Affreschi della Lomellina - Una Cappella Sistina - Tour di alto livello
Gli affreschi lomellini del Quattrocento e del Cinquecento rappresentano un patrimonio culturale di indubbio valore, ancora tutto da scoprire.
Meritoria quindi l’opera di Giuseppe Castelli autore dei testi di un depliant illustrativo corredato da immagini a colori delle singole opere. Consulente “di peso” del progetto è stato il noto scultore Alberto Ghinzani.
Abbiamo visitato le chiese dove sono conservati alcuni dei principali cicli di pittura murale.
Nell’antica chiesa di Santa Maria di Castello, a Valle Lomellina, sono esposti gli affreschi, oggi staccati, casualmente scoperti sotto l’intonaco durante lavori eseguiti all’interno dell’edificio all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. Particolarmente emozionante risulta un’ingenua Crocifissione, su cui una scritta, purtroppo mutila, chiarisce l’origine e la committenza delle pitture, legando la storia della chiesa a quella della famiglia Strada, già presente a Valle nel XV secolo.
A Sant’Angelo Lomellina, appena fuori dall’abitato, la chiesa di San Rocco, posta lungo la via Francigena che da Canterbury, attraversando la Francia e le Alpi, conduceva i pellegrini a Roma, vanta antichissimi trascorsi. L’interno risulta completamente affrescato, anche su più strati, con storie legate alle vicende del santo cui la chiesa è dedicata e con numerosi ex voto recanti ingenue figure della Vergine e dei santi onorati nel luogo. In controffacciata, a destra, una grande effigie di San Cristoforo, in veste gialla e manto rosso, appoggiato al bordone con il Bambino sulla spalla, ci riporta per la prima e unica volta, oltre alla data del 4 dicembre 1504, il nome dell’autore, quel Tomasino da Mortara cui si devono molte opere sparse sul territorio.
A Robbio sorge la chiesa di San Pietro. Vi si può ammirare una curiosa e poco frequente rappresentazione della Santissima Trinità (nelle tre persone uguali e distinte della tradizione cristiana), che la Chiesa decise di eliminare dall’iconografia corrente dopo il Concilio di Trento. I tre personaggi con tunica dorata e mantello color porpora sono rappresentati assisi a una tavola nell’atto di benedire, su uno sfondo stellato, rinchiusi in un riquadro centinato. All’interno della piccola chiesa romanica sono visibili altri affreschi della stessa epoca, ma di mani differenti. Importante risulta la decorazione dell’abside con l’Onnipotente in mandorla e i simboli dei quattro evangelisti (il leone per Marco, il toro per Luca, l’aquila per Giovanni e l’angelo per Matteo).
Nel 1537 fu edificata nel comune di Langosco la chiesetta campestre di San Bernardo da Mentone, che nella seconda metà dell’XI secolo aveva probabilmente attraversato il territorio.
La parete di fondo è occupata da un grande affresco che rappresenta una sacra conversazione tra la Madonna con il Bambino tra le braccia, e sei figure di santi. L’autore non è documentato, ma il bellissimo volto della Madonna potrebbe far pensare a un pittore vicino alla bottega vercellese degli Oldoni.
Dionigi Roggero
-IN TOUR DA CANDIA - A SORPRESA UN CASTELLO VESTITO DI VERDE - SULLA VIA FRANCIGENA - LA FARMACIA DI LANGOSCO
Appuntamento in un luminoso sabato settembrino con Giuseppe Castelli, assessore alla cultura, alla chiesa di San Michele di Candia dove arriva una singolare e pregevole iniziativa “Alla scoperta degli affreschi del XV e XVI secolo in Lomellina” che verrà ufficialmente attivata domenica 19 con partenza alle 9,30 da Valle Lomellina: il tour tocca Cozzo (coi graffiti della venuta di Luigi XII nel castello, nel 1499), S. Angelo Lomellina, Langosco e, appunto, Candia.
