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Villata

«Oggi nel mondo vivono poco più di settecento individui che por­tano il cognome di Villata; quasi una metà sono donne e non tra­smettono il cognome, tranne qualche decina che vivono in Brasile e in Argentina dove la legge consente l'aggiunta del co­gnome materno. I Villata sono maggiormente collocati, per l'ottanta per cento, in Piemonte con una particolare concentrazione nella provincia di Torino e una quasi uniformità nelle altre province. Un dieci per cento in cinque regioni italiane: Lombardia, Lazio, Veneto, Ligu­ria, Toscana. Il restante dieci per cento si trova in Brasile, Francia, Olanda, Svizzera, Inghilterra, Canada, Argentina, Stati Uniti». Così scrivono Adriano e Mario Villata nell'introduzione del recente volume "Villata dal 21 giugno 1155. 1219 anni di storia", pubblicato da Verso l'Arte (Cerrina). E poco dopo essi aggiungono: «L'etimologia della parola "Villata" significa "case vicino al­l'acqua" ed è un'etimologia gallo-romana (desinenza ata). In Pie­monte esistono quattro località con questo toponimo: in provincia di Vercelli, quello da cui è tratto il cognome e nelle province di Asti, di Torino, di Cuneo. In Lombardia ce n'era una in provincia di Pavia, nella Lomellina, (fino alla metà del XIX secolo) a una de­cina di chilometri da Villata della quale ci occuperemo più avanti ed una in provincia di Vicenza, la quale però è un toponimo mo­derno, nato nella prima metà dell'Ottocento, in merito alla noto­rietà del Generale Giovanni Villata stabilitosi in quel luogo». Tutto ebbe origine in epoca altomedievale, nel lontano 789 quando i nobili Ansberto e Berta, entrambi di legge Salica, si sposarono abitando in diversi castelli delle diocesi artigiana e vercellese. Ma è un diploma imperiale di conferma dei pri­vilegi feudali su Villata emanato nel marzo 1155 dall'imperatore Federico I e subito ratificato da papa Adriano IV che cambia la storia della famiglia. Infatti con quel documento imperiale un certo "Joannes", figlio di Guala di Casalgualoni, iniziò ad assumere il cognome Villata, abbandonando per sempre il partitivo del padre "di Casalgualoni". E poi gli autori dell'accurata ricerca genealogica ricostruiscono dettagliatamente i passaggi della storia dei Villata, in una secolare galleria di personaggi con diramazioni in diversi paesi europei. Tra loro emerge la figura di Francesco Antonio, uno dei fondatori a Torino della Loggia "Saint Jean de la Mysterieuse" e di Pietro che nello stesso anno fonda a Casale la "Candeur", di cui fu il primo Maestro Venerabile. E poi la riunione dei due rami della famiglia col matrimonio di Giulia Villata, nipote di Pietro e originaria di Rosingo, col figlio di Francesco Antonio, il torinese Francesco Villata copertosi di gloria ala battaglia di Lipsia e scomparso ad Innsbruck nel settembre 1843 (ricordato nel viaggio d'autore su "Il Monferrato" del 9 gennaio 2004). Una ricostruzione storica che giunge fino ai giorni nostri, celebrati dalla stupenda marcia per organo intitolata "Fato fortior virtus" che il M° Federico Gozzellino, uno dei più raffinati compositori di musica postmoderna, ha dedicato ad Adriano Villata sotto la suggestione dell'antico motto di famiglia. Dionigi Roggero A CERRINA IN UNA CASA MUSEO - Dopo novecento anni il cerchio si chiude a Cerrina a Arriviamo facile facile a villa Villata a mezza costa tra Cerrina nuova e vecchia, la macchina si ricorda ancora le tante inaugurazioni delle mostre di livello alla galleria d'arte anni Settanta (e i nostri rispettivi figli erano piccoli uguali). Superata la recinzione artistica (incavi di Mastroianni e Licata) eccoci ricevuti in questa casa-museo dove sono ritornati dopo una parentesi romana dal gallerista-editore-mercante d'arte Adriano Villata e dalla moglie Giovanna Barbero, critico e storico dell'arte. Siamo qui per l'ultimo libro dell'edizioni «Verso l'arte» proprio sui 1219 anni di storia dei Villata. Ne parliamo nella «sala Albino Galvano», battesimo dato dal grande affresco che copre tutto il soffitto. Galvano nel dopoguerra, divenne uno dei protagonisti dell'astrattismo torinese, realizzando opere a carattere geometrico e informale che, in un secondo tempo, elaborò in elementi neoliberty. In questa sala, ci dicono subito, si lavora molto bene, noi pensiamo per la bella luce data da due finestre a Sud, per il conforto delle tante opere d'arte (e per noi del vascone di cioccolatini di ogni tipo), «anche - ci rispondono - ma soprattutto perchè è delle misure auree (proporzione di 1 per 1,618)...». Spiegazione: sin dai tempi più antichi esiste una proporzione divina (o sezione aurea) che è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose, un rapporto che è stato definito pari a 1,618 (numero d'oro) Per esempio nei megaliti di Stonehenge, le superfici teoriche dei due cerchi di pietre azzurre e di Sarsen, stanno tra loro nel rapporto di 1,6. Anche nella progettazione della Cattedrale di Notre Dame a Parigi e del Palazzo dell'ONU a New York sono state utilizzate le proporzioni del rettangolo aureo. In molte opere di Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Bernardino Luini, Sandro Botticelli, si ricorreva spesso alla sezione aurea (la divina proportione), considerata quasi la chiave mistica dell'armonia nelle arti e nelle scienze. Parliamo di cultura e arte. «Casale -ci dicono i nostri anfitrioni - dovrebbe imitare Vercelli che con Gugghenheim ha fatto un progetto triennale che sta dando i suoi frutti... Poi fare stage con giovani artisti collegandosi magari alle ambasciate. In ogni caso puntare di più sull'arte contemporanea...» Scorriamo il libro:. emergono località come Candia località Terrasa, Villata, San Nazzaro Sesia (dove si sono sposati Giovanan e Adriano), Vienna, il Gambarello, Cerrina... Chiudiamo il cerchio fotografando in giardino Adriano con il quadretto e la decorazione (campagna di Prussia) dell'illustre antenato il generale Francesco Villata (1781-1843) che aveva buon ritiro nella casa della moglie, Giulia Villata, a Rosingo. Dalla coppia un figlio, Giuseppe nato al Gran San Bernardo nel 1800 e morto a Cerrina nel 1885, poi Giovanbattista (1832-1904), Francesco (1865-1942) , Alfredo Nicola (1904-1983) da cui nascono Francesco, Secondo e il "nostro" Adriano Villata. Il coautore del libro, il cugino Mario, discende da Luigi (1927) e Mario Stefano (nato a Cerrina nel 1898 e morto a Mauthausen il 15 aprile 1945), fratello di Alfredo Nicola. Luigi Angelino PRESENTAZIONI - Il libro «Villata dal 21 giugno 1155» verrà presentato a palazzo Municipale di Cerrina sabato 23 febbraio alle 20,30 e a palazzo Graneri della Rocca in via Bogino 9 a Torino giovedì 6 marzo alle 20,30. FOTO - Il libro e Adriano Villata con il ritratto e la decorazione del generale Francesco

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