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Relazione
I castelli di Cella Monte e Palazzo Volta, sede dell'Ecomuseo
Sabato 26 ottobre alle ore 17 a Palazzo Volta
Una nuova ricostruzione storica, dipanata carta dopo carta attingendo dagli atti dei notai conservate nell’Archivio di Stato di Alessandria, sta ridisegnando o, meglio, riassestando/completando le informazioni che definiscono le origini di Cella Monte, terra eletta per possedimenti feudali, nobili casate e, chissà, soggiorni principeschi.
Grazie all’attenta e puntuale ricerca compiuta dallo storico monferrino Carlo Aletto sabato 26 ottobre alle ore 17 a Palazzo Volta (sede della Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni), verrà presentato il documento: “I castelli di Cella Monte e Palazzo Volta, sede della Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni”. Trattasi del risultato delle nuove ricerche condotte da Aletto che consente di integrare le notizie già pubblicate, fornendo dati utili per chiarire numero, collocazione e storia degli edifici fortificati di Cella Monte e di Palazzo Volta.
“La giurisdizione su uomini e cose di Cella Monte è stata, per secoli, amministrata da un affollato consortile di signori, appartenenti alle più influenti e facoltose famiglie locali, come i Nicolengi, i Marescalchi, gli Oglerio, gli Ardizzone, i Radicati e i Francia” spoilera Aletto. “Non stupisce, dunque, che nel tempo il paese si sia arricchito di palazzi signorili, alcuni dei quali sorti in origine come dimore fortificate e poi trasformati in eleganti residenze civili, che costituiscono, oggi, una peculiare caratteristica e una delle maggiori attrattive del borgo monferrino”.
Una tradizione storiografica menziona, nel territorio di Cella Monte, la presenza in antico di ben cinque castelli, di cui due fortificati con fossati perimetrali, oggi, non più identificabili così come incerti sono i nomi con cui sarebbero stati designati. Ciò nonostante, e sebbene rimaneggiati secondo le mode e gli usi del tempo, le loro origini restano inconfutabilmente ascritte tra il XII e il XIV secolo.
A muovere la curiosità e il desiderio di ricerca dello storico monferrino è stata l’insolita, e unica nel suo genere, architettura di Palazzo Volta, appartenuto prima ai Marescalchi e poi ai Volta (Matteo), famiglia benestante, per lo più con impegni militari, ma non feudataria. In particolare, i due loggiati, di cui uno a 6 e l’altro a 4 archi, disegnati secondo un impianto fuori dalle logiche del tempo. Dopo i Volta, l’omonimo Palazzo divenne parrocchiale (nel 1661) e, infine, comunale agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso. A risultare altrettanto singolare è la constatazione che quasi la metà delle famiglie cellesi, nel Basso Medioevo deteneva un feudo.
Ad introdurre il pomeriggio sarà il vice presidente della Fondazione organizzante Dionigi Roggero.
La ricerca, condotta da Aletto, aggiunge un altro tassello di pregevole e autorevole apporto storico ascritto al patrimonio culturale del Monferrato casalese, così come già lo furono le sue precedenti pubblicazioni: “Incisioni e figurazioni incise sulla Pietra da Cantoni” nel 2004, “Chiese extraurbane della Diocesi di Casale Monferrato” nel 2006 e “Romanico in Valcerrina e dintorni” nel 2010, oltre ai numerosi articoli tematici pubblicati sulla rivista Monferrato Arte e Storia e l’ultimo volume “Casale Monferrato. Una capitale per il territorio” curato nel 2019 con Antonella Perin. Ingresso libero.
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