Torniamo a S. Michele di Candia, una buona notizia assessoriale, presto incominceranno (sono stati stanziati i fondi della Cei, si attendono quella della Soprintendenza) i lavori di restauro (progetto Ferraris, Vercelli) dei noti affreschi di Guglielmo Caccia (il Moncalvo raffiguranti la presentazione di Gesù al Tempio e la fuga in Egitto, importanti per la datazione: 1593) e di Pier Francesco e Gerolamo Lanino.
Per noi oggi partenza per Valle Lomellina, dove arriviamo in 5 minuti (d’auto). Ci aspettano il sindaco Roberto Carabelli, il presidente della biblioteca Marco Feccia, la ‘castellana’ Marzia Orlandi.
Arriva anche Alberto Ghinzani, scultore di fama internazionale, si è formato con Marino Marini all’Accademia di Brera (“ho portato i miei allievi alla gipsoteca Bistolfi di Casale, avete un grande patrimonio...’’). Abita nella casa degli antenati; il nonno Clemente Serra era titolare di una ditta di fisarmoniche, la mamma Rosetta Serra aveva sposato Giuseppe Ghinzani di Monza. Entriamo nella Chiesa di S. Maria per ammirare i restauri.
Per Ghinzani, scopritore degli affreschi (“sono stato attratto da una orecchia...”), questi dipinti sono un esempio di arte della zona, rappresentazioni ideali del tempo. I più antichi sono della metà del ’400. La chiesa oggi viene utilizzata per presentazioni culturali.
Ci hanno ancora riservato una sorpresa (fuori opuscolo...), in fondo alla via, si entra nel castello oggi di proprietà di Marzia Orlandi. E stato costruito intorno al Mille, con pianta a ferro di cavallo, come quelli di Vigevano e Parasacco. Il giardino, ben curato, introduce alla rocca ‘‘vestita” a mezz’altezza da un rigoglioso rampicante. Il tutto per torri cilindriche, loggiati a finestre ad archi acuti, merli e beccatelli. Ci ricorda l’Inghilterra.
Andiamo poi verso Sant’Angelo per visitare la chiesa di San Rocco al cimitero, ce l’apre il sindaco Romeo Zone annunciandoci orgoglioso che si entra nella “Cappella Sistina della Lomellina’’, ha ragione, il turista può sedersi tranquillamente al centro della edicola sacra (spostate il porta bara...) e rimanere anche un’ora affascinato dai particolari dei dipinti. Chiesa più importante di quanto possa lasciare pensare l'esterno (un po' come la Sinagoga di Casale...) forse perchè era sulla Via francigena (arrivando da Vercelli-Palestro) come la vicina Robbio. (citazione assessoriale, la vediamo dai finestrini dell'auto, per l'abbazia clunicense di San Valeriano con annesso ospedale per pellegrini).
Per noi sulla piazza di Rbbbio, tra il verde, abside e bifore antiche annunciano la chiesa di San Pietro, eretta nel XII secolo. Ci apre la signora Rosangela Morelli. Affreschi come un ‘‘Cristo in Mandorla’’, una ‘‘Pietà’’, ‘‘San Pietro apostolo e martire’’, la ‘‘Trinità’’, “allargano” la chiesa con le loro prospettive. All’ingresso a sinistra una ‘‘Madonna’’ con il committente orante.
La Via Francigena proseguirebbe per Mortara (attraverso due ipotesi, Madonna del Campo o Ceretto, vedi www.viafrancigena.info/tappa63) noi pieghiano su Rosasco, dominato dalla torre del castello, scorriamo vicino alla cappella di Santa Giuliana, attraversiamo l’antica strada romana della Regina (Teodolinda) e arriviamo a Langosco.
Al centro del paese lampeggia il segnale di una farmacia (oggi dispensario) la guardiamo con attenzione, avrebbe potuto ereditarla-se voleva- e li finire dove avrebbe dovuto finire la nostra disegnatrice (e moglie, dal 1969 Laura Rossi).
Stop alla periferia per la visita della cappella di San Bernardo da Mentone (che di qui passò) coi suoi preziosi e raccolti affreschi.
