Soppresso il tribunale ma Casale può diventare sede provinciale?
di Fabrizio Gambolati
Addio al Tribunale di Casale. La sua soppressione era una notizia che ormai ci si aspettava, ma, venerdì 10 agosto, è arrivata la conferma ufficiale.
L’ultimo Consiglio dei Ministri prima delle ferie estive ha stabilito la soppressione di 220 Tribunali, tra cui anche quello di Casale. Tra i piccoli tribunali, a essere risparmiati dalla scure dei tagli alcuni presidi giudiziari del sud Italia, nelle aree ad alta infiltrazione di criminalità organizzata: Caltagirone e Sciacca in Sicilia; Castrovillari cui sarà accorpato il tribunale di Rossano, Lamezia Terme e Paola in Calabria; Cassino cui sarà accorpata la sezione distaccata di Gaeta nel Lazio.
Niente da fare, invece, per il foro casalese, che ora resta in attesa di conoscere il suo destino. Il provvedimento è stato accolto con grande amarezza e preoccupazione da chi, in questi mesi, si era impegnato per impedire la chiusura del Tribunale, a cominciare dal sindaco Giorgio Demezzi, che critica duramente il provvedimento.
«Concordo pienamente - scrive il primo cittadino - con quanti hanno definito questa come un’operazione di miopia istituzionale. Infatti, a fronte degli 80 milioni che si prevedono di risparmiare dalla soppressione, è facile ipotizzare che la cifra necessaria per il rafforzamento delle sedi destinate ad accorpare l’organico proveniente dai tribunali tagliati supererà quella risparmiata. Entrando nel merito della situazione che si verrà a creare nella nostra Provincia, è ormai appurato che il Tribunale di Alessandria non è logisticamente, ma credo anche operativamente, in grado di accogliere quelli soppressi di Casale, Acqui e Tortona».
Demezzi propone quindi una soluzione alternativa: «Una prima ipotesi da formulare è quella di mantenere i tribunali soppressi come sedi distaccate e permanenti di quello principale. Poi ancora, dove sta scritto che questo debba risiedere nel capoluogo di Provincia? In una economia di scala e in una logica di equidistanza dai comuni che riguardano il territorio interessato, potrebbero emergere soluzioni alternative.
E questo con buona pace del Sindaco di Alessandria, che prima di suggerire al Ministero della Giustizia di vendere i palazzi che ospitano i tribunali delle altre città onde girare al Comune di Alessandria il ricavato per la realizzazione delle sede unica in quella città, dovrebbe prima di tutto informarsi sull’effettiva proprietà degli immobili sedi di tribunali nella Provincia! Mi spiace inoltre che il grande lavoro svolto dall’Ordine degli Avvocati di Casale congiuntamente alle amministrazioni comunali che incidono sul Tribunale di Casale Monferrato, con una serie di proposte circostanziate e logiche, abbia trovato delle orecchie da mercante. L’idea, ad esempio, di rivitalizzare il Tribunale di Casale, concentrando in esso tutte le cause civilistiche relative ai risarcimenti correlati al processo Eternit, non mi sembra poi essere totalmente assurda ed incoerente rispetto alle scelte governative di salvare quei tribunali interessati dalla criminalità organizzata. In ogni caso noi continueremo la nostra battaglia al fianco dell’Ordine forense finché sarà possibile influire sulle scelte governative».
Concludendo, Demezzi osserva: «Voglio ancora riprendere l’ipotetico risparmio di 80 milioni per aggiungere: siamo poi sicuri che questo importo sia tale da incidere in maniera fondamentale sulla spending review destinata a dare una svolta determinante alla nostra economia?».
Grande delusione anche per l’Ordine degli Avvocati di Casale. Il presidente Pietro Caire punta il dito sulla decisione di non sopprimere i piccoli tribunali nei luoghi caratterizzati da criminalità mafiosa: «È poco comprensibile che siano state prese in considerazione le motivazioni legate alla criminalità e non quelle a favore del nostro Tribunale. Il foro casalese sarebbe potuto diventare un presidio di giustizia per l’ambiente.
Non vedo cosa ci sia di più importante della salute pubblica. Inoltre, salvando queste sedi dal taglio, si riduce quel sensazionalistico risparmio tanto proclamato».
Ora cosa succederà? «Andiamo incontro a un periodo di grande caos e incertezza. Alessandria non è economicamente in grado di mettere a disposizione una sede per il tribunale provinciale». A questo punto, Caire suggerisce un’idea che potrebbe addirittura trasformare la perdita del Tribunale in un’occasione d’oro per Casale: «E se la sede del tribunale provinciale fosse a Casale? È una proposta solo abbozzata, per il momento. Bisognerebbe vedere se il Comune di Casale avesse le risorse necessarie. In ogni caso, nei prossimi giorni, Ordine degli Avvocati e Amministrazione casalesi cercheranno una soluzione per rendere il contraccolpo meno duro possibile».
La mancata soppressione dei Tribunali del Sud ha indignato il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che chiede al Governo di rivedere la riforma: «Sono sconcertato dalla decisione assunta dal Governo - scrive il governatore - perché il criterio della criminalità organizzata è stato usato palesemente come un pretesto, anche perché l’esigenza di un suo contrasto esiste su tutto il territorio e anche al Nord.
In più, non si è tenuto conto dei carichi di lavoro dei Tribunali e delle caratteristiche specifiche dei territori. Si è arrivati addirittura al paradosso a Napoli di aggiungere una Procura al tribunale di Napoli nord, invece di razionalizzare i servizi, guarda caso. Questo decreto deve essere assolutamente corretto».