescovo di Vercelli e protettore da tempo immemorabile del paese dell’Oltrepo. Dal pulpito, che viene nuovamente utilizzato nelle funzioni domenicali, captiamo il discorso tecnico sulla origine del volume. Tutto è nato nel 1987 con l’incontro a Vercelli con lo studioso mons. Giuseppe Ferraris. Dice Parissone: “Sono rimasto incuriositosi dall’antifona che invece delle note proponeva linee. Nel 2008 un altro studioso, Rusconi incomincia a suggerirmi un articolo sul codice beneventano...”. Tra le altre persone coinvolte mons. Mario Cappellino di Vercelli che suggerisce il legame tra Notker e Liutwardo, oggetto della ricerca di Mattia Rossi e il cerchio si chiude. Mentre Parissone ci delizia sul Lingiardi posto all’entrata (‘‘alla domenica siamo in grado di proporre concerti con due strumenti, un botta e risposta’’, dice il parroco) e d’uopo ammirare ancora una volta questa chiesa con le sue cinque navate e le cappelle laterali con dipinti e stucchi meritevoli di studio. In capo alle navate laterali dueaffreschi di grandi dimensioni, monocromi, opera del casalese Emilio Massaza (1890) raffiguranti Re Davide e Mosè. Luigi Angelino FOTO. Gli organisti Rossi e Parissone e don Fornaro (alle loro spalle il reliquiario di S: Emiliano) e una cappella laterale dal pulpito

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Michele Castagnone

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