Il mondo è piccolo Castelli incrocia una sua cugina, Pasqualina e Dionigi Roggero, Paolo Coppa, collega di Educazione Fisica al Balbo, entrambi in bicicletta (queste strade con poche auto si prestano alle due ruote).
Poi breve sosta davanti alla cascina Bagnolo, qui c’è un’altra chiesa romanica con i suoi affreschi (per il prossimo itinerario), e ritorno a Candia in tempo per salutare il sindaco Carlo Brocca.
Luigi Angelino
-Per saperne di più-
Opuscolo -E' stato stampato un opuscolo sugli affreschi (testo del prof. Castelli) è propedeutico all’attivazione di due itinerari turistici paralleli (Valle Lomellina, Cozzo, Sant’Angelo, Langosco e Candia, e Mortara, Robbio, Rosasco e Palestro), previsti in due domeniche (19 settembre e 3 ottobre, ad invito).
Informazioni sul sito dell’Eco Museo del paesaggio lomellino, Palazzo Strada, via Roma, 10 27032 Ferrera Erbognone (PV)
Email: ecomuseopaesaggiolom@alice.it - info@ecomuseopaesaggiolomellino.it (coordinatore: direzione@ecomuseopaesaggiolomellino.i)
Tel. 0382 998026 - 0382 998208
Fax 0382 998208.
Via Francigena in Italia. Dal passo del Gran San Bernardo la Via Francigena scende ad Aosta e prosegue lungo il fondovalle della Dora Baltea fino ad Ivrea. Nel complesso é un percorso molto interessante per la grandiosità dell'ambiente naturale e per la presenza delle testimonianze romane e medievali. Passa per Santhià e Vercelli e, seguendo il corso del Ticino, attraversando la Lomellina, dove strade perfettamente diritte tra risaie si perdono all'orizzonte arriva a Pavia. Seguendo il Po è a Corte S. Andrea che si attraversa il fiume approdando sulla sponda piacentina a Calendasco. Si arriva in Emilia a Piacenza e si percorre la Via Emilia fino a Fidenza per poi indirizzarsi a sud verso lo scavalcamento della catena dell'Appenino al passo della Cisa dopo aver attraversato gli abitati di Terenzo e Berceto.
Oltre il passo si scende in Lunigiana, percorrendo la valle della Magra fino a Pontremoli, Aulla e S.Stefano Magra. Si percorre quindi la breve parentesi ligure, passando per Sarzana e per la zona archeologica di Luni. Costeggiando le Alpi Apuane si toccano Carrara, Massa e Pietrasanta, e si arriva a Lucca per l’abitato di Camaiore.La via Francigena prosegue poi per Altopascio, fino ad attraversare il corso dell'Arno a Fucecchio. Risale la Val d'Elsa e giunge in territorio Senese. E’ questo uno dei tratti senza dubbio più interessanti per chi la percorre a piedi, grazie alla rete di sterrate che si sviluppano su panoramici crinali dove natura, storia e religiosità, convivono con rara suggestione. Giunti a Siena, la Via Francigena continua verso sud-est percorrendo prima la valle del torrente Arbia, e poi quella del torrente Orcia e del suo affluente Formone. Arrivati dunque in territorio Laziale, la Strada si svolge quasi per intero nella regione della Tuscia viterbese, con le sue colline di origine vulcanica che all'interno degli antichi crateri ospitano le azzurre conche lacustri di Bolsena, di Vico e di Bracciano. La Via Francigena li costeggia collegando lungo l'asse della Cassia località contraddistinte dalla comune matrice storica legata alla civiltà etrusca: Acquapendente, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica, Sutri. Infine si raggiunge il vasto agglomerato urbano della capitale e dall'alto della collina di Monte Mario, il Mons Gaudii dei pellegrini, si scorge finalmente la meta finale, la basilica dei S.S. Pietro e Paolo.
Info Confraternita dei Romei della Via Francigena, Piazza della Rocca, 1 43040 Sala Baganza.Tel. & Fax 039 521 834754
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FOTO. La Trinità di Robbio; il pregevolissimo affresco di Langosco (S. Bernardo da Mentone) e il castello (gradita sopresa) di Valle