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  • 26 gennaio 2012
  • San Giorgio Monferrato

Offerta Eternit: «Dal Comune allo Stato più unione tra i vari enti»

Gentile direttore, su “Il Monferrato” di martedì leggo in prima pagina “Eternit: si spera nel ministro” nel quale viene spiegato che giovedì 26 gennaio “ci sarà a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, l’incontro tra Governo, i Comuni, l’assessorato regionale alla sanità, una rappresentanza dell’ospedale di Alessandria, dell’ASL e del Centro regionale amianto, dell’Associazione dei familiari delle vittime e delle organizzazioni sindacali. Obiettivo dell’incontro sarà affrontare la questione amianto nella sua globalità facendo di Casale un punto di riferimento livello nazionale”. E ancora: “I piccoli Comuni valutano l’offerta”. L’offerta è quella della Società Becon Ag, già riferibile al gruppo svizzero Eternit, la quale stanzia denaro in favore dei Comuni costituitisi parte civile nel procedimento penale pendente innanzi al Tribunale di Torino, in cambio della rinuncia da parte di questi ultimi ad ogni diritto e/o azione relativi alle vicende dello stabilimento Eternit di Casale Monferrato. Ecco, quindi, che i Comuni, piccoli o grandi che siano, sono dunque chiamati dalla Società Becon AG a decidere se accettare l’offerta economica o, invece, rifiutarla. Alcuni in passato hanno accettato, il Comune di Casale si è già espresso con una delibera di Consiglio Comunale, gli altri Comuni stanno ancora valutando cosa fare: un quadro, perciò, variegato, eterogeneo, in cui il “territorio” pare si presenti purtroppo diviso, senza una vera e forte “governance”, senza cioè un modo di perseguire un’azione unitaria da parte di una società anche se complessa ed espressione di interessi pluriarticolati.Perché è così difficile tracciare un percorso attraverso il quale le differenti posizioni di più soggetti sociali siano tradotte in scelte effettive di politiche, di vere politiche di amministrazione del territorio? Di fronte a questa incapacità di farsi portatori di un interesse che non può che essere generale, di tutto un territorio e non solo di alcune parti di esso, la politica dovrebbe prenderne seriamente atto. E dovrebbe, quindi, fare un passo indietro in favore di una maggiore partecipazione delle organizzazioni della società civile, di una diversa apertura nei loro confronti, di un significativo rafforzamento della cultura del dialogo e della consultazione. In assenza di una governance autorevole e credibile nascono, purtroppo, le incertezze, i tentennamenti, trovano terreno fertile le divisioni, si sviluppano gli interessi particolari a scapito di quello più generale: chi rappresenta il territorio perde, così, “potere decisionale” verso chi, invece, ha una propria strategia chiaramente orientata a far breccia su queste incertezze per amplificarle, ingrandirle indebolendo, quindi, la parte pubblica. Con la formulazione dell’offerta Becon AG ha acquisito un vantaggio tattico per una sostanziale incapacità di governance: perché il vantaggio non diventi anche strategico si faccia un passo indietro a favore di chi ha “competenze tecniche” (istituti di ricerca per comprendere bene non solo il presente ma anche e soprattutto quale potrà essere la situazione sanitaria della nostra popolazione nel medio/lungo termine, istituti di ricerca economica e sociale che studino gli scenari economici di oggi e di domani in termini di costi necessari per la totale bonifica dall’amianto, di danni subiti dal territorio). Attraverso nuove forme di partecipazione-consultazione nelle decisioni pubbliche i diversi livelli di governo (Stato, Regione, Provincia e Comuni), uniti tra di loro, non perderebbero di certo autorevolezza ma, al contrario, la rafforzerebbero, acquisendo così un vantaggio strategico e competitivo non rinunciabile.

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Michele Castagnone

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