Articolo »

  • 02 luglio 2024
  • Cella Monte

Libriamoci nel Borgo

La storia “di” Luigi Tenco: un’autobiografia impossibile

“Lontano, lontano” è l’opera di Enrico Deregibus ed Enrico de Angelis

Presentazione. Un momento dell’incontro letterario avvenuto a Cella Monte

“Lontano lontano”. Raramente, un titolo è risultato tanto rappresentativo quanto significativo il messaggio contenutistico, che ne ha disegnata l’impalcatura e la cifra stilistica, sapientemente messa a punto dagli autori. Parliamo “del”, non “di un”, libro, e “di”, non “su”, Luigi Tenco, scritto a quattro mani da Enrico Deregibus (monferrino di Balzola, scrittore, giornalista e direttore/consulente artistico di eventi musicali e culturali) e da Enrico de Angelis (scrittore, giornalista e storico della canzone/operatore culturale, per 20 anni direttore artistico del Club Tenco di Sanremo). Eh sì, articoli e preposizioni fanno la differenza.

Infatti, quello fresco di stampa (gennaio 2024) edito da Il Saggiatore, è un’originale raccolta, unica nel suo genere, di lettere, racconti e interviste, in parte inedite, scritte/rilasciate dal cantautore polistrumentista Tenco, che, in qualche modo, rappresenta una vera e propria autobiografia impossibile.  

Quattrocentoquaranta pagine, per un rinnovato incontro con quel giovane cantautore, poeta e attore, oltre che musicista, che contribuì fortemente a definire una nuova impronta nel panorama musicale nell’Italia degli anni Sessanta del secolo scorso.

Dalla cronaca definito anticonformista, ombroso, riottoso, timido, scostante e malinconico, nelle sue tante contraddizioni, espressione di un inarrestabile movimento critico e percettivo della società che cambia, il profilo caratteriale di Tenco fu anche delineato da affabilità e facezia disegnati in un perimetro di sostanziale, e poco comune, cultura personale e musicale, scandita sempre da grande curiosità, sensibilità e capacità di volgere lo sguardo oltre il tangibile. La rottura con la musica tradizionale fu per lui una necessità, dettata da un’influenza culturale decisamente insolita per l’epoca. Sotto tutti i punti di vista, Tenco fu un anticipatore dei tempi e, in parte, dei grandi temi del ‘68; malgrado la sua giovane età, conobbe e seppe interpretare il sentimento umano nella sua crudezza, l’amore nelle diverse prospettive, le esperienze esistenziali, la critica sociale (politica, ideologia, diritti delle donne, guerra ed emancipazione) e l’esistenzialismo francese.

A Gaber disse: “le mie canzoni non sono fatte per chi ha voglia di trascorrere una serata ballando e divertendosi”. Ancora: “una canzone è un fatto troppo importante nella vita di un uomo. Deve rispecchiare uno stato d’animo, deve essere legata a un avvenimento, deve rievocare qualcosa”. Una visione ante litteram, non solo nella profondità e nello spessore dei testi, ma anche della musica.  Influenzato dal jazz, dall’esistenzialismo e dalla chanson française, orgogliosamente fuori dalla logiche della celebrità (solo in Argentina, nel 1965, per 10 giorni ne conobbe l’ebrezza), il cantautore della scuola genovese aveva un piede nella beat e conosceva/apprezzava il valore dei canti popolari e del folklore dei luoghi.

Evento promosso dal Comune di Cella Monte, nell’ambito della rassegna Libriamoci nel borgo.


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Carlotta Prete

Carlotta Prete
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!