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Dopo la morte di Giulia
«Si è uomini se si rispetta la donna»
Una riflessione e un invito
Sono una mamma di 3 maschi dai 9 ai 15 anni e una insegnante di scuola media. Sabato, come ogni volta che accade una cosa simile, dopo la notizia della morte di Giulia, mi sono chiesta come può la madre del suo assassino amare ancora suo figlio dopo aver scoperto cosa ha fatto? Come può trovargli una scusante? Come può guardarlo in faccia? Io potrei? E subito dopo mi sono chiesta… cosa posso fare perché non accada più?
Credo che debba insegnare ai miei ragazzi (figli e alunni) ad essere uomini, a scoprire in loro stessi e a mostrare agli altri il loro mondo maschile interiore. Un mondo che è fatto di caparbietà e dolcezza, di pallone e macchinine ma anche di bambole e danza, che è fatto di piatti da lavare e vestiti da stirare (loro e non le mamme o le fidanzate).
Un mondo in cui si accettano gli insuccessi e i rifiuti, un mondo in cui un no è un no, anche se chi lo pronuncia ha una minigonna, dei tacchi, un top, un burqua, un tasso alcolico elevato o qualsiasi altra cosa voglia. Un mondo in cui non devono aver paura di mostrare i loro sentimenti, di piangere, di dire ad una donna (o ad un uomo) che la amano, di sentire che invece lei non li ama più. Un mondo in cui lasciare andare chi vuole andare via, ringraziando per il percorso fatto insieme.
Vorrei insegnare loro a non essere “L’uomo che non deve chiedere mai”. Io voglio che i miei alunni e i miei figli chiedano sempre, e rispettino la risposta che ricevono. Io voglio che i miei figli e i miei alunni intervengano ogni qual volta una donna venga derisa, sminuita, valutata solo in quanto oggetto estetico o sessuale. Durante la mattinata in classe avrei dovuto parlare di Pitagora, ma abbiamo invece discusso di questo. E se alla fine non sapranno un teorema ma sapranno accettare un rifiuto, la scuola avrà assolto al suo compito educativo al 100% e io avrò fatto il mio dovere.
Sabato si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, voglio vedere i miei figli, i loro amici, i miei alunni e tantissimi uomini in prima fila a ribadire che si è uomini se si rispetta la donna, non se la si sovrasta, psicologicamente o fisicamente.
Profili monferrini
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