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Presentazione
Arandora Star: sei fubinesi scomparsi nell’affondamento
La scrittrice Maura Maffei e i due romanzi storici
Eraldo Abrardo, Giuseppe Gerla, Luigi Novelli, Cristoforo Ravina, Giuseppe Ravina e Alessandro Ricaldone. Sono i sei fubinesi scomparsi nell’affondamento dell’Arandora Star, colpita da un sottomarino tedesco il 2 luglio 1940.
Assieme a loro la memoria ha consegnato anche il nome del giarolese Carlo Rota, “adottato” dalla comunità di Fubine grazie al matrimonio con la moglie, nativa del borgo, e omaggiato sulla lapide commemorativa esposta all’interno della chiesa parrocchiale. A quasi 83 anni da quella che è stata definita la più grave tragedia dell’emigrazione nostrana, l’Amministrazione Comunale, l’Istituto Comprensivo “Pascoli” di Felizzano e l’Associazione Monferrato2020 hanno commemorato domenica le 446 vittime italiane, di cui 60 piemontesi e 13 originari dal Monferrato Casalese e Alessandrino.
L’incontro “I Fubinesi e il naufragio dell’Arandora Star” ha accolto Maura Maffei, autrice di due romanzi storici dedicati alla sciagura, “Quel che onda divide” e “Quel che abisso tace”, e Beppe Conti, Responsabile dell’Associazione Vittime dell’Arandora Star di Bardi e Membro della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo.
Maura Maffei e Beppe Conti sono, peraltro, rispettivamente cugina e nipote di due dei caduti, Cesare Vairo e Guido Conti, quest’ultimo perito dopo aver ceduto la propria zattera di fortuna che aveva recuperato a un compaesano che, a differenza sua, non sapeva nuotare. L’Arandora Star, ex imbarcazione da crociera, era stata requisita dalla Corona e adibita al trasporto di circa 1500 cittadini originari dei paesi dell’Asse – fra cui l’Italia, considerati spie o comunque pericolosi per l’incolumità della Grand Bretagna in guerra contro Berlino e Roma.
Il loro destino erano i campi di internamento in Canada. Silurata da un U-Boot tedesco del Mare d’Irlanda che l’aveva erroneamente scambiata come nave bellica, impiegò 35 minuti per affondare. Persero la vita oltre 800 passeggeri: il tributo di morti pagato dal Piemonte vede il Comune di Bollengo al primo posto e Fubine al secondo. Il naufragio dell’Arandora Star è stato un vero e proprio crimine di guerra– ha affermato Maura Maffei – La già esistente Convenzione di Ginevra impediva di esporre civili agli scenari bellici, i quali si potevano internare ma non deportare via mare sottoponendoli all’elevatissimo rischio di essere colpiti dai sottomarini tedeschi. Inoltre la nave non era accompagnata da incrociatori di scorta e sulla sua livrea, ridipinta di grigio, non figurava la Croce Rossa che la identificava come nave ospedaliera.
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