''La stilografica di piazza del cavallo'', tour con l'autore
di Luigi Angelino e Dionigi Roggero
La 127 azzurro-scatarrante con la quale il nonno si precipitava giù dalla discesa a motore spento, accensioni in seconda, o addirittura in terza, che parevano scoppi dal forno di una motrice a carbone, attendeva alla stazione di Trino, con il suo sedile posteriore in pelle nera che bolliva al sole. S’intravedeva a lato del binario, il primo dei tre, dietro al finestrino abbassato per metà e alla tenda unta che si dibatteva nell’aria simile a una tovaglia tirata male, immobilizzandosi sempre più mano a mano che il regionale di mezzogiorno faceva cigolare i freni per arrestarsi in tempo”.
Questo l’incipit del romanzo “La stilografica di piazza del cavallo” (con la ''c'' minuscola, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2012) nel quale Alberto Guasco ricostruisce, sul filo della memoria, le vacanze trascorse nella casa del nonno, Lino Denti, sindaco di Camino, nell’estate del 1982, nei giorni del trionfo della nazionale ai mondiali in Spagna.
“Sulla 127 asmatica, - si legge più avanti - era d’obbligo incollare il naso al finestrino del sedile posteriore – già in stato di bollitura – per non perdersi neppure uno scorcio di panorama. Costeggiando la ferrovia, svoltando a destra al passaggio a livello, la 127 navigava sul rettifilo verso Camino, lasciandosi indietro la chiesa di San Michele in Insula, una pieve romanica intorno alla quale, secoli addietro, correvano due bracci del Po; fastigio sepolto il suo, dietro a una facciata orribilmente ritoccata nel Seicento. […] Poi i pioppi si facevano più fitti, a riempire di verde la curva del ristorante Il Tagliaferro, e il tratto dopo, dove il nonno raccomandava prudenza perché era franoso. […] Piegando così con gomiti a mezz’aria, la strada saliva, con la pianura sotto e il paese ad affacciarsi sopra, il retro di cascine in muratura, il campanile di San Lorenzo, l’alberata davanti al cimitero, il castello dei marchesi Scarampi, col suo piglio da cartolina piovuto dal Trecento a difesa di colline e campi. Poi, bruscamente, il paese: subito la piazza del Peso, il ristorante, regno dei pranzi di festa, alla monferrina: i tomini al verde, le acciughe, i peperoni, il salame cotto e crudo. E alla fine, delizia suprema, il fritto misto: niente pesce, ma procedendo a tappe verso il meglio, prima le carote, la bistecca, la cervella, e in fondo gli amaretti e il semolino dolce, una montagnola di quattro, cinque, sei pezzi da accumulare come cubetti”.
E finalmente l’arrivo alla casa dei nonni: “Tra le strade di collina, mezze virgole che parevano tracciate da un ubriaco, la 127 procedeva a memoria, non in serra, verso le vigne, ma all’ingiù, verso valle, e una volta giù di nuovo su, verso vicolo Borgo, fino al numero 10: lì il nonno s’arrestava appena passato il cancello, sotto l’arco del fienile, e pestando a peso col piede attaccava la retromarcia, una pennellata di 180° che lui solo era in grado di eseguire, evitando di sgraffiare il muro e le fioriere, portando la 127 dritta di faccia al garage, dove il macinino entrava emettendo un ultimo singulto”
Una pistola sotto l'albero di cachi... Terra alla terra
Appuntamento davanti al municipio di Camino con Alberto Guasco autore del libro “La stilografica di piazza del cavallo”, con lui il consigliere comunale Renato De Piccoli, non dimenticato impaginatore de Il Monferrato a Villanova.
Guasco,nato a Casale nel 1975, oggi abita a Milano e lavora come ricercatore alla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna diretta da Alberto Melloni.
Dal piazzale panoramico di Camino a destra ecco il castello Scarampi (ci sarà ancora il fantasma di Camilla?) e nella parte opposta la frazione di Cornale. ''Vicolo Borgo 10'' è titolo del secondo capitolo del libro, è il luogo dove Guasco trascorreva le vacanze estive.
Ripercorriamo a ritroso con l’autore del romanzo il percorso da lui fatto 30 anni fa. La casa del nonno (Lino Denti, sindaco storico di Camino, vivente a Torino alla bella età di 97 anni) è stata venduta nel 2002.
La raggiungiamo scendendo in discesa (quella sfruttata dal nonno per far partire la sua 127 a motore spento).
Nel cortile della casa Alberto si ricorda di un albero di cachi, oggi sostituito da una palma: “Li sotto, davanti a una siepe di rose rampicanti mio nonno ha seppellito la sua calibro 38 da partigiano, il suo nome di battaglia era Buongiorno. Aveva anche un mitra sten consegnato ai Carabinieri’’.
Citazione dal libro: ‘‘Terra alla terra, la guerra era terminata, serviva guardare avanti...’’.
Alberto ricorda ancora con noi dove c’erano il torchio e la cantina. la stalla, il pollaio, la gabbia dei conigli. Vediamo il cortile con l’orto. “Un piccolo mondo antico”. Breve sosta sotto l’arco del fienile dove si giocava a pallone ‘‘non passavano auto’’. Si andava dalla vicina, la signora Natalia, a vedere la tv e a scroccare la merenda, poi la banda chiudeva il marito in bagno e scappava.
A fine via iniziano i campi: ‘‘Il nonno coltivava una vigna in vicolo Serrone’’.
Parliamo di frazioni. ‘‘In bici si andava a Castel San Pietro e a Isolengo a trovare gli amici. Rocca delle Donne e Piazzano li raggiungevo col nonno sulla mitica 127’’.
Noi torniamo al "Ristorante del Peso" per l’aperitivo. ‘‘L'è l’anvud dal Lino’’, lo presenta con orgoglio il consigliere De Piccoli. Aggiungiamo che domenica 1° luglio a Camino verrà presentato un libro di Denti sulla storia del paese frutto di 18 quaderni scritti da Denti quando aveva 92-95 anni.
Poi scendiamo a valle, passando il ponte sul Po, alla stazione di Trino: ‘‘Arrivavo in treno da Torino e dal finestrino vedevo la macchina del nonno parcheggiata, uscivo dal cancelletto con in mano i giochi e le valigie mentre l’altoparlante scricchiolava come la voce di Sandro Ciotti in quei mitici anni dei campionati in Spagna’’. Mitici perchè sono super citati nel libro, cronaca nella cronaca.
Noi da Trino raggiungiamo Casale per la foto sotto al monumento di Carlo Alberto, in piazza Mazzini, anzi, come ricorda il titolo del romanzo in piazza del Cavallo, manca solo la stilografica del nonno, che Alberto conserva gelosamente: ‘‘L’aveva comperata da Giovannacci, nera screziata in verde con pennino d’oro e una boccetta d’inchiostro pure verde’’.
L'ora impone in break a tavola con la fortuna di avere a portata di mano un ristorante (è riduttivo chiamarlo pizzeria) che ha un bel dehors panoramico: si affaccia proprio sul nostro ''cavallo'' dalla piazzetta del Tribunale.
FOTO L'autore in piazza Mazzini (detta del Cavallo) e a Camino con il consigliere comunale De Piccoli e uno degli autori del ''Viaggio''.
PRESENTAZIONE
Sabato 9 giugno ore 17.30 alla Libreria Labirinto, via Benvenuto Sangiorgio 4, a Casale verrà presentato dal prof. Pier Cesare Bori il libro ‘‘La stilografica di piazza del cavallo’’ con lui l'autore Alberto Guasco (ed. Mauro Pagliai,
pp. 132, euro 8).